37. Ho capito che tu non sei gli altri

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JIMIN

Uscii dalla doccia e mi infilai solamente boxer ed accappatoio, dirigendomi, poi, ciondolante fino al mio letto, dove mi distesi iniziando ad accarezzare le coperte con le dita.

Le coperte che, negli ultimi mesi, non avevano coperto solo il mio corpo durante la notte...

Solo dopo un paio di minuti decisi di girare leggermente la testa per vedere che ora fosse sull'orologio del mio comodino, rendendomi conto che fosse piuttosto tardi e che avrei dovuto andare a dormire visto che il giorno dopo sarebbe stato il giorno antecedente a quello del mio ultimo primo giorno di scuola, visto che, quell'anno, avrei frequentato il quinto, e, quindi, questo significava un ripasso sistematico di tutte le cose utili.

Poi però, qualche secondo dopo essermi disteso avvolgendomi nell'accappatoio, mi vennero in mente le poche parole che avevo ricevuto quel giorno da parte di Jungkook, andando immediatamente alla ricerca di quello che avrei dovuto indossare nel mio armadio.

L'indumento era gettato disordinatamente sopra ad una mia maglietta dei Rolling Stones, quasi che il giorno che l'avevo messa lì avevo altro a cui pensare.
E, effettivamente, a rifletterci un attimo stavo veramente pensando a qualcos'altro. Forse il corpo mezzo nudo del mio ragazzo. Così, giusto un'ipotesi...

"Stanotte dormi con la mia camicia addosso" mormorai a bassa voce, ripetendo le parole che mi aveva detto Jungkook qualche ora prima, stringendo un lembo del capo tra le mani con forza.

E...beh, quella era l'unica cosa che potevo fare, in quel momento, per sentirmelo almeno un po' vicino.
Per avere almeno l'illusione che non mi avesse abbandonato senza darmi nemmeno mezza certezza sul fatto che la nostra relazione sarebbe andata avanti.

Ma, effettivamente, forse l'assenza di qualsiasi tentativo di contatto da parte sua dal momento stesso in cui mi aveva sorriso chiudendosi la porta del gate alle spalle diceva già tutto da sola...

*******

Due ore dopo, ero ancora sveglio, incapace di spegnere i pensieri che mi stavano tormentando senza sosta.

"Eri solo l'unico disponibile". "Non ti ha mai voluto veramente". "Forse era tutto veramente un gioco".

Ecco le parole principali che mi balenavano nella mente, facendomi sentire più o meno un rifiuto umano e pure uno stupido.

E...l'altra cosa che sentivo, quasi da diventare pazzo, era la sua mancanza. Di già. Dopo sola mezza giornata.
Però, un po' a mio favore, c'era anche il fatto che convivendo con una persona ventiquattro ore su ventiquattro per tre mesi poi non avercela più vicino all'improvviso poteva far salire un po' di nostalgia.

Ed era l'unica cosa che riusciva un po' a consolarmi...

Iniziai a passare le dita sul tessuto che mi copriva le spalle, quasi sentendo il suo tocco al posto del mio, rendendomi conto di quanto, realmente, quella camicia mi stesse grande e di quanto, invece, a Jungkook, tutte le volte che gliela avevo vista addosso, fasciasse perfettamente ogni muscolo della sua parte superiore del corpo.

Fu solo quando decisi di mettere le mani dentro le tasche dell'indumento, chiedendomi che diavolo di negozio avesse infilato delle tasche in una camicia, che percepii qualcosa all'interno di una delle due.

E capii praticamente all'istante, fin dal primo contatto, di cosa si trattasse: uno dei miei piccoli e spiegazzati post-it...

Mi allungai sul comodino per prendere e, successivamente, accendere la piccola torcia che avevo nel primo cassetto per le emergenze, leggendo, poi, immediatamente cosa ci fosse scritto.

"Probabilmente mi darai già per disperso e mi chiamerai già "quel bastardo" a questo punto, ma, se vuoi cambiare idea, ho lasciato qualcosa nel tuo quaderno".

Sorrisi praticamente all'istante, dicendomi che avrei dovuto immaginarmi, avendo capito com'era fatto Jungkook, una sorpresa di questo tipo, correndo, letteralmente, fino alla mia scrivania ed afferrando il mio quaderno quasi fosse una reliquia sacra.

Accesi la lampada sulla scrivania poco prima di aprire l'oggetto tra le mie mani alla ricerca di parole che avessero una scrittura diversa rispetto a tutte le altre, trovandole, poi, nell'ultima pagina.

Presi un piccolo respiro prima di mettermele davanti agli occhi, pregando, nella mia testa, che Jungkook non avesse esagerato troppo ma che, allo stesso tempo, non mi stesse liquidando con due frasi scritte a caso nella cosa più "preziosa" che sentivo di avere.
Oltre a lui stesso, ovviamente...

"Allora...inizio con il chiederti scusa per l'aver occupato un'intera pagina del tuo quaderno quando so quanto importante è per te.
Ma...sai che sono un esibizionista, e scrivere qui mi sembrava un gesto eclatante. Per te, ovviamente. Per gli altri sarebbe solo una stronzata.

Ma, ormai, ho capito che tu non sei gli altri.

Quello che voglio dirti da un po' non è scritto qui, ma è scritto in una specie di lettera che ho infilato tra Anna Karenina ed Orgoglio e Pregiudizio nella tua libreria prima che partissimo per Firenze.

Quindi, in sostanza, questo è solo un preambolo che ho deciso di fare solo per farti perdere un po' di tempo. Ma...sai che sono fatto così.

L'unica cosa che ti chiedo, quando leggerai le mie parole, è di far partire la playlist nascosta che ti ho fatto su Spotify mentre dormivi. C'è solo una canzone.
E c'è un motivo per questo, ovvero che è la mia canzone preferita di tutte quelle che mi sono ascoltato provenienti dal tuo telefono.

Sai quando ti avevo detto, quel giorno nella stanzetta in soffitta, che le avevo finite di ascoltare tutte? Ecco...già allora avevo deciso di scriverti la lettera di cui ti parlavo prima.
Che, effettivamente, se vado avanti a parlare ancora in questa pagina che ormai sta iniziando a finire, non leggerai mai.

Quindi...ti lascio alle mie parole "serie" ed alla canzone che mi ha conquistato il cuore fin dal primo ascolto perchè non riuscivo a fare a meno di pensare che fosse un po' la nostra storia.
(P.s. Sono Jungkook se non l'hai capito. Ma spero che tu non sia così stupido. Detto con il mio tono di voce ironico, ovviamente)".

Quelle parole mi avevano provocato sensazioni parecchio contrastanti. Da una parte, non smettevo di ridere per tutte le battutine che ci aveva messo dentro. Ma, dall'altra, mi stavano salendo, di già, le lacrime agli occhi per le piccole parti emozionanti che avevo trovato.

Solo dopo aver fatto un sorriso sincero, chiudendo il quaderno e stringendomelo al petto per qualche secondo prima di riporlo sulla scrivania, mi diressi alla libreria, trovando una busta bianca esattamente nel luogo indicato da Jungkook, e, poi, tornai sul mio letto, afferrando di slancio telefono e cuffie, alla ricerca di questa fantomatica playlist nascosta.

E, non appena la trovai e mi resi conto della canzone, le lacrime minacciarono di scendermi dagli occhi nuovamente.

Summertime sadness.

Jungkook aveva veramente ragione a dire che era un po' la nostra storia...

Aprii la busta con mani tremanti, tirando fuori il foglio bianco contenuto al suo interno.
Ora...beh, dovevo solo mettermi a leggere premendo, un istante prima, il tasto play...

SPAZIO AUTRICE:

Allora...spero che abbiate passato un buon Natale con la vostra famiglia e che abbiate mangiato tanto😂.

Per quanto riguarda questa storia, grazie per le 15mila letture. Veramente di cuore❤️.

(Piccolo consiglio per il prossimo capitolo: ascoltate Summertime Sadness insieme a Jimin🙊❤️).

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