23. Altrimenti si rischia di perdere tutto

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JIMIN

Era appena passata una settimana di silenzio. Una settimana senza nemmeno degnarci di un saluto. Una settimana dove, se i nostri occhi si incontravano per caso durante i pasti con i miei genitori, distoglievamo entrambi lo sguardo all'istante, io furioso e Jungkook con un'aria che non sono mai ben riuscito a decifrare. E, infine, una settimana nella quale percepire il posto vuoto accanto a me nel letto...ha fatto un male atroce.

E, lo giuro, se avessi almeno ricevuto un misero tentativo di scuse con delle spiegazioni, io, perso com'ero di quel ragazzo, l'avrei perdonato subito.
Ma, invece, non mi meritavo neppure quello a quanto pare.

Cercavo di passare il tempo scrivendo sul mio quaderno, chiaramente solo cose depresse visto la situazione generale, leggendo romanzi che, nella realtà, avevo già letto altre mille volte, suonando tutto il pomeriggio il pianoforte, chiuso a chiave in quella stanza al piano superiore, ed uscendo quasi ogni sera con Giulia, che era molto più libera da quando Giovanni, il suo ragazzo, era dovuto tornare ad Ancona.

Probabilmente vi starete chiedendo perchè stessi in sua compagnia quando era a causa del suo commento che eravamo finiti in quella situazione. Beh...si era scusata con le lacrime agli occhi, dicendomi che non doveva anche solo nemmeno immaginare di raccontare i fatti miei al mondo come se nulla fosse ma che, d'altra parte, è stata presa alla sprovvista dalla situazione e ha visto il fatto che Jungkook ed io stessimo insieme come il modo perfetto di liberarsi dalle continue allusioni di Sara.

Io, dal canto mio, ricordandomi del fatto che l'anno prima la mia relazione con Elliot l'avevo sbandierata ai quattro venti e lei era pure venuta a saperlo da una storia su Instagram piuttosto che da me, troppo preso dal vantarmi in giro di piacere ad un ragazzo abbastanza più grande per ricordarmi di avere una migliore amica che, forse, voleva delle spiegazioni, la perdonai credendo che pensasse che avrei fatto la stessa cosa anche con Jungkook.

Perchè, insomma, tutti possiamo sbagliare ogni tanto. Tutti possiamo dire o fare delle cose di cui, poi, ci pentiamo. E, dopotutto, lei era sempre la mia migliore amica...

E...forse era proprio per questo che anche quel pomeriggio ero con lei, disteso su un asciugamano nel suo giardino, a prendere il sole.
Avevamo appena terminato una videochiamata con Tae...e, indirettamente, anche con i suoi coinquilini che ci rispondevano dall'altra stanza.

Penso che quella mezz'ora in cui abbiamo scherzato tutti insieme, chiaramente in inglese visto che Giulia non sapeva il coreano e Tae non sapeva l'italiano, sia stato l'unico momento in cui non ho avuto fisso in testa il pensiero di Jungkook e delle sue parole.
Perchè, lo ammetto francamente, riuscivo a pensarci pure di notte, affondando la testa nel cuscino per evitare che Jungkook nell'altra stanza mi sentisse sbuffare dalla frustrazione o piangere, in alternativa.

"Ma...perchè non provi almeno a parlarci? Con Jungkook, dico. Nel senso: inizia tu il discorso se percepisci che lui non avrà mai intenzione di farlo" mi disse Giulia all'improvviso, facendomi irrigidire e guardarla con aria quasi spaventata.

Tutto perchè, in sostanza, dopo quello che è successo al lago e le sue scuse, ho anche spiegato a Giulia come stavano realmente le cose, aggiungendo, inoltre, quanto mi sentissi "tradito" da Jungkook.

Lei ha ascoltato ogni mia parola senza fare una piega, dicendomi, poi, che se avessi bisogno della sua compagnia ci sarebbe stata ed affermando che il fatto che le avessi detto che non volevo più parlare della "questione Jungkook che non sa nemmeno cosa gli esce dalla bocca" le stesse bene.

Quindi...perchè tirare fuori quel discorso in quel momento, dopo che le avevo detto che avrei preferito il silenzio sulla questione?

"Non sono io quello che ha causato questo litigio tra di noi e non sono sicuramente io quello che deve chiedere scusa. Quindi non vedo il motivo del perchè dovrei essere io quello a cambiare la situazione" le risposi con sincerità, sottraendomi al suo sguardo giudicante.
"Perchè lo ami. E, ogni tanto, quando si ama qualcuno si deve mettere il nostro cazzo di orgoglio da parte per trovare un punto di incontro o un compromesso.
Altrimenti si rischia di perdere tutto..." mi disse lei con frustrazione ed arrabbiatura, spostandosi e mettendosi davanti al mio viso in modo che la guardassi.

"Non ti ho mai detto che lo amo e, inoltre, non l'ho mai detto nemmeno a lui" mormorai con insicurezza, cercando di sostenere il suo sguardo nonostante la sensazione di paura che sentivo al pensiero che qualcuno avesse "scoperto" quanto, in realtà, fossero forti i miei sentimenti per Jungkook.
"Ma è così, vero? Te lo vedo dipinto in faccia" mi chiese Giulia in tono consapevole ma, allo stesso tempo, incuriosito, lasciando aprire le sue labbra in un piccolo sorrisetto.

"Non stiamo parlando di questo..." le risposi in tono scorbutico, mordendomi il labbro inferiore in segno di nervosismo.
"Bene, allora parliamo del fatto che, visto che lui probabilmente non parla nemmeno più con te perchè ha paura della tua reazione ad una sua possibile spiegazione, devi fare qualcosa tu" ribattette lei, sempre con molto fervore.

"Tanto tra un mese e mezzo se ne va" dissi con aria indifferente, sebbene, a quel pensiero, provavo tutto tranne indifferenza.
"E vuoi ridurti di nuovo come sei stato per Elliot quando se ne è andato? Perchè, ti ricordo, non è stato il periodo migliore della tua vita".
"Ho superato un abbandono una volta. Che sarà mai una seconda?".

"Jimin, ma ti stai sentendo quando parli? Hai la possibilità di essere felice con Jungkook per almeno un altro mese e mezzo e non la stai cogliendo perchè sei troppo impegnato a fare l'orgoglioso che aspetta che tutto gli si presenti davanti agli occhi già bello pronto.
Jungkook è qui, ora. Non è già tornato in Corea. E tu stai lasciando passare tempo prezioso in cui potreste stare insieme così, discutendo con me della situazione ma senza fare niente per cambiarla" iniziò praticamente ad urlarmi contro, arrivando a prendermi per entrambe le spalle quasi nel tentativo di "scuotermi", se capite cosa intendo.
"Perchè te la stai prendendo così tanto?" le chiesi solamente, ben percependo che tutta la frustrazione nelle sue parole non derivasse solamente da quello che stava succedendo a me.

"Perchè io Gio lo vedo due volte l'anno. E quando viene qui a trovarmi, nonostante tutti i piccoli battibecchi che nascono tra di noi, cerco di fare in modo che siano le due settimane più belle della mia vita ogni volta.
Perchè so già che, poi, quando se ne andrà io rimpiangerò anche il singolo istante in cui non sono stata tra le sue braccia.
E, fidati, lo farai anche tu, se non fai assolutamente niente, quando Jungkook tornerà a casa a fine dell'estate" mi spiegò con sincerità ed un tono molto più disperato rispetto a quello delle parole precedenti, portando, poi, i suoi occhi su di me facendomi notare che fossero leggermente lucidi.

"E se, poi, venisse fuori che, in realtà, Jungkook si sta comportando in questo modo perche mi stava veramente prendendo solo in giro?" mormorai dopo più di qualche minuto di silenzio, nei quali cercai di metabolizzare tutte le sue parole.
"Quindi è di questo che hai paura..." mi rispose lei in un sussurro, portando lo sguardo leggermente alla sua destra, probabilmente sentendosi leggermente in colpa per avermi detto tutte quelle parole senza aver realizzato quale potesse essere il reale motivo della mia reticenza.

Annuii lentamente con un filo di imbarazzo, prendendo ad accarezzare i trifogli sul terreno per sfuggire ancora una volta a quel discorso.

"Sai, non sono mai stato abbastanza per qualcuno...tranne che per te e Tae. Ma è molto diverso dall'esserlo dal punto di vista romantico" dissi, però, dopo un po', sempre non cercando il suo contatto visivo.
"Tu sei abbastanza, Jimin. Lo sei sempre stato. E se Jungkook è così cieco da non notarlo, quello che ci perde è solamente lui. Esattamente come Elliot" mi rassicurò prendendomi il mento con una mano e, quindi, costringendomi a guardarla.

"Grazie, Giuls. Avevo bisogno di queste parole" le risposi con enorme gratitudine, mettendo una mano sopra la sua e stringendola con affetto.
"Siamo tornati a Giuls, adesso? Bene, allora, mio caro Jiminie" esclamò con ironia, dandomi un leggero buffetto sul braccio.
"Non chiamarmi così, che non mi piace. Giuls, invece, a te piace" mi lamentai a gran voce, mettendomi una mano sulla bocca con imbarazzo quando mi resi conto di quanto stavo realmente urlando.

"Ti rendi conto per cosa ci stiamo battibeccando?" mi chiese subito dopo, lasciandosi andare ad una risata piuttosto sguaiata che contagiò anche me piuttosto in fretta.
Ma...che vi devo dire? Giulia riusciva a tirare fuori un sorriso a chiunque anche nelle situazioni più disperate...

SPAZIO AUTRICE:

Grazie per le 7mila letture🥺❤️.

Spero che chi avesse iniziato a disprezzare Giulia nello scorso capitolo (*coff coff* Ili_and_Neko *coff coff*) si stia almeno un po' ricredendo.
Nel caso non sia così, la battaglia per farvela apprezzare non finisce qui👀.

•Who do you love? {Jikook}•Where stories live. Discover now