5. Questo è meglio di quello dell'anno scorso

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JIMIN

"Butta pure la bici lì per terra" dissi in tono sbrigativo a Jungkook, rivolgendo, poi, lo sguardo verso lo spiazzo dove, da quattro anni, tutta la mia classe si ritrovava, qualche giorno dopo la fine della scuola, per questa specie di partita di pallavolo improvvisata.

"Finalmente sei arrivato, Jimin! Quest'anno solo dieci minuti di ritardo. Dobbiamo considerarci fortunati?" sentii dire nell'esatto momento in cui misi piede all'interno del "campo di gioco", rivolgendo, poi, a Matteo, ovvero il bastardo che aveva detto quelle parole, un'occhiata a dir poco gelida.
"Non iniziate di già, per favore. Piuttosto...presentaci quello dietro di te" intervenne Giulia, rivolgendomi uno sguardo carico di entusiasmo.

Ma, diciamocelo, lei era perennemente così. Quasi come avere un motivatore giornaliero intorno.

"Lui è Jungkook" le risposi in tono asciutto, rivolgendo, poi, uno sguardo verso tutti i presenti ed indicando il ragazzo vicino a me con un cenno della mano.
Lui, dal canto suo, fece solo un saluto accennato muovendo la testa, riposando, subito dopo, lo sguardo su di me.

"Allora, Jungkook, come te la cavi a pallavolo?" gli chiese Matteo dopo qualche secondo di silenzio, lanciandogli la palla e lasciando che lui la prendesse con una sola mano.
"Non è lo sport in cui riesco meglio. Ma, d'altra parte, sono molto competitivo" gli rispose, poi, Jungkook in tono secco, rigirandosi la palla tra le mani con fare quasi minaccioso.

"Perfetto, allora tu stai in squadra con me. Ah, e togliti quella maglietta che siamo sotto al Sole e si muore di caldo. Voi altri, smistatevi come vi pare" disse, allora, con aria sbrigativa Matteo, dirigendosi subito dopo verso il campo mezzo improvvisato nel mezzo di quello spiazzo deserto.

Io, dal canto mio, mi andai a sedere sulla solita sedia che si trovava sotto l'albero al limitare del campo, facendomi dare il fischietto da Sara e preparandomi per il mio ruolo, ormai ben definito da anni, di arbitro.

"Ma che fai?" mi chiese Jungkook con tono stranito, ignorando tutti i richiami di Matteo, già spazientito.
"L'arbitro. Come sempre" gli risposi io con naturalezza, facendo un sorrisetto tra me e me.

Lui, dopo quelle mie parole, mi rivolse uno dei sorrisetti che, in quei giorni, aveva sempre tirato fuori prima di dirmi qualcosa a sfondo sessuale, mormorando, poi, un: "Sei riuscito a fregarmi, Park Jimin".

Sentii quasi un colpo al cuore dopo quella frase. Il mio stomaco era in subbuglio, anche se non sapevo minimamente perchè. O, forse, già lo sapevo ma volevo fare finta che non fosse vero perchè ero convinto che non potevo provare attrazione per ogni assistente di mio padre che fosse, almeno, un po' di bell'aspetto.

Così, cercai di mantenere un atteggiamento indifferente e portai gli occhi sul campo, aspettando che la partita iniziasse.
Peccato che poi, però, notai Jungkook togliersi la maglietta prima di entrare in campo e gettarla sul prato in modo disordinato, strabuzzando gli occhi subito dopo.

Passai lo sguardo dai suoi pettorali definiti alla linea perfettamente disegnata degli addominali numerose volte, chiedendomi, molto ironicamente, se quel ragazzo fosse umano.
E no, ragazzi, la risposta era assolutamente no.

Fu nel momento in cui, alzando leggermente lo sguardo sul suo viso, lo notai guardarmi con un sorriso di soddisfazione dipinto in volto che distolsi lo sguardo all'istante, sperando di non essere arrossito così tanto come pensavo.
Dopodichè, soffiai con forza nel fischietto, dichiarando la partita come iniziata.

So che ve lo state già chiedendo quindi vi do direttamente la risposta: no, non sono riuscito a distogliere lo sguardo da Jungkook e dal suo corpo mezzo nudo per tutta la durata del primo set.

*******

"Jimin, mi metti un po' di crema?" mi sentii chiedere alle spalle da una voce che, ormai, sentivo così spesso che avevo imparato a riconoscere.
Mi girai con calma e dicendomi mentalmente di respirare, trovandomi, poi, davanti Jungkook con un sorriso radioso sul viso e con il tubetto di crema, che gli avevo detto di prendere poco prima di uscire di casa, in mano.
"No, mettitela da solo" gli risposi in tono secco, distogliendo lo sguardo da lui e, soprattutto, dal suo petto nudo.

Non sentii nessuna risposta, quindi immaginai che se ne fosse andato, ma subito dopo, quando rialzai di nuovo lo sguardo nella sua direzione e vidi che la persona che gli stava spalmando la crema su tutta la schiena fosse Sara, una sensazione di fastidio si fece largo in tutto il mio stomaco, facendomi arrabbiare e, di conseguenza, distogliere lo sguardo all'istante.

"Ti brucerai se non te la metti anche tu" gli sentii, di nuovo, dirmi dopo qualche minuto, quasi illuminandomi all'improvviso.

Eppure il mio orgoglio mi impedì di fargli anche solo notare in piccola parte che mi ero ingelosito per il gesto di Sara.

"Ma se sono all'ombra" gli risposi, infatti, con sufficienza.
"Fa lo stesso. Togliti quella maglietta e lascia che ti metta la crema almeno sulle spalle" insistette lui con aria seria, quasi implorandomi con i suoi occhi marroni.

Sapevo benissimo che dietro quella richiesta c'erano delle intenzioni molto meno caste di quelle di mettermi della semplice crema, ma, incurante di cosa avrebbero potuto pensare gli altri e della vocina fastidiosa nella mia testa che mi diceva di ritornarmene a sedermi senza nemmeno rispondergli, mi levai la maglietta con rapidità, gettandola sulla sedia e, poi, mi girai di schiena rispetto a lui, attendendo di sentire le sue mani massaggiarmi delicatamente le spalle per spalmarmi il quantitativo piuttosto elevato di protezione solare che aveva tirato fuori dal tubetto.

Ma il piccolo problema fu che...non sentii solo quelle.

Jungkook, infatti, si avvicinò così tanto a me che sentii il suo basso ventre scontrarsi con i miei glutei, sbarrando gli occhi subito dopo.

"Ti piace così?" mi sentii sussurrare nell'orecchio, cosa che, ve lo dico, non aiutò affatto a calmarmi.
"Smettila di comportarti in questo modo" mormorai in un momento di lucidità, girandomi di scatto e finendo di spalmarmi la crema sulle spalle da solo.

Incontrai il suo sguardo soddisfatto e provocatorio dopo qualche secondo, cercando di sostenerlo il più possibile.
Ma, chiaramente, non appena si leccò il labbro inferiore mi vennero in mente pensieri poco adatti alla situazione.

"Ritorniamo in campo! Secondo set!" urlai all'improvviso, solo per scappare il prima possibile dal suo sguardo quasi famelico.
Jungkook sorrise solamente, dirigendosi verso il centro dello spiazzo subito dopo.

Io ripresi finalmente a respirare, rimettendomi la maglietta e risedendomi sulla sedia con molta più tranquillità.

"Questo è meglio di quello dell'anno scorso, Jimin. Di gran lunga" sentii dire da Sara alla mia destra poco prima che anche lei tornasse in campo, sbuffando visibilmente ed alzando gli occhi al cielo appena fui sicuro che non mi potesse vedere.

Fu dopo quei miei due gesti che mi chiesi cosa mi stesse succedendo.
Insomma: perchè mi sentivo quasi geloso? Perchè le parole di Sara mi avevano dato un fastidio immenso quando Jungkook ed io non eravamo altro che...conoscenti? E perchè non riusciva ad andarmi giù il fatto che tutti i presenti in quello spiazzo, nel bel mezzo della periferia di Roma, lo adorassero già alla follia?

Iniziai a scuotere la testa con calma, riflettendo, poi, sul fatto che fosse incredibile che quel ragazzo fosse arrivato solo quattro giorni prima e che già mi avesse fatto arrabbiare, incazzare fino al midollo, ridere, disperare e...beh, eccitare solo mettendomi le mani sulle spalle e facendo, casualmente, sfiorare il suo basso ventre con i miei glutei.

E fu in quel momento che capii: quanto diavolo di potere aveva su di me Jungkook, realmente?

•Who do you love? {Jikook}•Où les histoires vivent. Découvrez maintenant