33. Tu non hai idea di cosa ti faccio

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JIMIN

"Smettila di fissarmi il sedere ed entra, per favore" mormorai in tono esasperato dopo svariati minuti da quando eravamo arrivati davanti al ristorante dove avremmo cenato quella sera, rimanendo fuori, però, perchè Jungkook aveva deciso di aver bisogno di un tiro improvvisato di sigaretta.

Ma, invece di fumare rapidamente, il mio ragazzo aveva deciso che voleva godersi il panorama del mio corpo visto da dietro per più di qualche istante.
Come se non se lo potesse godere mai, a pensarci bene...

"Rilassati. Abbiamo il tavolo prenotato" mi rispose con nonchalance, accompagnando le sue parole con un piccolo gesto della mano e, poi, finalmente accennando ad entrare dalla porta principale gettando la sigaretta all'interno del posacenere.
"Guarda che, qui, se si tarda il tavolo lo danno a qualcun altro" lo rimbeccai in tono serio, facendogli solamente alzare gli occhi al cielo come reazione.

Effettivamente riuscivo spesso a sfiaccarlo psicologicamente con tutte le mie paranoie e le mie preoccupazioni...

"Ce la fai a rilassarti? Mi accontento anche di cinque minuti" mi chiese in tono divertito, girandosi verso di me e prendendomi il viso tra le mani mentre aspettavamo che qualcuno ci scortasse fino al nostro tavolo.

Io mi lasciai cullare dal suo tocco sul mio viso, lasciando andare, anche se solo momentaneamente, i pensieri che mi stavano martellando in testa sul fatto che non avremmo dovuto farci vedere così in pubblico.

"Sai, è difficile farlo sapendo che domani te ne andrai..." mormorai con un po' di amarezza, incontrando nuovamente il suo sguardo divenuto improvvisamente malinconico.
"Ma sono ancora qui adesso, no? Non mi pare che io sia già montato sull'aereo" mi rispose dopo un paio di secondi con aria rassicurante, aspettando che annuissi ripetutamente con la testa per rivolgere lo sguardo alla ragazza piuttosto giovane che si era posizionata davanti a noi con aria eloquente qualche istante prima.

"Vi posso accompagnare al tavolo?" ci chiese quest'ultima con aria leggermente imbarazzata non appena incrociò entrambi i nostri sguardi, facendoci, poi, cenno di seguirla con la mano non appena Jungkook annuì con gentilezza.

Pochi secondi dopo, il mio ragazzo ed io ci trovammo accomodati ai lati opposti di un piccolo tavolo quadrato posto in fondo al locale.
Zona molto appartata, da tutti i punti di vista. Ma, effettivamente, è stato proprio Jungkook a chiederlo al telefono quando avevamo fatto la prenotazione in modo da essere leggermente più tranquilli, quindi...

"Sei felice?" sentii chiedermi dopo un paio di istanti da quando avevo deciso di prendere il menù per scegliere cosa ordinare, sobbalzando leggermente.
"Sai che sono sempre felice con te" gli risposi con sincerità, stringendomi tra le spalle e cercando di rivolgergli uno dei soliti sorrisi spensierati che affioravano sulle mie labbra esclusivamente in sua compagnia.

"Eppure non sei completamente tranquillo. Si vede dal fatto che le tue spalle sono completamente rigide" ribattette Jungkook in tono fin troppo sicuro, facendomi realizzare che, ormai, era inutile che provassi a nascondergli qualcosa che aveva a che fare con il modo in cui mi sentivo, perchè riusciva a capire sempre quando fingevo...
"Te l'ho detto: è perchè non riesco a fare a meno di pensare che, tra meno di ventiquattro ore, al posto di abbracciare te dovrò abbracciare il mio cuscino" mormorai abbassando lo sguardo, iniziando a torturarmi il labbro inferiore per impedire alle lacrime che sentivo mi stessero salendo fino alla punta delle ciglia di scendere.

Perchè, no, non potevo mettermi a piangere nel bel mezzo del ristorante...

"Lo posso capire, veramente. Ma...se tu ora, per tutto il resto di questa serata e di questa notte, continuerai a pensare al fatto che domani prenderò l'aereo per tornare in Corea, non riuscirai a goderti gli ultimi momenti insieme che avevo pianificato per noi due. E, poi, conseguentemente verrai a lamentarti su Whatsapp con me domani sera perchè rimpiangerai di non essere riuscito a farlo.
Questo è veramente quello che vuoi?" mi disse in tono calmo e controllato, posando, molto indiscretamente, la sua mano sopra la mia, appoggiata sul tavolo, iniziando ad accarezzarne il palmo.

Scossi leggermente la testa, lasciando le mie labbra aprirsi in un, questa volta, sorriso sincero e chiedendogli di non smettere con il movimento della mano perchè aveva un ottimo effetto calmante.
E, quando Jungkook decise di ridere a questa mia richiesta, fotografai nella mia mente quella sua risata, pensando che avrei dovuto ricordarmi di essa quando sarebbero arrivati i momenti in cui mi sarebbe mancato da impazzire...

*******

La cena era quasi finita, il Sole era calato, la sera si era fatta largo nel centro città e Jungkook ed io stavamo semplicemente condividendo una fetta di tiramisù.
Inutile che vi dico che quello fosse uno dei miei dolci preferiti, quindi non ci pensai due volte, non appena finimmo, di dare un ultima leccata al cucchiaio con aria un po' furtiva.

Ma, ovviamente, Jungkook mi notò molto bene, assumendo uno sguardo improvvisamente interessato e lasciando aprire le sue labbra in un sorrisetto affabile ed accattivante.

"Tu non hai idea di cosa ti faccio appena arriviamo in albergo" sussurrò subito dopo, ad un tono di voce abbastanza basso affinchè lo sentissi solamente io.
"Andiamo allora" gli risposi solamente, contraccambiando la sua spavalderia ed appoggiandomi allo schienale della sedia, incrociando le braccia al petto ed iniziando a passarmi ripetutamente la lingua sul labbro inferiore.

"Stai cercando di provocarmi? Perchè, in caso fosse così, lo sai che sono più bravo io di te in questo, vero?" mi domandò con aria divertita, prendendo ad alzarsi dalla sedia con estrema calma.
"Sei molto sicuro di te, Jeon Jungkook" gli risposi a mia volta, compiendo i suoi stessi identici gesti.

"Ce ne stiamo andando?" mi domandò quasi come se fosse un'affermazione piuttosto che una richiesta, facendomi cenno di seguirlo non appena annuii con la testa.

Arrivammo in cassa in pochi secondi, pagando il conto (dividendolo dopo una mia insistenza piuttosto forte) e, poi, uscendo dal ristorante molto più rapidamente di quanto ci fossimo entrati, camminando con gran velocità fino al nostro albergo.

Il tutto in estremo silenzio ma con un'eccitazione euforica chiaramente percepibile nei nostri sguardi. Nemmeno che fosse la nostra prima scappatella...

Riuscimmo a controllarci fino all'ascensore, dove, non appena le porte si chiusero, sentii le labbra di Jungkook unirsi prepotentemente alle mie, chiedendone l'accesso con la lingua mentre, un po' alla cieca, cercava di premere il pulsante del piano corrispondente a quello dove si trovava la nostra camera.

E...ammettiamolo: in quel momento, al fatto che lui sarebbe dovuto partire il giorno dopo, non ci stavo minimamente pensando.

SPAZIO AUTRICE:

Questa storia è arrivata a 13mila letture. Io non so che altro fare se non ringraziare sinceramente tutti quelli che la stanno leggendo.
Siete meravigliosi🥺❤️.

•Who do you love? {Jikook}•Where stories live. Discover now