44. Perchè non me l'hai detto?

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JIMIN

"Stai un po' meglio, ora?" mi chiese Tae in tono seriamente preoccupato circa mezz'ora dopo, continuando ad accarezzarmi la schiena ed a rimboccarmi le coperte che, ad ogni movimento di una gamba o di un braccio, spostavo con forza.
"Sì, ma sono ancora arrabbiato con te" gli risposi in tono secco, non riuscendo a trattenere un piccola risatina, però, nel momento in cui sentii la mia voce completamente nasale a causa di tutte le lacrime che mi erano scese e di tutti i fazzoletti che avevo consumato per soffiarmi il naso.

"Lo so" mi disse solamente, domandandomi, subito dopo, se avessi voglia di parlare in quel momento del motivo per cui fossi lì così presto e di quello che avevo visto in camera sua oppure il mattino seguente, quando saremmo stati entrambi più riposati e più tranquilli.
"Facciamo domani" mormorai ad un tono di voce bassissimo, stringendomi maggiormente al cuscino sotto la mia testa.
"Okay. Allora...ti lascio dormire in pace" concluse lui con aria sbrigativa, probabilmente avendo capito che, anche se fosse rimasto lì a farmi compagnia, io non avrei fatto altro che rivolgere uno sguardo spento al muro che avevo di fronte, non riuscendo a spiaccicare nessun'altra parola.

Ed effettivamente, a pensarci, fu quello che feci quasi tutta la notte, sentendomi il petto e lo stomaco bruciare da impazzire, riuscendo a trovare un minimo di sollievo, almeno, quando la mia mente ed il mio corpo sprofondarono finalmente nel sonno.

*******

La mattina seguente mi svegliai a causa dei piccoli raggi di Sole che provenivano dalle tapparelle semiaperte e dall'odore persistente di cioccolato che inondava le mie narici.
Mi tirai su con calma, praticamente sobbalzando nel momento in cui notai Tae seduto davanti a me con in mano un vassoio contenente una brioche al cioccolato ed un bicchiere di succo al mirtillo, il mio preferito.

"Stai cercando di corrompermi per farti perdonare?" gli chiesi in tono divertito, non riuscendo a a fare a meno, però, di chiudere immediatamente il sorrisetto che mi era spuntato in volto non appena mi ricordai di tutto quello che fosse successo il giorno prima.
"No, ho pensato che, magari, avrebbe potuto tirarti un po' su" mi rispose con sincerità, facendomi, poi, un cenno del capo per indicarmi di iniziare a mangiare.

E, poi, Tae fu così gentile da aspettare che finissi prima di farmi la domanda che avrebbe dato inizio a tutta la serie di confessioni di quel giorno.

"Che è successo?" chiese solamente, incontrando i miei occhi con aria dispiaciuta.
"Jungkook...ha una ragazza. Una con cui l'ha obbligato ad uscire suo padre, da quello che ho capito" gli spiegai brevemente, lasciando, poi, abbassare lo sguardo sulle coperte stropicciate che mi stavano coprendo le gambe.
"Non te ne aveva mai parlato, giusto?" mi domandò in modo da assicurarsi che fosse così, aggrottando, poi, le sopracciglia.

Scossi leggermente la testa, frenando l'impulso di andarmi ad adagiare con disperazione sul suo petto solo per il fatto che non mi aveva ancora dato delle spiegazioni sul perchè, invece, del suo, di silenzio.

"E quindi l'hai piantato come se nulla fosse per questo?".
"No, ovviamente. Prima...ho tentato di capire il motivo per il quale me l'avesse nascosto e gli ho anche proposto di tornare in Italia con me per lasciarsi tutto lo schifo, che suo padre gli sta facendo subire, alle spalle.
Ma...continuava semplicemente a rispondermi: "Non posso", quasi che suo padre fosse la sua ragione di vita.
Quindi, poi, ho tirato le mie conclusioni da solo" dissi cercando di mantenere un tono indifferente, mettendo da parte le piccole fitte che sentivo al petto al solo pronunciare quelle parole.

"Mi dispiace, ma, magari, non può veramente scapparsene in Italia con te come se nulla fosse. Anzi, probabilmente è così".
"Lo so..." dissi ad un tono di voce bassissimo, rendendomi conto che, effettivamente, forse avevo giudicato con troppa fretta e solo dal mio punto di vista la situazione, senza pensare a cosa avrebbe comportato, nella vita di Jungkook, andarsene via dalla sua città natale e dalla sua famiglia per me.

Dopo quel mio piccolo mormorio, si aprirono svariati secondi di silenzio tra di noi, sebbene una strana tensione aleggiasse nell'aria. E, forse, fu proprio quest'ultima che mi spinse a parlare nuovamente, spostando il fulcro della conversazione, però, su di lui.

"Perchè non me l'hai detto?" gli chiesi solamente, ovviamente riferendomi a Jin, non usando appositamente un tono ferito o deluso per non farlo sentire troppo in colpa.

Insomma, era pur sempre il mio migliore amico da tutta la vita...

"Avevo paura" mi rivelò con sincerità, avendo capito benissimo a cosa mi stessi riferendo senza che glielo spiegassi.
Ma...tra di noi aveva sempre funzionato così.

"Di cosa?".
"Che Jin...non ti piacesse".
"Stai scherzando? Già lo conoscevo" ribattei in tono confuso, non riuscendo veramente a capire il ragionamento che aveva spinto Tae a nascondermi una cosa tanto importante.

"Lo so, ma...non mi hai mai dato un parere su di lui. E, visto questo, non sapevo come l'avresti presa. Quindi stavo aspettando che tu venissi qui e te l'avremmo detto insieme, dal vivo.
Però le cose non sono andate secondo i piani" chiarì con aria calma e tranquilla, lasciando andare un piccolo mugolio di fastidio.
"Jin è una persona fantastica e divertente, perfetta per te. Quindi...come potrebbe non piacermi?
Ma quello che io mi domando adesso è: se io ti avessi detto che lo odiavo a morte, tu che avresti fatto?" gli chiesi con aria preoccupata, sperando che quella che pensavo sarebbe stata la sua risposta non lo fosse per davvero.

"N-non lo so. Penso che l'avrei lasciato" balbettò il mio migliore amico dopo un paio di secondi, probabilmente preso in contropiede da quella domanda.
"Tae, tu dovresti stare con una persona che ti faccia stare bene indipendentemente dal fatto che a me piaccia oppure no.
Altrimenti...perderesti mille opportunità, no?".

"Tu probabilmente ora non riesci a capire, ma, detta tra di noi, cosa avresti fatto tu se io avessi disapprovato Jungkook? Saresti riuscito a starci insieme con la stessa facilità e spensieratezza?".

Aprii la bocca per rispondere, rendendomi conto però, dopo qualche istante, che il ragionamento di Tae non faceva acqua da nessuna parte.
Perchè, effettivamente, se avessi saputo che a lui Jungkook non piaceva...non so quanto sarei riuscito a portare avanti quella relazione...
Così, rimasi semplicemente in silenzio, dandogli modo di capire che gli avevo dato più che ragione ad essere frenato nel dirmi di Jin.

"Possiamo smettere di parlare di Jungkook, ora?" chiesi dopo qualche secondo, quasi mettendo già le mani avanti per prevenire altre parole su di lui.
"Jimin...riuscirai a trovare qualcun altro".
"Sì, ma non sarà lui".

"Magari, allora, lui si renderà conto che...ha bisogno di te e troverete il modo per ritrovarvi".
"Vorrei tanto che succedesse, Tae, ma...Jungkook ha più a cuore il fatto di compiacere suo padre che me, purtroppo".

E...solo dopo aver pronunciato quelle parole mi sono reso conto di quanto il mio cuore soffrisse per questa consapevolezza.

•Who do you love? {Jikook}•Where stories live. Discover now