9. Mi hai detto tu che con le persone ci giochi

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JIMIN

"Ma...i tuoi genitori sono via anche oggi?" mi chiese Jungkook in tono assonnato nel momento in cui, verso mezzogiorno, si presentò in soggiorno con addosso solamente i pantaloncini che usava di solito per dormire.

Girai la testa verso di lui e posai il suo sguardo sul suo petto nudo senza pudore, rispondendogli subito dopo: "Se ti fossi svegliato qualche ora fa sapresti che mio padre è dovuto partire per una riunione dell'ultimo minuto e che mia madre è andata con lui".

"Mi stai rinfacciando il fatto che mi sono svegliato adesso, per caso?" mi domandò in tono divertito, scuotendo la testa con una risata sulla labbra ed accomodandosi di fianco a me sul divano subito dopo.
"No. Ti sto solo mostrando i fatti" gli dissi con leggerezza, alzando le spalle e tornando a scorrere con noia la schermata di Instagram.

"Ti vedo diverso stamattina..." commentò dopo più di qualche minuto di silenzio, facendomi spuntare un sorriso soddisfatto sul volto.

Perchè era esattamente "diverso" dal ragazzo timido ed imbarazzato che ero quasi sempre stato in sua presenza che dovevo sembrare...

"Non so di cosa tu stia parlando" gli risposi nello stesso tono delle parole che avevo detto precedentemente, non alzando minimamente lo sguardo dal cellulare tra le mie mani.
"Ho capito: ieri sera mi hai visto con Sara ed ora sei incazzato" suppose dopo un po', prendendomi il mento con una mano e costringendomi a guardarlo in faccia.

"Sei completamente fuori strada. Non mi frega un cazzo di con chi o con cosa te la fai.
Poi, se sei tornato qui stanotte non deve essere stata la serata più bella della tua vita, no?" gli dissi prendendo la sua mano e togliendola dal mio viso, usando appositamente un tono di scherno.

Fu in quel momento che vidi lo smarrimento più completo nei suoi occhi e mi considerai fiero di me stesso.
Quella faccia era impagabile.

"Jimin, ma cosa stai facendo?" mi chiese dopo qualche secondo, in tono maledettamente serio e quasi dispiaciuto.
Ma, sfortunatamente, non bastava quel tono per farmi desistere dal voler giocare con lui nello stesso modo in cui lo stava facendo con me.

"Ma come? Sto giocando, no?" risposi come se fosse una cosa ovvia, posandogli, appositamente, una mano sul petto e facendola scorrere verso il basso, accarezzandogli la pelle con le dita.
"Non riesco a capire..." mormorò lui in risposta, posando, però, la sua mano sopra la mia e facendomi continuare con il gesto che stavo compiendo.

"Mi hai detto tu che con le persone ci giochi. Ho solo deciso che voglio giocare anche io adesso" gli spiegai brevemente, rivolgendogli uno degli stessi sorrisetti che avevo sempre visto rivolgere lui a me.
"E cosa vorrebbe dire che d'ora in avanti giocherai anche tu?" mi chiese subito dopo, ritornando al solito tono accattivante che aveva ogni volta che eravamo da soli.
"Esattamente quello a cui stai pensando" gli sussurrai nell'orecchio, avvicinandomi un po' al suo corpo, mordendogli il lobo e, poi, alzandomi da quel divano e sparendo dalla stanza e da lui con estrema calma, dandogli modo di osservarmi fino a quando non sparii dalla sua visuale.

Inutile che ve lo dico, ragazzi, ma mi stavo già divertendo da morire...

*******

"Visto che vuoi tanto giocare con me ho trovato il primo "gioco" che potremmo fare" sentii dire improvvisamente nel mio orecchio qualche ora più tardi.

Sobbalzai leggermente, chiudendo il libro davanti a me di scatto e girandomi di mezzo giro in modo da avere il corpo di Jungkook davanti agli occhi.

Beh, in realtà, visto che io ero seduto e lui in piedi, avevo altro davanti agli occhi in quel momento, ma dettagli...

"Cioè?" gli domandai con interesse, notando la bottiglia di vodka liscia che aveva in mano.
"Non so come chiamarlo. Semplicemente, io ti faccio qualche domanda e tu la fai a me e prima di rispondere beviamo un po' di questa" mi disse con aria divertita, picchiettando sul vetro della bottiglia al termine delle sue parole.

"Sai che non ha un senso, vero?".
"Sì".
"E sai anche che sono le cinque del pomeriggio, giusto?".
"Certo".

"Direi che non ho altro da aggiungere" conclusi rapidamente, rigirandomi sulla seria e riaprendo il libro sulla pagina che stavo leggendo precedentemente.
"Che c'è? Hai paura che ti possa fare domande a cui non vuoi rispondere?" mi sentii dire, però, alle spalle praticamente all'istante, prendendola, poi, sul personale e dicendogli di andare a sedersi sul mio letto.

Lo raggiunsi dopo aver messo un minimo apposto quella scrivania, rimanendo a fissarlo per qualche secondo senza dire assolutamente niente.

"Quindi?" gli chiesi dopo un po', confuso sul suo silenzio.
"Quindi bevi" mi rispose come se niente fosse, consegnandomi la bottiglia in mano.

Aprii il tappo e ne bevvi un lungo sorso, realizzando solo in quel momento che non avevo idea di dove avesse potuto trovare quella bottiglia.

"Dove l'hai presa?" gli domandai infatti, indicandola con un cenno della mano.
"Hai scelto veramente questa come domanda?" mi rispose lui con aria divertita, tralasciando l'argomento subito dopo e rispondendomi che era nell'armadio nell'ufficio di mio padre.

Sperai con tutto me stesso che mio padre non se ne accorgesse e, poi, gli intimai di bere, rispondendo alla sua domanda, molto meno piccante del previsto, subito dopo.

Le cose andarono avanti così per parecchi sorsi. E, effettivamente, fu dopo l'ennesimo che la domanda che sapevo sarebbe arrivata arrivò sul serio.

"Sei vergine?" mi domandò con un sorriso dipinto sul volto, quasi già pronto a prendermi in giro per la mia risposta affermativa.
"No" risposi io, invece, con aria soddisfatta, prendendo la bottiglia e continuando a bere.

"Con quanti hai scopato? No, aspetta: fammi indovinare. Le cose inanimate le contiamo? Perchè, se così fosse, penso che arriviamo ad un centinaio" gli chiesi con il suo stesso tono delle parole precedenti.
"Potrai non crederci, ma...tre ragazzi ed una ragazza" mi disse in tono serio, posando, poi, la bottiglia sul comodino di fianco al mio letto.

Lo osservai per qualche secondo tentando di capire cosa avesse intenzione di fare, ma, visto il sguardo quasi indifferente, alla fine fui costretto a a chiederglielo.
"Che fai?".

"Ultima domanda: ti lasceresti scopare da me?" mi domandò in tono maledettamente serio, spostando il peso sule braccia e facendo avvicinare pericolosamente i nostri volti.
"E tu, invece, vorresti scoparmi?" gli dissi in risposta, leccandomi le labbra ed avvicinandomi ancora di più al suo viso, fino a quando non sentii la sua bocca premere con forza ed irruenza sulla mia.

•Who do you love? {Jikook}•Where stories live. Discover now