49. Te lo prometto

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JIMIN

"Ma ciao" mi sussurrò Jungkook nell'orecchio non appena notò che mi stessi stiracchiando, interrompendo il mio tentativo di dargli la schiena per ritornare tra le braccia di Morfeo prendendo a darmi dei leggeri baci lungo il collo e le scapole.

"Perchè non mi lasci mai dormire?" mi lamentai a gran voce, girandomi verso di lui con un piccolo broncio dipinto in faccia.
"Perchè è già "tardi" e voglio stare un po' con te, cosciente, prima che vada giù ad aiutare tuo padre" mi rispose con sincerità, facendo aprire le mie labbra in un sorriso praticamente in automatico.

Poi, però, allungai lo sguardo verso il mio comodino e mi resi conto, osservando l'orologio digitale posato sopra di esso, che fossero le otto meno un quarto e mi spuntò in faccia uno sguardo praticamente assassino.

"Cioè, fammi capire: per te le sette e trequarti sono "tardi" quando devi scendere tra ben due ore?" gli domandai con frustrazione e rabbia, voltandomi verso di lui.
"Sì. Hai intenzione di fare qualcosa al riguardo?" mi rispose lui con aria divertita, facendo iniziare una piccola lotta tra noi due, fatta di piccoli pugni e leggeri tentativi di fare il solletico sulla pancia dell'altro, che si concluse solo quando lui si mise a cavalcioni su di me, spingendo con i fianchi verso i miei fino a farmi sentire la sua erezione sotto i leggeri boxer che aveva indosso.

"Kook, mi spieghi perché ce l'hai duro ogni mattina? Cioè, dopo un po' mi imbarazzerei io per te" lo presi un po' in giro in tono divertito, non riuscendo, poi, ad evitare di scoppiare a ridere.
"Mi dormi perennemente addosso, arrivando, addirittura, a toccare cose quando dormi profondamente. Secondo te?" ribattette, però, lui nel suo solito tono ammiccante ed allusivo, facendomi alzare gli occhi al cielo con un piccolo sbuffo.

"Mi risolvi tu questo problema?" mi domandò, dopo questo mio gesto, nello stesso tono delle parole precedenti, prendendo a passare le mani sul mio petto nudo.
"Sono le otto del mattino" constatai io con un po' di scetticismo, aggrottando leggermente le sopracciglia.

"E quindi? Non mi pare che abbiamo mai messo un divieto al sesso mattutino" ribattette lui in tono altrettanto confuso, attendendo, poi, il mio consenso, perchè, fidatevi, sapeva sarebbe arrivato, torturandomi un capezzolo con le dita.
"Hai ragione" conclusi con leggerezza, attirandolo a me per le spalle in modo da far unire le nostre labbra in un bacio bagnato e passionale.

Portai subito una mano sotto l'elastico del suo intimo, iniziando a pompare la sua erezione pulsante con forza.

"Sei fantastico, cazzo..." mormorò Jungkook dopo un po', spingendo i fianchi contro la mia mano seguendone il ritmo.

Lo ammetto, mi sentii piuttosto soddisfatto di me stesso quando lui lasciò uscire dei gemiti poco virili dalla sua bocca, implorandomi di continuare.
Anche perchè, di solito, succedeva il contrario...

Fu solo non appena lui si riversò con un gemito roco sulla mia mano, sporcando anche leggermente le lenzuola sotto ai nostri corpi, che mi ordinò di spogliarmi, senza darmi l'opportunità di sottrarmi a quello che si vedeva avesse intenzione di fare.
Ma, detto tra di noi, chi si sarebbe mai sottratto a lui?

Così, mi tolsi i boxer, che erano l'unico indumento che avevo addosso dalla sera precedente, e lo guardai fare lo stesso, sorbendomi il suo sorrisetto soddisfatto quando si accorse che lo stavo fissando senza alcun pudore.

"Ti muovi?" lo provocai a gran voce qualche secondo più tardi, ottenendo come sua unica risposta una smorfia divertita delle sue ed il fatto che mettesse entrambe le mani sulle mie ginocchia, aprendomi le gambe mentre faceva poi scorrere una delle due mani fino al mio inguine, arrivando abbastanza vicino alla mia intimità da poterla toccare ma non facendolo.

Cosa che causò l'uscita di numerosi lamenti dalla mia bocca.

E...beh, quello che provocava l'altro, in quel momento, non ero sicuramente io...

"Allora? Mi vuoi sentire dentro di te oppure no?" mi chiese all'improvviso, facendo polverizzare in un nano secondo il minimo di autocontrollo che mi era rimasto.
"Sì. Ti prego" mormorai ad un tono di voce bassissimo, spostando il mio corpo in modo da avere più pelle a contatto con la sua.
"Bene" rispose solamente lui, posizionandosi meglio tra le mie gambe ed iniziando a penetrarmi con il suo membro, facendomi sfuggire un gemito soffuso già dalla prima spinta.

Continuò con delle stoccate secche e profonde, trovando il mio punto debole piuttosto rapidamente e ricevendo dei mugolii di approvazione piuttosto forti per questo.
Ma, fidatevi, non ero l'unico che stava lasciando uscire tutti gli ansimi che aveva a fior di labbra dalla bocca...

"S-sto per v-venire" mi disse, infatti, Jungkook dopo un po', prendendo la mia mano e posandola sulla mia erezione, facendola scorrere verso l'alto e verso il basso in modo da farci raggiungere l'orgasmo quasi in contemporanea, stendendosi al mio fianco per riprendere fiato subito dopo.

Fu solo svariati minuti più tardi che il ragazzo di fianco a me si alzò dal letto mormorando che doveva darsi una mossa e scendere da mio padre.

"Comunque ti è andata bene che quest'anno, visto che stavo facendo gli esami, mio padre non ha scelto nessun apprendista per l'estate. Praticamente è come se l'avessi sostituito tu, l'apprendista dico. E credo che ti assumerà a tempo indeterminato visto che hai deciso di restare qua" constatai non appena mi spostai leggermente dal suo petto per lasciarlo scendere dal letto.

"Non ho intenzione di fare l'assistente di tuo padre per tutta la vita" mi rispose lui con urgenza, quasi che volesse farmi arrivare quel concetto concetto il più rapidamente possibile.
"Che intendi?".
"Voglio...cavarmela da solo. Voglio trovare un posto per quello che so fare e non perchè sono il ragazzo del figlio del mio capo" mi spiegò con un filo di imbarazzo, recuperando alcuni dei suoi vestiti dall'armadio a muro.

"Sai bene che mio padre non ti sta facendo lavorare per lui solo perchè stai con me. Sei bravo in quello che fai" tentai di rassicurarlo praticamente all'istante, non volendo assolutamente che pensasse quelle cose.
"Sì, ma...sarebbe diverso. Capisci?".

Annuii un paio di volte, effettivamente comprendendo il suo ragionamento, sedendomi sul letto a gambe incrociate a guardarlo vestirsi.

"Un giorno, spero il prima possibile, ti farò andare via da questa casa, offrendotene una altrettanto bella e confortevole. Qui in Italia, ovviamente. Così potrai finire l'Università senza problemi. Io, te e Hope. Te lo prometto" mi disse all'improvviso, facendomi scaldare il cuore da una parte ma sentire in colpa dell'altra.

Perchè non volevo che lui credesse che, solo perchè ora stava vivendo a casa dei miei genitori, dovesse fare tutto questo per me.

"Non mi serve tutto questo. A me basti tu" gli risposi infatti, cercando il suo sguardo con il mio.
"Lo so. Ma, ormai, te l'ho promesso" ribattette lui con leggerezza, quasi come se mi avesse assicurato una caramella invece che un futuro fantastico, mandandomi un bacio volante e, poi, uscendo dalla porta della mia camera, dirigendosi al piano inferiore.

E, solo non appena la porta si richiuse alle sue spalle, pensai che, dopotutto, quella promessa era molto di più di quanto mi aspettassi dalla vita solamente un anno e mezzo prima...

SPAZIO AUTRICE:
Grazie per le 22mila letture🥺❤️.

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