47. La mia vita sei tu

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JIMIN

"Kook, i-io..." iniziai a balbettare in risposta, ancora non capacitandomi del fatto che la persona alla cui assenza avevo pensato per numerosi mesi fosse realmente davanti a me.

O, meglio, che lo sarebbe stata non appena mi fossi girato.

Ma, d'altro canto, sapevo benissimo che se l'avessi fatto avrei subito puntato l'attenzione sugli occhi che mi avevano rubato qualsiasi cosa, dalla gioia alle lacrime, e non mi sarei riuscito a trattenere, nonostante tutto, dall'accorciare le distanze tra di noi per farmi stringere tra le sue braccia.
E...senza una spiegazione o delle parole convincenti, prima, non avevo assolutamente alcuna intenzione di farlo.

"Avevi ragione, sai? Quando mi hai detto che nella lettera ti avevo mentito" mormorò lui dopo un po', più per colmare il silenzio dovuto al fatto che non sapessi cosa dirgli che per altro, facendomi aggrottare le sopracciglia e salire un nodo stritolante alla gola a causa della preoccupazione.

Ma non poteva essere, vero? Non poteva starmi dicendo che non mi aveva mai amato o cose del genere...perchè non aveva senso prendere un aereo ed attraversare mezzo mondo per farlo...
Giusto?

"C-che intendi?" gli domandai non appena riuscii a deglutire, limitando almeno di un minimo la secchezza della mia bocca.
"Mi sono reso conto che non riuscirei mai a distruggere la mia vita per amore. Sarebbe crudele, ingiusto e...mi creerebbe dei sensi di colpa non indifferenti.
Solo che, a differenza di quello che credi tu, la mia vita non è il continuo rincorrere dell'approvazione di mio padre ed il subire passivamente tutti i suoi giudizi sprezzanti su di me senza muovere un dito perchè sono terrorizzato da lui.
La mia vita sei tu...e, visto questo, non potrebbe neanche solo passarmi per l'anticamera del cervello di farti del male. Sebbene ho la certezza di averlo fatto nascondendoti tutta la storia di Miyeon solo perchè credevo che, in questo modo, saresti stato più tranquillo.
Quindi, non appena ho capito questo, ho anche realizzato che, se la mia vita sei veramente tu, avrei dovuto gettare via tutto il resto, senza ripensamenti.
E...l'ho fatto" mi spiegò brevemente, facendomi distogliere l'attenzione dal cucciolo ancora davanti ai miei occhi, che mi guardava scodinzolando, e voltare nella sua direzione, intercettando, di nuovo, i suoi occhi per la prima volta.

E...inutile che vi dica quanti salti ha fatto il mio cuore...

"Cosa vuol dire tutto questo?" domandai ad un tono di voce bassissimo, avendo intuito, di tutto quel discorso, solo che mi amasse ancora, a quanto sembrava.
"Che ho spiegato a mio padre come stavano le cose, finalmente. Gli ho detto che mi sono innamorato di te l'altra estate, che avevamo deciso di rimanere insieme, di tutto quello che era successo non appena avevi saputo di Miyeon e del fatto che tu sei l'unico con cui voglio stare.
Lui...mi ha semplicemente detto di scegliere tra il continuare la mia vita lì, in Corea, sotto i suoi ordini o il tornare da te, con conseguente allontanamento dalla famiglia e da casa nostra per sempre.
E...beh, io ho scelto te" mi rispose con un filo di imbarazzo, mordendosi il labbro inferiore e guardandomi con occhi sbarrati in attesa di una mia qualsiasi reazione.

"Quindi tu hai rinunciato alla tua famiglia, alla tua casa ed ai tuoi soldi...per me?" conclusi con aria interrogativa, credendo che non potesse essere possibile.

Insomma, chi avrebbe fatto una tale pazzia?

"Sì" mi rispose lui con un po' di incertezza, probabilmente non capendo la mia confusione.
"Per restare qui?" continuai sempre con lo stesso tono, aggrottando le sopracciglia.
"Sì" disse lui quasi spaventato dalla mia reazione, iniziando a torturarsi le unghie della mano destra, posata semplicemente sulla sua coscia.
"Perchè mi ami ancora?".
"Certo".

E...fu dopo quella semplice parola pronunciata con un tono talmente ovvio da sembrare una risposta scontata che mi resi conto che lui voleva essere lì, davanti a me, per davvero.
Così non ci pensai due volte prima di azzerare la distanza tra noi due, appigliandomi alla sua camicia mentre facevo unire le nostre bocche dopo molti mesi di astinenza l'una dall'altra.

Jungkook rispose al bacio praticamente all'istante, mettendomi una mano dietro la nuca per attirarmi maggiormente a sè mentre iniziava a torturarmi con i denti il labbro inferiore.

"Non ho mai smesso di pensarti, Kook" gli sussurrai all'orecchio nel momento in cui dovemmo staccarci per riprendere fiato, rimanendo, però, abbracciati l'uno all'altro come se ne andasse delle nostre vite.
"Nemmeno io. Avrei fatto più un fretta a venire qui se mio padre non mi avesse tagliato completamente tutti i viveri..." mi rispose in tono un po' malinconico, iniziando ad accarezzarmi una guancia con dolcezza.

"Che hai fatto non appena è successo?".
"Tae...mi ha dato una mano, ecco".
"Perchè non hai chiamato me?" gli domandai quasi risentito, assumendo uno dei miei piccoli bronci.

"Credevo che non mi volessi nemmeno più vedere" si difese lui, nascondendosi leggermente tra le spalle nonostante fossimo praticamente pelle contro pelle.
"E nonostante questo hai rinunciato a tutto? Senza una minima certezza che io sarei stato ancora qui ad aspettarti?".
"Ho pensato che se c'era solo anche una minima speranza avrei dovuto correre questo rischio".

E...dopo quelle parole mi resi conto che non ci sarebbe mai stato nessun altro per me. Mai. Nemmeno in un'altra vita.

"Ti amo" mormorai semplicemente, accompagnando questa mia affermazione con un sorriso sincero e colmo del sentimento che gli avevo appena detto di provare per lui.
"Anche io, ovviamente. Sennò non sarei qui, giusto?" mi rispose lui in tono leggermente divertito, decidendo, poi, di stringermi ancora più forte, facendomi posare la testa nell'incavo del suo collo.

"Aspetta un attimo...ma quindi Tae, in tutto questo, sapeva che tu saresti voluto venire da me non appena ne avresti avuto l'opportunità e non mi ha detto assolutamente nulla lasciandomi crogiolare nel dolore?" gli chiesi dopo qualche secondo, non appena mi si accese questa lampadina in testa, slegandomi dall'abbraccio e guardandolo sentendomi quasi tradito dal mio migliore amico.
"Gliel'ho chiesto io. Appunto perchè...ci ho messo un po' prima di poter permettermi di venire qui. E, ad un certo punto, non ero neanche sicuro che ce l'avrei fatta. Non volevo darti false speranze" mi spiegò con un po' di vergogna, riuscendo a sostenere il mio sguardo con uno, però, leggermente amaro e malinconico.

"Ma non ne vuoi parlare, giusto?" gli domandai con consapevolezza, avendo, ormai, capito come interpretare le sue espressioni.
Lui scosse debolmente la testa, accennando ad avvicinarsi nuovamente a me per far riunire le nostre labbra. Ma un flebile abbaio ci distrasse all'improvviso, facendomi ricordare del piccolo esserino fermo esattamente dove l'avevo lasciato prima che Jungkook iniziasse il suo discorso.

"Ah, comunque...i tuoi genitori sono d'accordo nel tenere Hope" mi informò con serenità, accennando un sorrisetto nel momento in cui lei allungò il collo per indicargli che voleva un po' di coccole.
"Basta che siano d'accordo a tenervi entrambi e non solo lei" gli risposi io ironicamente, scoppiando a ridere, poi, quando lo vidi alzare gli occhi al cielo con un piccolo sbuffo.

E, finalmente, quella risata era sincera e non solo quella di circostanza che mi ero dipinto addosso nei mesi precedenti per dare l'impressione che stessi bene...

•Who do you love? {Jikook}•Where stories live. Discover now