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"MUOVETE QUEL CULO!" sgrido sia in coreano sia in italiano i 7 bambini che a momenti si perdono in aeroporto.
"ODDIO I BTS!" esclamano delle Army li vicino. "E QUELLA È EIKO!" continuarono mentre si avvicinavano.

Maledetta quella volta che non ho messo la mascherina con gli occhiali per non farmi riconoscere. Che figura di merda.

Felice le saluto una a una in italiano mentre firmo degli autografi a certe.
"Cosa fate lì impalati! Avanti non voglio non rivedere il mio paese per colpa vostra!" continuo a sgridarli.

Visto che sono ancora bloccati a guardarsi intorno, vado dietro ciascuno e gli spingo avanti con l'aiuto di Jin e RM.

Grazie al cielo esistono questi due genitori.

La prima cosa che facciamo è andare a casa mia.

I miei erano convinti che non sarei più tornata se fossi partita per la Corea o qualsiasi paese Orientale.

"Allora, suoni sì o no?" domanda impaziente Yoongi vedendomi bloccata davanti alla porta senza battere ciglia.
"E dai Min! Sta tornando a csa dopo anni! Lasciale il suo tempo." giustifica J-hope.
Esitante suono il campanello.

Nessuna risposta.

Suono un'altra volta.
Poco dopo, un ragazzo intorno ai 13 anni apre la porta non curante di chi avesse suonato.
"Serve qualcosa?" chiede mentre alza lo sguardo dal telefono.

Appena mi vede inizia a tremare e gli cade lo smartphone dalle mani.
"Ma ciao stronzetto." scherzo. "Non abbracci la tua sorellona?" continuo a prenderlo in giro.
Subito mi salta addosso mentre i miei lo raggiungono non sentedolo rispondere ai vari richiami.
"Ciao." saluto vedendo i miei con le lacrime agli occhi. "Lo avevo detto che sarei tornata." affermo mentre gli abbraccio.

Dopo un paio di smalcerie ci fanno entrare in casa offrendoci tutto e di più.
"Non serve tra un po' andiamo a visitare una città e mangeremo lì." rispondo a mia madre che cercava in tutti i modi di cibarci.
"Per quanto resterete?" domanda mio padre dopo aver stretto la mano ai ragazzi e ringraziati in inglese.
"Non lo sappiamo ancora. Siamo venuti qui per delle interviste e a visitare un po' le città." informo.

Cambio discorso chiedendo a mio fratello tutto quello che gli passasse per la mente.
Dopo avermi informato faccio vedere ai ragazzi la casa tanto per far capire le differenze tra Italia e Corea del sud.

"Perché non apri la porta?" domanda Jin avvicinandosi.
Deglurisco a fatica e lo guardo. "È camera mia... Il luogo dove vi immaginavo al mio fianco..."
"E non credi sia giusto farci vedere dove hai iniziato a sognare?" mi fa ragionare poggiando una mano sulla mia sopra la maniglia.
Accenno un sì ed entriamo.
La malinconia che si era creata, muta in imbarazzo.

Non è cambiata di una virgola.

I poster di loro e varie band appesi sull'armadio, la libreria che a momenti crolla per i troppi libri presenti, I disegni e le fanart che ho attaccato sul muro sono ancora lì insieme a un peluche gigante a forma di orso in un angolo della stanza.
"Così eri già fissata con noi eh?" mi stuzzica Tae osservando una sua fanart appesa alla porta.
"Disegnavi bene." ammette guardando in giro.
"Ehi queste sono cose riservate!" mi lamento vedendo Kookie leggere delle lettere che ho sul comodino. "Sono lettere estremamente intime." informo mentre le rimetto apposto.

Sono mettere che avevo scritto per loro da piccola...

"Non lo saranno mai quanto quelle che farò." sussurra all'orecchio Jimin con tono seducente mentre di sfuggita mi accarezza un fianco.

Dopo i saluti finali con la mia famiglia ci incamminiamo per le città più vicine.
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Fatta ormai l'una di pomeriggio, decidiamo di mangiare in un ristorante.
"Salve come posso aiutarvi?" domanda una ragazza guardando i ragazzi.
"Un tavolo da otto grazie." risposi salutandola.

Seduti comodi ordiniamo le pietanze, almeno, io obbligo i ragazzi a prendere vari piatti ma, per non correre il rischio di lasciarli sul piatto, prendono una pizza.
"Guardate che qui se non si finisce tutto nel piatto vuol dire che o non ti è piaciuto o che era troppo." gli informò vedendoli lasciare qualche avanzo. "Non è come in oriente."
Rimangono un po' sbalorditi da questa risposta così iniziano ad azzuffarsi sugli avanzi.
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Arrivati in hotel ci dividiamo nelle varie camere e casualmente capito con Jimin.

"Hey, ti va di portarmi ancora in giro?" domanda con il labbruccio fuori mentre mi guarda disteso sul letto.
"Ma se non riesci neanche a strare in piedi." scherzo ridendo.
"Daiiiii." insiste come un bambino piccolo che aspetta le caramelle.
"Va bene. Però facciamo come decido io." intervengo prima che possa controbattere.
Subito accetta e mi ringrazia con un bacio lasciandomi spaesata.

Lo porto fra le piazze colme, i monumenti antichi, le vie traboccanti di colori e bancarelle insieme a qualche negozio di marca.

Usciti da Chanel, dove ha acquistato mezzo negozio fra trucchi e abiti, ci sediamo su un ponticello in legno che delimita le sponde di un fiume.
Mette una gamba a ciondolo sull'estremità e l'altra piegata d'avanti a se. Le mani rilassate in mezzo alle gambe e lo sguardo perso fra i riflessi lucenti e cristallini dell'acqua.

(foto inizio capitolo)

Decido di scattargli una foto e tenerla per ricordo.

"Hai dimenticato di disattivare il suono." scherza guardandomi e facendo uno dei sorrisi più sinceri che avessi mai visto nel suo volto.
"Facciamo altri giri?" continua non dandomi il tempo necessario di rispondere.

Dopo tutto il pomeriggio fuori, arriviamo in hotel stanchi morti.

Appena Jimin apre la porta della camera crolliamo entrambi sul primo letto che troviamo.
"Felice?" domanda pettinandomi i capelli con le dita.
"Sì, tu?"
"Ho passato del tempo con te quindi direi proprio di si." spiega mentre mi fa utilizzare il suo petto come cucino. "Riposati. Te lo sei meritata." ammette mentre mi fa una foto di nascondo.

"Jimin?" chiedo incerta.
"Cosa?"
"Ora.. Emm.. Cosa... Chi... Cosa..." provo a formulare una frase normale ma il suo volto così vicino al mio mi mette in difficoltà.
"Siamo qualcosa? È questo che vuoi sapere?" risponde per me.

Accenno un si col capo nascondendo il volto nel suo petto.
Sento una mano accarezzarmi la nuca e un'altra cingermi il fianco sinistro.
"Sì. Siamo qualcosa." spiega sorridendo. "Ma gli altri... Nessuno deve saperlo." afferma diventando serio. "È una delle regole che abbiamo accettato prima di far parte del gruppo." sospira pesantemente "Ricordi?"
"Non avere relazioni al di fuori dell'amicizia con lo staff o addirittura con i membri. Sì ricordo." affermo citando la regola.
"Brava la mia principessa." scherza lui dandomi un bacio sul naso per poi alzarsi e cambiarsi davanti a me.

Solo ora noto quando sia bello.
Schiena liscia e candida con qualche neo a decorarlo, pelle vellutata e pura, spalle forti come le sue braccia, dorso e petto allenato.

Non per questo viene chiamato <re degli abs>.

Mascella squadrata, naso dai contorni morbidi, occhi di forma particolare con iridii color cioccolata, capelli morbidi con tinta argentea, mani forti, qualche vena pulsante che fuoriesce e il suo magnifico sorriso.

"Perché sorridi?" chiede mentre si allaccia il cordino dei pantaloni della tuta.
"Niente." mento mentre mi alzo.
Subito le sue guance vampano di color cremiso vedendomi iniziare a cambiare.

Con una forza di volontà fuori dal comune mi metto davanti a lui e gli alzo il volto per far coincidere i nostri occhi. "Non eri tu che mi volevi?" chiedo ricordandomi le sue parole della nostra prima volta.
"S-Si ma n-non..." prova a giustificarsi mentre mi passa una maglietta.
Sorrido sia per il gesto premuroso sia per la sua poca innocenza rimasta e poi mi vesto.
"C'era buio quella volta." si giustifica facendo il labbruccio e sedendosi di nuovo sul letto.
Roteo gli occhi divertita e mi siedo su di lui.
"Me lo dai un bacio?"
"No. L'hai già avuto prima contro la mia volontà, ricordi?"
"Ma è passato troppo tempo e poi devi saperli dare per questa notte."
"COSA?!" urlo realizzando il tutto.
Subito scoppia a ridere e mi butta sotto di lui. "Se non me lo dai me lo prendo." sussurra poggiando le labbra sulle mie lasciando un piccolo bacio. "Ora dormi che dopo cena andremo ancora in giro." termina sorridendo.

Feelings aren't lies~ P.JM x readerWhere stories live. Discover now