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Quel bravo deficiente di Jimin rimase a casa per una settimana intera con me che gli facevo da infermiera. Perché ovviamente non poteva vestirsi di notte, nah.

Mi avvicino al fagotto di coperte dormiente e mi siedo affianco con un buon libro in mano.

Appena sfioro le pagine giallastre, la vista viene sostituita dal suo volto.

"Me l'hai rubato. Cattiva bambina. Mi toccherà punirti."
"Mmh e vediamo, come mi puniresti visto che ci sono telecamere in tutta casa."
"Potrei fregarmene e forzarti a entrare in bagno. D'altronde li non ce ne sono, no?"
Gattono sul divano e mi siedo sulle sue coscie. "E poi."
"Ti toglierei questi vestiti che intranciano e basta." sussurra mentre con una mano si infila sotto la mia maglietta. "E farei tutto quello che ti manca."
"Che ci manca, non dirmi che non vorresti un bacio ora."
"Stronza. Lo voglio eccome." piagnucola buttando la testa all'indietro.
"Accontentati che riesca a stare qui Jimin."
"Si ma io ti voglio la, qua e la ancora." controbatte indicano più parti del corpo e del volto.
"Presto succederà okay?"
"Ah comunque..."
"Si?"
"Mia madre ora passa a portarci il figlio di una sua amica."
"Cosa?!"

Ding donnnnggg

"È qua." ridacchia scendendo dal divano e andando ad aprire.
"Oh ciao Jimin!" esclama amorevolmente una donna abbracciando il ragazzo.
"Ciao mamma. È lui la peste?"
"Sei tu la peste fra i due! Oh ciao Y/n."
"Salve." saluto incredulita raggiungendo l'entrata.
"Credo di aver interotto qualcosa." sussurra vedendo le coperte del letto nel divano e Jimin a petto nudo.
"Nonono. Suo figlio si è pres-"
"Tranquilla è normale avere rapporti sessuali soprattutto a questa età ma non fatelo davanti al bimbo vi prego!"
"Signora non abbiam-"
"Suvvia cara non menta."
"Mamma sto male."
"Oh cos'è successo?"
"Te lo stava spiegando." ammette incrociando le braccia al petto. "Ho preso la <febbre>."
"Ma potevi dirmelo! Sarei arrivata subit-"
"È passata... All'incirca." aggiunge sentendo i miei occhi bruciarli la schiena.
"Beh il bambino posso lasciarlo comunque?"
"Certo, lo tengo io se vuole." mi offro vedendo un bebè tutt'uno con un passeggino.
"Oh grazie se hai problemi chiedi a lui. Non è la prima volta che deve fare questo incarico. Ciaooo." aggiunge scappando prima di lasciarci parlare.

Guardo confusa il ragazzo che spinge il passeggino in salotto e chiude la porta con un calcio.

"Sarà la centesima volta che mi da in affidamento figli di sue amiche così può andare in giro."

Ridacchio vedendolo sedersi goffamente e guardare male il bambino.

"Non sarà così difficile dai..." provo a dire prima di ricevere una lancia immaginaria dai suoi occhi. "Come si chiama il bambino?"
"Chan."
"OH COME QUEL FIGO DEGLI STRAY KIDS-"
"Cos'hai detto?" 😇
"Nulla. Assolutamente nulla."
"Anche se ce un bebè posso sempre scoparti o fare frecciatine lo sai."
"Ma non se ci sono le telecamere." mi lamento avvocinandomi a lui e rimettendomi a cavalcioni.
"Non me ne frega niente. Io. Te. Letto."
"E diamo vita a un piccolo come lui?"
"Se vuoi anche 2."
"Park Jimin!" urlo imbarazzata nascondendo il volto nella sua spalla.
"Si?" scherza stringendo un mio glutei sorridendo.

Un lamento da parte del bambino distrae entrambi.

"Cosa vuole?"
"Sei tu la donna dovresti saperlo tu."
"Non l'ho partorito io. E prima hai detto che lo avevi già accurato."
"E va bene. Passamelo, sei più vicina tu."

Roteo gli occhi e mi alzo da lui.
Mi porgo verso il passeggino e gaurdo il piccolo rosso in volto.

Passo lentamente le mani sulla sua schiena per riuscire a prenderlo cercando di non rompergliela.

Lo avvicinò al petto mentre osservo il suo visino curioso.
Sorrido appena e contraccambia il gesto.

"Saresti una madre perfetta." sussurra la voce angelica al mio orecchio metre le sue braccia mi cingono a se.

Gli occhi del bambino saettano verso i suoi più scuri come attratti da una forza sovrumana.

"Ti ricordi di me, eh? Piccola peste."

In cambio riceve una linguaccia da Cahn che ritorna a gaurdare me.

"M... M.... M... Mama?"

Spalanco gli occhi e a momenti svengo.

"No piccolo. La tua mamma è a divertirsi." ammette Jimin non curante della reazione del piccolo.
"Mamaaaaaa!" urla iniziano a piangere fra le mie braccia.
"Deficiente ora che faccio?!"
"Ah che ne so dagli del latte."
"E dove lo prendo?!"
"Dalle tue tette?!"
"Jimin! Brut-to-sce-mo." dico intervallando una sillaba a uno schiaffo.

Subito il bimbo scoppia a ridere mostrando in suoi dentini bianchi spuntare fra le gengive rosee.

"Ji-min-ti-o-di-o." continuo facendo ridere il bebè.
"Hey hey bastaaa!" piagnucola scappando verso il divano e nascondendosi fra le coperte.

Il piccolo batte le manine e si spinge verso il corvino nascosto.

Vado verso il divano mentre lui sorride e Jimin si nasconde.

Pian piano, un occhio del maggiore, esce da lì e ci osserva sorridere.

"Pa... Pa..."
"Non sono il tuo papà." scherza uscendo del tutto dal nascondiglio. "Il tuo è a lavoro." sussurra rubando il corpicino minuscolo dalle mie braccia. "Però è molto simpatico il tuo papà." continua scontrando i loro nasini. "E anche alto quanto una giraffa. E sai quant'è alta? Tanto così!" esclama lanciando in aria il piccolo e prendendolo al volo.

Continua a farlo volare finché non si gira e tossisce fortemente.

"Dammi. Tu dovresti riposare." sussurro mentre si siede e lascia il piccolo sulle sue gambe.
"Sto bene, davvero. Era solo un po' di polvere."
"Jimin, fra i due sei tu il più piccolo ora."
"... Forse..."
"Riposati sciocco." lo obbligo sedendomi affianco.
Provo a prendere il bambino ma è comodamente accollato e addormentato al petto del ragazzo mentre si riscalda col suo calore.
"Mettiti almeno una maglia dopo." sussurro baciando la testolina piccola mentre parlo a Jimin.
"Adesso adesso." sbuffa indossandone una nera attillata. "Me lo dai anche a me un bacio?"
"Mm... No. Non saremmo in grado do fermarci."
"Daiiiii~"

Mordo il labbro e mi avvicino lentamente.

Ci scambiamo più veloci sguardi mentre le sue mani raggiungono la mia nuca e mi spingono a se. Ormai a qualche millimetro di distanza sorridiamo consci di poterci baciare ancora.

E poi successe... Quello che più aspettavamo

Ci baciamo.

È più che soffice dei soliti baci ma pieno di desiderio.

Uniamo anche le lingue a questa loro danza mentre non smettiamo di avvicinarci sempre più.

Un lamento del bimbo si fa vivo facendoci staccare sorridendo.

"Mi eri mancata." sussurra carezzando una guancia.
"Anche tu scemo."
"Alla fine l'hai fatto."
"Cosa?"
"Mi hai salvato dalla bugia."

Feelings aren't lies~ P.JM x readerWhere stories live. Discover now