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Ormai sono fuori da quella stanza  da 3 ore.
Sono circa l'una di notte e continuo a ricevere chiamate senza sosta da tutti i membri insieme a messaggi lasciati dalla segreteria telefonica.

"Cresci Park cresci!"

Si ripete nella mia mente la voce di Taehyung come un eco in montagna.

"Non siete adolescenti."

Vago per la città guardando i vari pub aperti decorati di luci led e di folla ammassata.

C'è chi fa cose sconce, chi fuma facendo volare in cielo piccole nuvolette di cotone intrise di tempera grigia,chi beve per dimenticare ma, quelli che mi attraggono di più, sono coloro che guardano il vuoto pensando a tutto e di più.

Magari anche loro sono nella mia stessa situazione. Spero di no per loro.

Continuo a vagare fino a quando non vedo una fontana.
Mi soffermo e inizio a specchiarmi sul riflesso azzurro e cristallino dell'acqua limpida che fa intravvedere le monetine sul fondo della vascha.

Nonostante le lacrime corse sulle mie guance, il trucco non si è ancora sciolto mentre, il mio chignone è nel peggiore dei stati.
Lo sciolgo e riprendo il percorso con meta imprecisa.

"Lui ti ama."
Basta.
"Sono arrivato prima io."
Basta!
"È O.C.C.U.P.A.T.A."
BASTAAAA!

Metto a tacere finalmente le voci nella mia testa tappandomi le orecchie.

Contino a gironzolare fra le vie più illuminate ma, involontariamente, verso le 2 arrivo davanti al hotel dove, poche ore prima, avevo assistito a un incubo.

La scena non ha mai smesso di volare fra i miei pensieri come piccoli aeroplani di carta volanti in una classe delle medie.

Entro e mi dirigo verso le nostre camere.
Vedo i 5 ragazzi, stanti e assisi a terra, appoggiati al muro della mia camera.
Vedendomi si risvegliano dallo stato di trans e si sistemano.

Mi avvicino a Jungkook e mi accucio. Gli tolgo la giacca e alzo la camicia vedendo com'è presa la sua schiena. Passo con delicatezza la mano sopra i lividi e rimetto apposto gli abiti. "Scusami. Avrei dovuto aiutarti." mi scuso mentre ripenso a lividi.
"Dove sei stata."domanda preoccupato Namjoon.
"In giro per la città." rispondo aiutando il più piccolo ad alzarsi da terra.
"Sei stata-." chiede molto più preoccupato Jin.
Intervengo dicendo "In posti visibili con gente, sì. Non sono così immatura da andare nei vicoli bui."
"Dove sono." continuo utilizzando un tono di voce più freddo guardando uno a uno i ragazzi davanti a me.
"Sono in camera tua. Abbiamo deciso che finché non si chiariranno non potranno né uscire né parlarti." spiega Yoongi mezzo addormentato.
"Non ne ho intenzione." ammetto. "Con chi dormo?" domando senza problemi.
I ragazzi indicano il più piccolo con lo sguardo e accenno un sì.
"Posso prendere le mie cose?" continuo guardando la porta d'ingresso.
Namjoon, inizialmente contrario, accetta e mi fa entrare.

Come se fossi una maga di Hogwarts i due ragazzi accucciati si alzano di colpo.
"I-i-io." prova a dire Taehyung ancora troppo scosso.
"Ti prego non volevo...." interviene Jimin prendendomi il polso.
Lo ingnoro completamente recuperando i pochi abiti dentro l'armadio, i miei oggetti personali in bagno e un pigiama.
In fine prendo una pochette dal tavolo di legno con dentro farmaci e medicinali.
Impassibile esco dalla porta della stanza come quando sono entrata.

Subito i hyung chiudono a chiave la camera mentre un Jimin urla perdono insieme al moro.

Per farli zittire tiro in calcio alla porta.

"Scusa per il disturbo." ammetto mentre metto sul tavolo della camera di Kookie le mie cose.
"Tranquilla, dovrei farlo io che non gli ho fatti smettere in tempo." interviene sedendosi sul letto.
"Ti metto questa." dico prendendo in mano una pomata che usavo di solito per le botte. "Farà poco in questo caso ma almeno diminuirà il dolore." spiego mentre incomincio a spalmargli la pomata sulla schiena nuda.
"Grazie." dice quando ho finito.
Dopo esserci messi a letto mi domanda "Faranno pace?"
"Sono imprevedibili, ma se vogliono parlarmi, immagino di sì." spiego fredda.
"Lo so che non è momento ma, mi dai un abbraccio?" chiede tremando quasi sul punto di piangere.
"Vieni qui." rispondo aprendo le braccia per accoglierlo.

Se la passa peggio di me.

Quella notte ci addormentammo entrambi abbracciati cercando conforto fra le braccia dell'altro, come due bambini che hanno bisogno di affetto e forza per continuare a vivere un incubo ad occhi aperti.

Feelings aren't lies~ P.JM x readerWhere stories live. Discover now