Capitolo 6

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Entro in classe in anticipo visto che stamattina Kat a scuola non c'è, mi aveva detto di essere impegnata nei preparativi del compleanno della nonna materna che vive in un'altra città, non molto lontana dalla nostra. Prendo il libro e inizio a ripetere come se non ci fosse un domani la vita di Jane Austen, autrice che ho sempre ammirato per il suo modo di scrivere, fluente e al contempo deciso.

Proprio mentre mi inoltro in Orgoglio e pregiudizio, sento rumori di passi accanto a me. Mi giro e vedo Cole che si dirige al suo banco con il muso lungo, le occhiaie e sguardo perso nel vuoto. Non ci sarà mica rimasto male per le cose che gli ho detto? non mi scuserò, io quelle cose le penso davvero e se lui vuole fare impressione diversa sulla gente deve impegnarsi a non portare a letto la prima ragazza che vede. Lo sento sbuffare dietro di me e mi volto per guardarlo.

<< Se credi che mi scuserò per quello che ho detto, ti sbagli. Quelle cose le penso davvero e, se non ti piace l'impressione che dai, devi impegnarti affinché la gente cambi idea >>

Resta in silenzio per un po', guardandomi negli occhi intensamente, poi scoppia a ridere.

<< Davvero pensi che mi interessi ciò che dice la gente di me, e ancor di più ciò che dici tu? >>

<< Oh, non lo penso, lo so e lo dimostrano le occhiaie che hai sotto gli occhi >>

Scoppia a ridere di nuovo. Perché lo trova così divertente? È normale che ci sia rimasto male ma dovrebbe ammetterlo e cambiare, non comportarsi in questo modo.

<< Angel face, le occhiaie le ho perché non ho dormito tutta la notte, non perché pensassi a te ma perché c'era una ragazza sotto di me che urlava il mio nome >>

Sto per replicare quando mi rendo conto di essere a corto di parole. Che cosa dovrei dirgli? Ingenua io che pensavo avesse sofferto per colpa mia. La campanella rompe il silenzio che si era venuto a creare già da qualche minuto.


Le ore sono trascorse lentamente senza la mia migliore amica al mio fianco, ma alla fine anche la campanella dell'ultima ora è suonata, annunciando la fine delle lezioni. Mentre torno a casa a piedi ripenso un po' a tutto ciò che è successo in quest'ultima settimana: la partenza di papà per la Spagna per via di un imprevisto lavorativo, Melanie che non è mai a casa o per un motivo o per un altro, le ripetizioni con Cole e a come sia cambiato il nostro rapporto dopo la tregua: siamo più tranquilli, non amici ma, anche se lui rimane il solito, non ci facciamo più scherzi o cose simili e questo è un motivo in più per rilassarmi. Arrivata a casa e ordinato al Mc, vado di sopra per farmi una doccia veloce. Entro e rimango sotto l'acqua per circa venti minuti, poi esco e mi avvolgo nell'accappatoio velocemente per andare ad aprire al facchino con il mio pranzo e, dato che starà aspettando già da dieci minuti, meglio non perdere tempo a cambiarmi se non voglio rimanere a digiuno. Quando si spalanca la porta, però, non trovo il solito ragazzo bassino, con il berretto rosso e la sua bicicletta con porta consegne ma uno alto, con i capelli in disordine, un chiodino di pelle e zaino in spalla: è Cole. Subito, in imbarazzo, mi nascondo dietro la porta ma con inutili risultati.

<< Cosa ci fai qui? >> chiedo sorpresa

<< Ciao anche a te. Come stai? Io sto bene, grazie per avermelo chiesto >> scimmiotta

<< Mi fai entrare? >>

<<No, no... cioè si però dovrei prima andarmi a cambiare, quindi ti toccherà aspettare >> faccio per chiudere la porta ma la blocca con un piede

<< Andiamo, non vorrai mica lasciarmi qui al freddo! >>

<< Freddo? Ma quale freddo che siamo a fine settembre >> affermo socchiudendo la porta, nella speranza che non entri e raggiunga la mia stanza. Salgo le scale velocemente, apro l'armadio e cerco qualcosa da mettermi; trovo una t-shirt e dei leggings e li indosso, piombando di sotto.

<< Finalmente ce l'hai fatta, ma ti fai sempre aspettare così tanto? Come fanno i ragazzi agli appuntamenti? >>

<< Dovrai farci l'abitudine >> dico ridacchiando

<< Mi stai chiedendo un appuntamento per caso? >> mi guarda serio

Immediatamente mi rendo conto di ciò che ho detto: brava Nina, tu si che sai evitare situazioni imbarazzanti! Come mi è venuto in mente di dire una cosa simile? Non siamo neppure amici e, di certo, non è con un ragazzo come lui che vorrei uscire.

<< Allora, mi dici perché sei qui? >> gli domando cambiando discorso.

<< Allora, mi dici perché sei qui? >> gli domando cambiando discorso

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