Capitolo 19

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<< Allora? >> batte un pugno sul banco che mi fa sussultare

L'attenzione è rivolta verso di noi. Tutti ci studiano, stando in silenzio e godendosi lo spettacolo. Talvolta scorgo qualcuno parlottare e ridere a nostre spese. A mie spese.

<< Calmiamoci >> interviene la signorina Roy dopo l'ennesimo atto violento di Cole che, con uno sguardo gelido, si alza dal banco ed esce dalla classe.

La lezione riprende e procede il giro di lettura ma io, ormai, sono altrove. Potevo farlo, era un mio diritto. Non ho firmato alcun contratto che mi vincolava ad incontrarlo quasi ogni santo pomeriggio. Non c'era scritto da nessuna parte che potesse avvicinarsi a me e sfruttarmi solo per i suoi sporchi comodi; e soprattutto nessuno ha detto di non potersi vendicare quindi, se questa si può considerarla tale, è la mia vendetta.

Nonostante io continui a ripetermi di non dovermi sentire in colpa visto che la prima ad aver ricevuto una delusione sono stata proprio io, il mio impulso mi dice di alzarmi e corrergli dietro per spiegargli tutto.

Inizio a pensare alle belle parole che mi ha detto qualche minuto fa. Mai, e dico mai, lo avevo sentito fare apprezzamenti non fisici ad una ragazza o una persona in generale. Inevitabilmente mi chiedo se abbiano ancora un valore e se pensa davvero di me ciò che ha scritto: questo mi fa stare ancora peggio.

La campanella suona la fine dell'ora e io non posso che esserne grata: voglio che questa giornata finisca al più presto. Accenno ad uscire dalla classe e prima mi guardo intorno, per essere certa che non ci sia Cole tra i paraggi. Via libera.

Mi rifugio in bagno per un po', sperando che sia terreno tranquillo per me e la mia mente che non smette di girovagare e preoccuparsi.

<< Ehilà Nina >> Julie si dirige verso lo specchio                                                                                                      

<< Ciao >> rispondo alla voce di gallina più odiosa che abbia mai sentito

Ritocca il trucco << Ho sentito che tu e il mio ragazzo avete litigato oggi, tanto per cambiare >> la smorfia sul suo volto mi rende nervosa ancora di più di quanto già lo sia. Aspetta un momento, ha detto 'ragazzo'?

<< Stagli lontana e non avrai nessun problema >>

<< Più di quanti ne ho già >> bisbiglio con me stessa e, alla richiesta di lei di ripetere, faccio finta di niente. Va via dal bagno, lasciandomi sola.

Fidanzato? Cole Smith fidanzato? Le mie orecchie, così come me stessa, non credono a ciò che hanno sentito, anche perché ciò implicherebbe ammettere il fatto che mi ha baciata quando sapeva benissimo di avere una ragazza e, se c'è una cosa che proprio non sopporto più dei dongiovanni, sono i traditori. Prendo lo zaino e cammino in classe, arrabbiata e confusa.





Le ore di storia sono state le più faticose ma, finalmente, sono sempre più vicina a mettere un punto a questa giornataccia e, sono sul punto di lasciarmela alle spalle, quando Cole urta contro di me. Mi aspetto che urli, che mi prenda per un braccio e mi trascini dietro un albero per parlare, ma non fa niente, si limita a lanciarmi un'occhiataccia e andare via.

Continuo per la mia strada verso casa, in uno stato d'animo indecifrabile, quando la sua macchina arriva ad un pelo dalla mia gamba. Il mio cuore salta in aria dallo spavento e quasi svengo, non appena mi rendo conto di essere a terra. Mi rivolge degli insulti ma poi, guardandomi, la sua faccia diventa preoccupata. Scende dall'auto e mi viene in contro.

<< Stai bene? >> domanda allarmato

<< S-si, non è niente >> mi sforzo di rialzarmi da terra, mentre lui mi porge la mano

<< Ti accompagno a casa >> afferma e, nonostante io declini più volte l'offerta, non sente ragioni e mi fa sedere accanto a lui.

Il suo tono sembra gradualmente addolcirsi intanto che mi chiede se sia sicura di sentirmi bene. Non so proprio come comportarmi, per questo decido di non dire niente e lasciarlo guidare in santa pace fin quando, prima di scendere, non riesco più a trattenere le lacrime.

Mi fissa sbigottito << Che ti prende? Se hai dolore da qualche parte io ti porto in ospedale...>>

Scuoto la testa e lo saluto, abbandonando l'abitacolo, dal suo profumo dolce e intenso, e ringraziandolo di nuovo.

Non appena metto piede sul gradino, però, qualcuno mi tira il braccio

<< Mi puoi spiegare che ti è preso, per favore? >> Cole si sforza di mantenere un tono di voce normale

Faccio la finta tonta << Di che parli? >>

La sua faccia diventa furibonda << Mi prendi per il culo, cazzo! >> urla

La mia bocca si apre per dare fiato ad una risata isterica << Ora sono io quella che prende in giro la gente? Sono io quella che ha sbagliato? >>

<< Si, sei tu che mi hai umiliato davanti a tutti, sei tu quella che doveva parlarne con me prima di prendere una decisione! >> alza le braccia al cielo

<< Ah, dovevo parlare con te? Perché tu chi sei? Hai avuto rispetto per me? Sei fidanzato con un'altra e mi hai baciata, più di una volta. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se quella sera, in macchina, non ti avessi fermato, magari sarei entrata a far parte della classifica mediocre delle ragazze che ti porti a letto >>

Lo sguardo gelido che mi rivolge mi fa sentire pietrificata.

<< Sai cosa ti dico? Hai ragione: ti ho solo usata e abbindolata con delle stronzate. Credevi davvero che io pensassi ciò che ho scritto? Beh, ti sbagli di grosso. Sei solo una povera ingenua paranoica che ha paura di chiamare la sua matrigna "mamma" e che va in giro con un'agenda stupida >> sogghigna

Non intendo dargli la soddisfazione di vedermi in lacrime ancora una volta ma, allo stesso tempo, il mio animo implora di lasciarsi andare e manifestare ciò che prova. Si, forse un po' ci speravo davvero che quelle cose fossero vere, forse un po' speravo di essere capita davvero da qualcuno. Quanto tempo ci è voluto per superare tutte le mie difficoltà, i miei problemi e le mie paure: non lascerò che lui riapra le mie ferite.

<< Ciao >> questa è l'unica parola che pronuncio prima di voltargli le spalle. Non mi volto o tentenno neppure un momento: Non merito questo solo perché ho scelto di pensare a me stessa e al mio bene.

 Non mi volto o tentenno neppure un momento: Non merito questo solo perché ho scelto di pensare a me stessa e al mio bene

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Apparently, I hate youWhere stories live. Discover now