Capitolo 7

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<< Da cosa vogliamo iniziare? >> gli chiedo mentre lui, di fianco a me, studia il salotto

Ridacchia << Come, non mi fai fare il giro della casa? >>

<< Cole, sei qui per studiare o cosa? >>

Fa finta di pensarci su, poi il suo volto è illuminato da un sorriso. Si avvicina al mio orecchio con fare alquanto sospetto, sfiorandomi. Un brivido mi attraversa il corpo.

<< Non credo che tu sia una buona padrona di casa >> sussurra

<< E io non credo che tu sia un buon alunno >> dico spostandomi, cercando di mascherare il mio imbarazzo e apparire seria ma disinvolta, proprio come sempre

<< Su questo possiamo lavorare ma prima voglio vedere la tua camera >>

<< E per quale motivo? >> domando correndo dietro di lui per le scale

<< Mmh, vediamo. Si, questa deve essere proprio la tua stanza >> afferma davanti una delle tante porte bianco laccate del piano di sopra. La mia porta. Senza cercare consenso la apre e entra nel mio mondo.

Ammira le pareti lilla pastello, le certificazioni dei livelli di lingua che le tappezzano, il lungo specchio posto davanti l'armadio, le tende arricciate che nascondono la visuale sul giardino e il mio letto affiancato dal comodino ricoperto di libri. Si dirige verso la finestra e si siede sulla cassapanca posta al di sotto, prende uno alla volta i cuscini poggiati sopra di essa, li studia tra le sue mani, borbotta "carini" e li getta a terra.

<< Ma prego, fa come fossi a casa tua >> esclamo infastidita, inginocchiandomi a raccoglierli

<< E così questa è la tua stanza... >>

<< Già. Posso sapere come hai fatto a riconoscerla? >>

<< Ho seguito il mio istinto >>

<< Interessante >>

<< Non sono il superficiale che credi >>

<< Oh, certo, ne sono sicura >> dico retoricamente

<< Studiamo qui? Vado a prendere lo zaino >>

<< E se non volessi un idiota 'non superficiale' nella mia stanza come la mettiamo? >>

<< Non la mettiamo >> si alza e scende di sotto. Sento i suoi passi allontanarsi e per me è un sollievo perché ciò significa che posso trascorrere almeno il prossimo minuto in santa pace, senza fingere di essere l'antipatica sicura di sé che, ahimè, nella realtà non sono. Mi siedo sul mio letto e, per rilassarmi, afferro "Il ritratto di Dorian Gray" ma, non appena riprendo il segno della mia lettura, una figura in sorprendente silenzio si siede accanto a me.

<< Oscar Wilde? >> chiede guardando la copertina ingiallita

Annuisco a faccio per posarlo quando lui mi blocca.

<< Perché? >>

<< Perché tu sei qui e dobbiamo studiare >>

<< Si ma, dato che mi hai permesso di restare, penso proprio di doverti dimostrare di essere un bravo alunno >>

Scoppio a ridere e lui mi guarda stranito

<< Che c'è? Sbagli se credi che io non sia in grado >>

<< No... è che- >> cerco di terminare la frase ma le risate mi bloccano di nuovo. La sua faccia in questo momento è troppo buffa e non riesco a trattenermi.

Apparently, I hate youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora