Capitolo 12

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Le sue mani mi stringono i lati delle gambe, spostando leggermente la gonna del vestito più in alto. Le nostre lingue sembrano completarsi e danzare insieme, trasformando il bacio semplice dell'inizio in uno bramoso e ardente, dal quale emerge il desiderio. Continua ad accarezzarmi e, stavolta, raggiunge l'interno coscia. Una nuova sensazione mai provata prima si fa viva nel mio basso ventre e sembra diffondere pizzicotti. L'effetto dell'alcol mi annebbia la mente ma la lucidità riaffiora non appena gli anelli freddi vengono a contatto con la mia pelle accaldata. La combinazione è mozzafiato ma non posso lasciare che accada; non ora che sono ubriaca e, soprattutto, con la persona che, da sobria, non guarderei neppure se fosse l'ultimo ragazzo sulla terra, vista la sua arroganza.

<< I-io >> balbetto con il respiro affannato. I suoi occhi verdi, lievemente arrossati, mi scrutano silenziosi.

<< Non fa niente >> la sua voce, prima roca, non lascia trasparire alcuna emozione. L'aria di imbarazzo e silenzio assoluto si diffonde nell'abitacolo. Mi sento una stupida ad aver rovinato un momento così unico.

<< Come facevi a sapere che il disinfettante si trovasse proprio lì? >> domanda, cambiando argomento e riuscendo a stemperare l'atmosfera divenuta pesante già da qualche minuto.

Mi viene da sorridere << Anche mio padre lo tiene nel cruscotto per le emergenze >>

<< Davvero? >>

Annuisco. Sono felice che sia calmo ora e, soprattutto, che non se la sia presa perché l'ho fermato. Mi faccio coraggio e mi avvicino di nuovo alle sue labbra: voglio sentire di nuovo il suo fantastico sapore di fragola. Ricambia il mio bacio.

<< Ma tu non mi odiavi? >> chiede sulla mia bocca

<< Mmh mmh >> rispondo << Ma credo di poter dimenticare quanto sei insopportabile almeno per stasera >> aggiungo

Ridacchia << Dici? >>

<< Ti ricordo che anche tu mi provochi sempre, quindi non sono l'unica a dover fornire una spiegazione >>

<< Oh, io lo faccio perché mi diverte >> si china ad annusarmi il collo

<< Bel modo di divertirti! >> esclamo con tono canzonatorio

Mi lancia uno sguardo beffardo << Si, ma adesso ne ho trovato uno migliore >>

<< Allora dovrai prendermi altri drink se vuoi che ti conceda l'onore di ficcare la testa tra le mie gambe >>

Oh mio dio, non l'avrò detto sul serio!

Si ferma << Quanti ne hai bevuti stasera? >> ha intenzione di farmi la predica

<< Forse due o tre >> faccio un gesto liquidatorio con la mano

<< Due, tre cosa? >>

Non mi va di rispondergli, così non lo faccio. Dalla sua espressione in attesa, comprendo che non approva ma non mi importa, voglio tornare a baciarlo e toccare quei morbidi ciuffi disordinati. Non appena ci provo, mi blocca.

<< Sei ubriaca >>

Gli strizzo i capelli << Quindi? >>

<< E quindi non sei in te, meglio che ti riporti a casa >>

Mi imbroncio << Guarda che non sono una delle tue amichette >>

<< Cosa? >>

<< Hai sentito. Anche se sei stato tu ad iniziare ciò non ti dà il diritto di dirmi quando smettere e, tanto meno, di portarmi via di qui >> lo accuso

<< Cercavo semplicemente di aiutarti >>

<< Beh, non mi serve il tuo aiuto. Ora riprendo parte alla festa >> annuncio, muovendomi sopra di lui

<< Facciamo che torni a casa a dormire >> afferma, staccandosi da me e sollevandomi leggermente per farmi tornare al mio posto. Mette in moto l'auto e parte.

Vorrei tanto insultarlo, dirgli le cose peggiori che mi passano per la testa e costringerlo a fermarsi ma il mio fisico non ne ha le forze. È incredibile la sua capacità di sfinirmi; il fatto che debba sempre dominare su tutto mi infastidisce e non poco. Una dormita mi farebbe proprio bene, sono stanca. Sui miei occhi sembra gravare un peso che mi spinge a chiuderli e riaprirli poco dopo. Inizio a sentire un forte senso di nausea e un lieve mal di testa. Sbatto le palpebre tre o quattro volte ma rimanere svegli è difficile se ci si sente così spossati. Mi rannicchio sul sedile e, qualche isolato dopo, mi ritrovo davanti casa mia. Apre la portiera e mi tira fuori, prendendomi come fossi una sposa. Metto un braccio dietro il suo collo e mi abbandono, cedendo al sonno, mentre il suono di un campanello vibra nella notte.

<< Cosa le è successo? >> la voce preoccupata di mio padre è l'ultima cosa che riesco a sentire

<< Cosa le è successo? >> la voce preoccupata di mio padre è l'ultima cosa che riesco a sentire

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