Capitolo 16

4.1K 183 94
                                    




Osservo i miei piedi conciliarsi. Prima destro, poi sinistro, proseguono calpestando quel marciapiede tanto familiare. Guardo dritta di fronte a me, verso la porta della lussuosa villa che presto sarà, per ben la seconda volta, sede delle mie sventure. Mi faccio coraggio e, non appena salgo il primo scalino, una voce alle mie spalle mi richiama.

<< Angel, finalmente ce l'hai fatta. Cos'è, avevi dimenticato la strada? >>

A quelle parole la voce nella mia testa rivendica per l'ennesima volta di aver ragione. Non so cosa replicare perciò, in tutta risposta, resto ferma immobile dove mi trovo.

<< Ehi, neppure mi saluti? >> fa il finto offeso

<< Io... sono qui perché dobbiamo fare un compito e ti ricordo che sei stato tu ad invitarmi! >> esclamo

<< Bene, ho la prova che sei la vera Nina ora >>

<< Mi spieghi cosa dobbiamo fare? >> mi porge la mano, invitandomi a scendere. Provo a fulminarlo con lo sguardo e ho la conferma di esserci riuscita perché si tira indietro, lasciandomi lo spazio per passare.

<< Ognuno di noi costruisce un personaggio agli occhi degli altri; Mrs. Roy vuole che, trascorrendo del tempo insieme, ci soffermassimo sulla vera persona >>

Sembra pensarci su poi esordisce << Che grandissima cazzata! >>

<< Perché? >> domando, nella speranza di ottenere materiale su ciò che pensa e concludere al più presto il nostro incontro.

Comincia a camminare e si ferma davanti il garage aperto. La mia curiosità è più forte dell'insicurezza e, per questo, sbircio all'interno. Pareti rosse, chitarre, dischi e libri ornano quell'ambiente che dovrebbe essere un luogo dove conservare oggetti che ormai non si usano più. La sua Jeep nera, perfettamente lucida, si trova al centro del quadro a dir poco perfetto.

<< Non pensavo che fossi una persona così ordinata >> la mia bocca parla da sola riflettendo i miei pensieri

<< Non sai tante cose di me >> afferma, entrando nell'auto.

Dopo averla tirata fuori con solo due manovre, apre la portiera. Salire su quella macchina è come cadere nella botola dei ricordi. Cerco di passare oltre i brividi che mi scuotono lungo il corpo e sembrare disinvolta.

<< Dove stiamo andando? >> chiedo mentre usciamo dal cancello

Si porta un dito alle labbra e sussurra un 'shh'. Stringo tra le mani il quaderno dove ho scritto gli appunti durante l'ora della Roy e subito, sotto il nome Cole, faccio un puntino e annoto: incredibilmente insopportabile. Lui distoglie lo sguardo dalla strada e allunga il collo per leggere oltre la copertina che, ovviamente, ho alzato per non fargli vedere.

<< Non sono insopportabile >>

Alzo il sopracciglio. Non sta scherzando.

<< Oh, si che lo sei! >>

<< No, non lo sono per niente >> ribatte in tono giocoso. Tiro un sospiro di sollievo: finalmente l'aria si alleggerisce un po' nell'abitacolo che mi stava sopprimendo.

La musica è in sottofondo quando, alzando gli occhi sul finestrino, scorgo un paesaggio mozzafiato. Il sole, che sta quasi per tramontare, risalta il verde del prato perfettamente imperfetto. Qualche margherita bianca spunta tra i tanti ciuffetti di erba che dividono bruscamente lo spazio pianeggiante con il blu del cielo in cui le nuvole sembrano soffice zucchero filato. Ferma l'auto e scendiamo: i miei occhi si illuminano per la tanta bellezza. Giro su me stessa, aprendo le braccia per accogliere la quiete di questo posto magico.

Apparently, I hate youWhere stories live. Discover now