Capitolo 15

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<< Ti sembra questo il modo di sparire? >> mi canzona la mia migliore amica non appena metto piede fuori dalla porta di casa.

<< Mi dispiace, ho avuto molte cose a cui pensare. Prometto che non succederà mai più >>

Dal suo sorriso capisco che, per questa volta, mi ha perdonata.

<< Com'è andata col barista? >> urto leggermente la sua spalla, cambiando argomento.

Le sue labbra si schiudono << Beh, diciamo che è stata una bella sorpresa >>

Ridacchio << Una bella sorpresa? >> quasi urlo.

<< Già, credo che Ryan mi piaccia >>

Cerco i suoi occhi e dall'intensità del suo sguardo traspare chiaramente sincerità. O mio Dio la mia migliore amica ha preso un colpo di fulmine! Non c'è bisogno di aggiungere altro, perché le nostre facce parlano.

<< Tu, piuttosto, non hai nulla da dirmi? >>

Un profondo senso di colpa si fa spazio tra le mie sensazioni mentre pronuncio la parola 'niente'. So che forse dovrei dirle cosa è successo dopo la festa, quando sono entrata in quella maledetta macchina ma a quale scopo? Quel bacio non ha alcuna importanza, ero ubriaca e ho agito senza pensare. Non mi va di tornare sull'argomento e tanto meno di parlarne con il diretto interessato.

Arriviamo in classe con qualche minuto di ritardo. Mi guardo intorno e, oltre a constatare che la signorina Roy non è ancora seduta alla cattedra, noto che il banco dietro di me è vuoto: Cole è assente.

Cosa gli sarà successo? Si è sentito male o, peggio ancora, dopo aver fatto a botte con quel tipo avrà avuto un'emorragia interna, causata da un pugno troppo forte, che si è manifestata solo dopo ore? La mia mente viaggia a mille chilometri orari, immaginando tutti gli scenari possibili che potrebbero essersi realizzati per causa mia.

<< Buongiorno ragazzi >> la professoressa entra in classe.

<< Come state? Oggi ho preparato un'attività fantastica per voi! >> annuncia, riportandomi alla realtà. La osserviamo tutti mentre estrae dalla borsa una scatola rossa con un bellissimo fiocco bianco e la poggia su un banco sotto la finestra.

<< Mi piacerebbe che, nell'arco della giornata o quando ve la sentite, scriviate un bigliettino dove descrivete e manifestate le vostre emozioni o sensazioni, condividendole con me e con i vostri compagni. Ovviamente la modalità potete sceglierla voi: se vi sentite maggiormente a vostro agio scrivendo in anonimo, fate pure, l'importante è che scriviate >>

<< Spero che lo facciate tutti. Scrivere è una delle cose più belle: tutto ciò che ci passa per la testa, se messo per inscritto, sembra più completo e veritiero pertanto, per iniziare, sarò io ad inserire un biglietto all'interno di questa scatola. Potete leggerlo ora oppure aspettare la prossima lezione per discuterne >> aggiunge.

<< Volevo discutere con voi anche al proposito di un compito che pensavo di assegnarvi >>

<< Ci sarà ovviamente una valutazione per questo lavoro che consiste nel formare coppia con un compagno e passare del tempo insieme. In montagna, al mare, o da Waves poco importa, lo scopo è quello di andare oltre le apparenze e carpire l'essenza della persona, non del personaggio che ognuno di noi si costruisce agli occhi degli altri >>

La guardo ammirata. È così profonda e, allo stesso tempo, dolce: è questo che la rende la mia professoressa preferita in assoluto.

<< Per quanto riguarda le coppie, le scriverò alla lavagna a fine della lezione >>

Ascolto attentamente ogni singola parola, esaltandomi per questa iniziativa che trovo decisamente interessante e alla quale parteciperò più che volentieri. Al diavolo la festa, i drink e Cole, voglio continuare a vivere la mia vita, proprio come ho sempre fatto.





<< Ne vuoi dell'altra, tesoro? >> mi chiede mio padre, fissandomi con un'espressione tenera, indicando il mio piatto pieno delle briciole dalla torta salata che mi ha preparato.

<< Si, grazie >>

Lo osservo dirigersi in cucina e, con quel suo fare buffo solito di quando è ai fornelli, taglia un'altra fetta di torta.

<< Non credo che Melanie sarà felice di sapere che in due, in soli venti minuti, l'abbiamo quasi finita >> esordisco e lui ride.

<< Vorrà dire che lei dovrà accontentarsi del pollo di ieri oppure ordinerà qualcosa >> spalanca la bocca e ne mangia un morso.

<< Oh, Nina, devo dirti una cosa >> riprende dopo aver buttato giù un bicchiere d'acqua.

Alzo gli occhi su di lui nell'attesa che parli.

<< Stamattina sono rimasto qui perché avevo la possibilità di lavorare da casa, dovendo firmare solo delle autorizzazioni, ed è passato un ragazzo, lo stesso che ti ha riaccompagnata a casa dopo la festa >>

Il boccone mi va traverso e mio padre fionda in piedi, allarmato. Fortunatamente riesco a tornare in me stessa dopo un sorso d'acqua e dei respiri profondi.

<< Allora? >> lo esorto a continuare.

<< Mi ha detto che doveva restituirti dei libri e, gentilmente, si offerto di salire in camera tua per non distrarmi dal lavoro >>

Ma di quali libri parla? Gentilmente? Cole Smith, gentile? E perché mai si è presentato a casa mia proprio di mattina, sapendo che sarei stata sicuramente a scuola? I conti non tornano. Mi alzo dalla tavola, visto il mio stomaco ormai attorcigliato, e mi dirigo per la prima volta dopo essere tornata dall'intensa mattinata in camera mia. Studio puntigliosamente la stanza, cercando di capire dove si nasconda la trappola. Mi avvicino alla scrivania e trovo un foglio bianco ripiegato. Lo prendo tra le mani e lo apro lentamente, temendo che all'interno possa esservi un insetto gigante o qualcosa di disgustoso: da Cole c'è da aspettarselo. Con mia sorpresa, però, sul foglio bianco sono impresse delle semplici lettere scritte a penna. La situazione è tutt'altro che piacevole. Prendo un bel respiro e leggo.

'Per il lavoro della signorina Roy: vieni oggi pomeriggio da me?'

Inspiegabilmente, il mio cuore batte forte e, pian piano, sembra calmarsi. Mi siedo sulla sedia di fronte la scrivania. Come diamine ha fatto a scoprire così velocemente del compito se oggi non ha preso parte neppure alle lezioni! Non è infastidito dal fatto di dover fare coppia con me? La mia testa si arrovella ma poi mi rendo conto di non poter dare un'effettiva risposta alle mie domande. Ce n'è una, in particolare, che mi tormenta: abbiamo il cellulare, perché non mi ha mandato un semplice messaggio ma è venuto a casa mia per lasciarmi questo pezzo di carta?

Mi dondolo sulla sedia, cercando di prepararmi psicologicamente ad affrontare questo incontro. La cosa certa, però, è che non tirerò in ballo il nostro bacio neanche sotto tortura.


 La cosa certa, però, è che non tirerò in ballo il nostro bacio neanche sotto tortura

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