Capitolo 17

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Il viaggio in macchina è stato tranquillo, per modo di dire. Non riuscivo ancora a riprendermi anche se, alla fine, credo di essere tornata in me stessa svariati minuti dopo, aiutata dal silenzio e dalla strada deserta che percorrevamo.

<< Allora, credo che sia andata bene, no? >> dice, non appena si ferma davanti casa mia.

<< Ehm, si >> rispondo solo, non capendo a cosa si riferisca

Si avvicina per darmi un bacio sulla guancia e io lo lascio fare << Ci vediamo domani >>

Lo saluto e osservo mentre pigia sull'acceleratore e sfreccia a tutta velocità davanti ai miei occhi.

Entro in casa e ho intenzione di andare in camera mia, per portare a termine questo lavoro di coppia, ma prima vengo travolta dai miei pensieri. Improvvisamente la mia mente ritorna al momento in cui le mie labbra si sono unite alle sue ed ecco di nuovo comparire la strana –ormai familiare—sensazione allo stomaco, che mi suscita un sorriso.

Noto, sul tavolo della cucina, un vassoio colorato. Curiosa, lo apro lentamente e afferro una ciambella, divorandola voracemente per via della fame.

Dopo essermi costretta a non pensare più e ad abbandonare quelle delizie, salgo di sopra e apro lo zaino alla ricerca del mio quadernino rosa.

Guardo dappertutto ma quelle pagine bianche sono decise a non farsi trovare.

Oh no, non dirmelo! L'ho dimenticato in macchina di Cole! Accidenti, ma dove ho la testa!

Inizio a considerare il da farsi e arrivo alla conclusione di dover andare a casa sua a recuperarlo.

Esco di casa e dopo qualche minuto rieccomi davanti questo cancello che questa volta, stranamente, è aperto così, nonostante sia un gesto scortese, entro. La porta di casa è socchiusa e l'impulsività ha la meglio quando devo scegliere tra suonare o irrompere direttamente.

Senza tutti quei ragazzi che ballano e urlano, senza bicchieri d'alcol dappertutto e la puzza di vomito, questa casa è completamente diversa. Sento dei rumori strani provenire dal piano di sopra, come se qualcuno stesse martellando contro la parete per fissare un chiodo. Intraprendo le scale, determinata a scoprire di cosa si tratta e sentendomi come un agente 007. Improvvisamente sotto la mia scarpa avverto qualcosa di più morbido del parquet, abbasso lo sguardo: magliette, reggiseno, mutande e scarpe sono sparsi sul pavimento in modo disordinato. Dei gemiti si fanno man mano più forti mentre mi avvicino ad una porta, che spero con tutto il cuore essere quella della camera della signora Smith.

Mi sembra di sentire il mio cuore urlare quando i miei occhi contemplano Cole fare sesso con Julie. I capelli biondi e ondulati di lei si muovono ritmicamente mentre si agita su di lui.

Accanto al letto, sul comodino, individuo il mio quadernino e, tra le pagine, una penna come segnalibro.

Scappo via, giù per le scale, provando un' emozione che non saprei descrivere. Cos'è? Rabbia? Disgusto? Disprezzo? Si, sarà sicuramente uno di questi sentimenti che tiene in pugno il mio stomaco, accartocciato e distrutto.


L'acqua mi scorre veloce lungo il corpo, mentre la mia mente continua a ripensare a ciò che ho visto. Continuo a ripetermi che non dovrebbe avere importanza per me con chi lui va a letto visto che ci odiamo e siamo in buoni rapporti solo per quelle dannate ripetizioni, eppure c'è qualcosa che proprio non vuole saperne di abbandonare la mia testa e che cerco di ignorare con tutta me stessa.

Dopo aver asciugato i capelli e essermi messa comoda, scendo le scale e subito papà e Melanie mi guardano, in attesa che dica qualcosa. Vogliono sapere cosa mi è accaduto visto che, appena tornata qui, sono filata dritta in camera mia senza dire una parola e neppure salutarli.

<< Che fate? >> chiedo, sperando che capiscano di non dover fare domande

<< Ti aspettavamo per la cena. Hai fame? >>

L'elefante che calpesta il mio stomaco dice di no ma dalla mia bocca esce una risposta affermativa.

<< Bene, mi aiuti a preparare qualcosa? >> mi abbraccia Melanie

Tra sorrisi, momenti in famiglia e verdure, riesco a dimenticare quello che è successo questo pomeriggio, dal bacio a quella scena disgustosa, accoccolandomi tra calde lenzuola del mio letto e inoltrandomi nella lettura, mia unica fonte di salvezza e svago in questo mondo dominato da una società crudele.

Sto per spegnere la lampada quando mi ricordo di una cosa: Cole ha libero accesso al mio quadernino, quindi ai pensieri che ho scritto durante la giornata.

 Sto per spegnere la lampada quando mi ricordo di una cosa: Cole ha libero accesso al mio quadernino, quindi ai pensieri che ho scritto durante la giornata

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