Capitolo 13

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Mi sento osservata. Avverto che qualcuno ha i suoi occhi posati su di me, in attesa che io apra i miei. Provo a voltarmi dall'altro lato e dargli le spalle ma la persona in questione rimane seduta sul mio letto, con un braccio steso verso di me. Devo svegliarmi – o meglio fare finta—e scoprire di chi si tratta. Non appena provo ad aprire gli occhi, una luce accecante filtra dalla finestra, accentuando il mal di testa. Senza pensarci mi porto le mani ai lati del capo, sulle tempie, come se questo potesse aiutarmi.

<< Come ti senti? >> Melanie mi accarezza le gambe, nascoste sotto le coperte

Aspetto qualche minuto per rispondere << Bene >> dico, continuando a massaggiarmi la fronte

Prende un bicchiere sul comodino e me lo porge.

<< Bevi questo, dovrebbe aiutarti >>

Annuisco e lo afferro.

<< Nina, mi sembra di capire che la festa era uno sballo >> ridacchia

<< Già >>

<< Cosa hai bevuto esattamente per ridurti in questo stato? >>

<< N-non lo so, credo conti di più il fatto che ieri sera sia stata la mia prima volta >>

Sgrana gli occhi << Oh mio dio >>

<< Con chi l'hai fatto? Avresti dovuto concedere l'onore ad un ragazzo che ti amasse davvero, non al primo che ti si è buttato tra le braccia mentre eravate ubriachi >> continua agitata.

Resto interdetta per qualche secondo poi replico << Infatti è quello che intenzione di fare. Mi riferivo al fatto che è stata la mia prima sbronza >> ammetto in imbarazzo

Tira un sospiro di sollievo e sorride << Scusami, ma visto che ti ha accompagnata quel ragazzo pensavo che... >>

<< No >>

Aspetta un momento, ieri sera mi ha portata a casa un ragazzo?

<< Bene, arriverà il tuo momento e sarà fant- >>

<< Chi era? >> chiedo, interrompendola

<< Il principe azzurro che sul suo cavallo bianco ti ha gentilmente condotta alla nostra umile dimora? Non lo so >> è sarcastica

Cosa? No, no, no! Deve saperlo. Io devo sapere con chi ho trascorso del tempo mentre ero sotto l'effetto dell'alcol e cosa è successo.

<< Descrivimelo >> pronuncio questa parola quasi come un ordine

Ci pensa su, poi inizia a parlare << Alto... capelli scuri... fisico da atleta... e camicia nera >>

Oh, andiamo, ce ne saranno stati una centinaia così, ho bisogno di più informazioni e dettagli.

<< occhi verdi. Si, aveva degli occhi verdi bellissimi >>

Dubito che fosse la persona che è nella mia mente in questo momento, ciononostante non mi sento di escluderla. Faccio cenno con la mano di continuare.

<< Forse, e dico forse, aveva anche dei tatuaggi sulle braccia; per non parlare del sorriso perfetto. Si, devo dire che era molto carino, anche se tuo padre non condividerebbe >>

Mi lascio cadere sul letto, pensierosa

<< Tu riposa e smaltisci la sbornia, okay? >> mi saluta prima di uscire dalla stanza

Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo. Calma Nina, cerca solo di concentrarti. Inizio a girovagare con la mente, cercando di rivivere la scorsa serata. Kat mi ha raggiunta, ci siamo preparate e siamo uscite; arrivate a scuola, il preside ci annuncia che la palestra è allagata e quindi la festa è annullata, ma ancora nulla è perduto, infatti Cole ci invita a divertirci a casa sua. Facciamo le squadre e ci dividiamo i compiti e a me tocca di andare a fare la spesa con lui; mi rifiuto ma mi carica sulle spalle e mi conduce alla macchina. Dopo aver comprato fiumi di alcol, andiamo via ma lui mi lascia sola e io mi arrabbio; sto per cadere ma mi aiuta, così ci rimettiamo in macchina per raggiungere gli altri. A casa sua, trovo la mia migliore amica a parlare col barman e decido di lasciarli soli, mentre sorseggio qualcosa. Ballo... ballo e poi qualcuno è a terra e viene colpito ripetutamente. Lo sguardo indemoniato... i gemiti di dolore... vuoto.

Batto le mani sul materasso, nervosa. Non è possibile che l'ultima cosa che ricordo sia questa. Cielo, questo mal di testa lancinante non mi aiuta, non berrò mai più! Forse dovrei chiamare Kat e chiederle se sa qualcosa, sicuramente mi avrà tenuta d'occhio. Sporgo il braccio per prendere il cellulare sul comodino. La luminosità, troppo alta, sembra farmi uscire gli occhi fuori dalle orbite. La abbasso al minimo e pigio sull'icona verde del telefono. Tre chiamate perse, e tutte da parte sua. Squilla ma attendo ben due telefonate prima che, al posto della segreteria, a rispondermi sia lei.

<< Nina >>

<< Kat >>

<< Che fine hai fatto ieri sera, ero in pensiero per te >> dichiara con voce ancora impastata dal sonno

<< Io... speravo che me lo dicessi tu >>

<< Che vuoi dire? >>

<< Non ricordo cos'è successo dopo... dopo l'aggressione in pista >>

Resta in silenzio << Cosa? >> chiede

<< Si, l'ultima cosa che mi viene in mente è che qualcuno è stato aggredito ma poi... >> lascio la frase in sospeso. Il silenzio che si crea tra noi dopo le mie parole mi rende nervosa.

<< Allora, ieri mentre ballavi si è avvicinato un ragazzo >> aspetta che emetta un suono di approvazione per proseguire ma le lacrime mi salgono agli occhi, temendo il peggio

<< Ehi, non ti ha sfiorata neppure con un dito >> mi rassicura

<< Cole l'ha fermato e, per farlo, l'ha picchiato >>

Mi assale il panico << E come sta ora? >>

<< Il ragazzo o Cole? >>

<< Entrambi >> rispondo

<< Cole non lo so, ha preso qualche pugno ma nulla di grave. L'altro ragazzo inv- >>

Kat parla dall'altro campo del telefono ma io non la ascolto più. Il taglio sul labbro e sul viso, il batuffolino, il manubrio freddo a contatto con la mia schiena scoperta per via del vestito, il sapore di fragola della sua bocca misto al sangue. Ricordo tutto.

<< Ora devo andare >> dichiaro alla mia migliore amica che, nel frattempo, era passata a raccontarmi della sua avventura con il tipo che mi aveva preparato i biglietti per due ore in paradiso, proprio come un angelo.

<< Ora devo andare >> dichiaro alla mia migliore amica che, nel frattempo, era passata a raccontarmi della sua avventura con il tipo che mi aveva preparato i biglietti per due ore in paradiso, proprio come un angelo

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