Capitolo 36

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Un improvviso tonfo mi fa sussultare.

Fuori piove e, nonostante detesti l'idea di trovarmi sotto il suo stesso tetto, mi vedo costretta a trascorrere la notte qui. Non voglio allarmare mio padre che a quest'ora sarà beatamente dormendo.

Controllo per la decima volta l'orologio: segna l'una. Sono sola in uno chalet, che per giunta conosco a mala pena, ed è notte fonda. Mi siedo, appoggiando la testa contro il muro, ormai rassegnata al fatto che non riesco a prendere sonno.

Nel silenzio più assoluto, sento dei passi al piano di sotto e scatto in piedi.

Per concludere bene questo stupido viaggio ci mancavano solo i ladri! Certo, forse avrei dovuto aspettarmelo vista la casa di lusso in cui soggiorno come ospite e avrei dovuto chiudere la porta a chiave.

Mi guardo intorno per cercare un nascondiglio. Gli unici posti che mi sembrano plausibili per non essere scoperta sono lo spazio sotto il letto e l'armadio. Mentre penso a come muovermi, mi viene in mente una cosa importantissima. Se decidessi di scegliere il letto e mi tirassero fuori per le gambe?

Deglutisco, mentre un brivido di paura mi attraversa il corpo.

Spengo la luce e scappo nell'armadio. Sento qualcosa fare pressione dietro la mia schiena e allungo le mani per vedere di cosa si tratta: una mazza da baseball é appesa con un laccio all'asta dell'appendiabiti. Faccio appello a tutto il mio coraggio per convincermi a colpirlo alle spalle, sempre che si tratti di un'unica persona. Al buio, tremando come una foglia, cerco di respirare nella maniera più silenziosa possibile. I passi si fanno sempre più vicini, ciò vuol dire che presto raggiungerà la stanza.

Calma, Nina. Ce la puoi fare, tu ce la fai sempre.

Una vibrazione mi fa sussultare: proviene dal mio cellulare.

Maledizione! Odio Cole con tutto il mio cuore ma non l'ho mai desiderato accanto a me come lo desidero ora. Perché sono tanto stupida? Ho lasciato il telefono lì, quando potevo benissimo prenderlo e chiamare la polizia.

Percepisco una presenza nella stanza, e la mia ipotesi trova conferma quando il ladro impreca sottovoce con tono lagnoso, come se avesse sbattuto contro qualcosa.

Certo, se fosse stato intelligente almeno una torcia l'avrebbe portata!

Mi rincuoro, pensando di essere più forte di lui, quando improvvisamente la luce soffusa dell'abat-jour mi permette di vedere chiaramente cosa sta facendo. Non indossa una passa montagna, ha i capelli scuri e disordinati, un giubbotto di pelle nero, così come il pantalone che gli fascia le gambe atletiche e lunghe, ha le spalle larghe e possenti ed è alto e muscoloso. Lo osservo togliersi gli anfibi neri, sedersi sul letto e poi capisco tutto.

<< Sei stupido per caso? Certo, inutile chiederlo se già so la risposta! >> esco dall'armadio, tenendo tra le mani l'unica arma che mi avrebbe aiutata a combattere l'ipotetico nemico.

<< Mmh... Angel, volevi farmi una sorpresa? >> domanda, avvolgendo i miei fianchi con le sue braccia.

Appoggia il viso sulla mia pancia, facendomi il solletico.

<< Che ti prende, lasciami stare >> lo respingo.

<< Mai >>

Sbuffo sonoramente << Hai bevuto per caso? >>

<< Nah >>

La sua risposta non è veritiera, visto che il modo in cui mugola e la puzza non lasciano dubbi. Gli tiro leggermente i capelli, per esortarlo a guardarmi. Si muove lentamente, con gli occhi socchiusi e un sorrisetto da ebete sulla faccia.

Apparently, I hate youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora