Capitolo 25

4.1K 148 91
                                    




La caffetteria, essendo sabato mattina, è un po' più affollata del solito. Resto ferma, davanti una delle vetrine, a pensare se dovrei entrare oppure aspettare fuori Cassandra. Scelgo di varcare la soglia, così da cercare un tavolo dove sederci e parlare, mentre beviamo qualcosa. Il locale sembra quasi diviso in tre parti: vicino all'entrata, sugli sgabelli alti o in piedi, sorseggiano il caffè dei vecchietti e un paio di dipendenti di qualche studio legale nelle vicinanze. La seconda parte di clienti, concentrata al centro della grande sala dalle mura arancioni, è costituita prevalentemente da ragazzi che chiacchierano e fanno colazione insieme, ridendo come se non ci fosse un domani. Mi chiedo se io riuscirò mai ad essere come loro: felice e spensierata con un gruppo di amici che mi vuole bene e mi fa sentire a mio agio. Non mi va di farmi assalire dalla tristezza dettata dalla consapevolezza di non poter avere ciò che tanto mi piacerebbe quindi fingo di non pensarci mentre sposto il mio sguardo verso la zona più tranquilla di Waves, in cui le parole d'ordine sono famiglia, bambini e giocattolini a forma di dinosauro. Individuo un tavolo libero e mi siedo, in attesa della mia nuova compagna di scuola.

<< Ciao, Nina>> Dan si avvicina

<< Ehi >> mi alzo per salutare il mio amico

<< Era da un po' che non ti vedevo, tutto bene? >>

<< Già, è stato un periodo un po' particolare ma si. Mi dispiace che non ci frequentiamo più come prima >> affermo triste

<< A chi lo dici, qui purtroppo mi tengono impegnato sempre. A fine giornata non riesco a pensare ad altro se non a frappè e ciambelle >> ridacchia

<< Dovremmo uscire, non appena hai una serata libera >> propongo

<< Mi piacerebbe tantissimo! >>

Vedendo che mi guardo intorno, mi chiede: << Aspetti qualcuno? >>

<< A dire il vero si, c'è una nuova ragazza a scuola e l'ho invitata qui visto che è arrivata da poco in città >>

<< Capisco. Mi stanno chiamando, quando vuoi ordinare dimmi pure >> annuisco e lui torna a lavorare.

Cassandra ci sta mettendo davvero molto ad arrivare, non si sarà mica persa? Prendo il cellulare e le invio un messaggio.

"Sono qui ;)"

<< Guarda a dove metti i piedi! >> sento urlare alle mie spalle. Mi volto.

Una ragazza alta circa un metro e settanta, dai capelli rossi e gonfi, e un paio di occhiali da sole cammina verso di me sorridendo.

<< Scusami per l'attesa, Nina. Orientarsi in questa città non è tanto facile! >> mi abbraccia

<< Figurati Cassandra, sono appena arrivata anche io. Spero non ti dispiaccia che abbia già preso un tavolo >>

<< Scherzi? Qui è perfetto. Ah, comunque chiamami Cassie >> si siede di fronte a me, togliendosi la giacchetta di pelle rossa che indossava

Afferra tra le mani il menù, iniziano a sfogliarlo << Allora, cosa vogliamo ordinare? >>

<< Io prendo sempre il frullato ma oggi ho voglia di cambiare >> ridacchio

<< Bene, che ne dici di un bel caffè corretto? >> propone

<< Oh, pensavo al latte di soia >>

<< Come vuoi. Cameriere! Cameriere! >> agita le braccia, facendomi ridere

<< Qui non c'è bisogno di chiamarli così, basta suonare questo campanello >> le indico il tasto sul lato del tavolo

Apparently, I hate youWhere stories live. Discover now