Capitolo 41

3.7K 103 78
                                    


«Che buon profumino, cosa stai preparando?»

«Cass, mi hai spaventata!» esclamo, non appena la mia migliore amica entra in cucina

Mi guarda stranita «A cosa stavi pensando?»

«A niente, sto cucinando»

«Ti ho già detto che non ce n'è bisogno. Mia madre ha prenotato la cena, incluso il dolce.»

«Questi muffin sono ripieni di caramello e cioccolato e li preparavo sempre con la madre di Melanie per la vigilia di Natale. »

Alza le sopracciglia sorridendo «Ti manca molto, non è vero?»

Annuisco al ricordo dell'unica persona che più si avvicinava ad una nonna per me, pur non essendo legate dallo stesso sangue.

«È il primo Natale senza di lei, e sono certa che non sarà lo stesso. Ogni volta che ci vedevamo mi ripeteva quanto fosse fiera di avermi come nipotina e io ogni volta scoppiavo a piangere dalla gioia. Non avendo mai conosciuto i genitori della donna che mi ha partorito, lei è stata l'unica ad avermi accettata e amata dal primo giorno, proprio come solo una nonna sa fare.»

«Sono convita che quei muffin saranno buonissimi. Se ti va, possiamo chiedere a Evan un passaggio per andare a farle visita.»

«Mi piacerebbe molto. Finisco di decorare e andiamo.»

Continuo a tracciare linee indefinite sui dolcetti soffici e freddi al punto giusto, immaginando la nonna soddisfatta del mio lavoro. Il mio cellulare squilla e Cassie non resiste a dare un'occhiata. Risponde per me.

«Fratellino, perché chiami la mia migliore amica?»

Continuo a spremere la sac a poche, cercando di ascoltare ciò che dice Evan dall'altro lato del telefono.

«Accidenti, ti sei messo proprio sotto quest'anno. Mi sorprendi, l'anno scorso non hai superato i test finali e adesso non solo fai parte della squadra di nuoto della scuola, ma ti alleni anche durante le vacanze natalizie? Devi averti fatto male la compagnia dei più piccoli» ridacchia, prendendo in giro il biondo.

«Senti, io e Nina dobbiamo fare delle cose e, guarda caso, per andare a scuola passi proprio per la stessa strada che dovremmo fare noi a piedi. Non è che ci daresti uno strappo?» la voce ruffiana che fuoriesce dalle sue labbra è quasi irriconoscibile.

«Okay, ci vediamo tra dieci minuti allora.»

Mette giù il telefono e mi guarda.

«Mi piacerebbe chiederti subito perché mio fratello ti chiami, però sta per arrivare. Che ne dici di toglierti quel maglione tutto infarinato e passare a trovare la nonna, prima di andare al centro commerciale per i regali.»

Mi mostro sorpresa. Com'è possibile che, il pomeriggio del 24 dicembre, Cassie non abbia ancora comprato i regali? Io li ho presi quasi un mese fa!

«Sul serio ancora non hai incartato nulla?»
Scuote la testa mentre io mi avvio su per le scale inseguita da lei.

«Stasera l'albero dovrebbe essere circondato da pacchi colorati e fiocchetti. Si può sapere perché ti riduci all'ultimo momento?»

L'espressione sul suo volto diventa colpevole. Niente di buono, sta per dirmi qualcosa di sconvolgente, me lo sento.

«Potrei... si... diciamo che potrei avere omesso una cosa in questi giorni»

Mi volto all'istante verso di lei, che ha preso posto sul mio letto mentre io scelgo la maglia da indossare.

«Lo sapevo! Spiegati meglio»

Il minuto di silenzio che segue mi fa davvero preoccupare «Ehm... hai presente Dan, il tuo amico cameriere che lavora al Waves, quello che ho conosciuto quando ci siamo incontrate per la prima volta?»

Apparently, I hate youWhere stories live. Discover now