1. Il Treno

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Gwen

"GWENDOLINE MILLER!" le urla di sua madre risuonano entrando nella stanza della ragazza spostando le tende della finestra facendo entrare la luce del mattino, che ad essere sinceri, non è così piacevole. Di riflesso la mora si tira su le coperte fin sopra la testa per evitare la luce accecante.

"Alzati immediatamente o farai tardi per prendere il treno." il suo sguardo severo addosso alla figlia si fa persistente anche se nascosta sotto il piumone.

"Buongiorno anche a te mamma." Borbotta Gwen senza spostarsi neanche di un millimetro. Le coperte volano via da sopra la ragazza e la brezza fredda la colpisce facendola rabbrividire.

"Ma che cazzo... mi stavo svegliando" si mette seduta sul letto per poi guardare sua madre "non c'è bisogno di essere così nervosa."

"Non lamentarti e muoviti, la colazione è pronta e ti consiglio di scendere il prima possibile oppure tuo padre non ti lascerà nulla." Dice la donna che le donò la vita uscendo dalla camera e sbattendo la porta.

La mora si ributta sul letto sbuffando e ammirando il soffitto bianco che si ritrova davanti.
Non odia del tutto i suoi genitori, ma a volte possono essere alquanto fastidiosi. Inseparabili da quando frequentavano il quinto anno ad Hogwarts, si può dire che possano essere la classica storia d'amore adolescenziale che si rivela essere amore eterno eccetera, eccetera, eccetera... tutto fin troppo romantico per Gwen. Sopportarli da sola non è facile ma, dopo 15 (quasi 16) anni, ha imparato a conviverci.

Dopo questa piccola riflessione sulla vita decide di alzarsi e scendere in cucina.
Nel tragitto passa davanti la sua camera. Una sensazione di vuoto di insinua nel suo stomaco, le fa male anche solo vedere quella porta.
Decide di continuare a camminare cercando di evitare quelle sensazioni e, sopratutto, quei ricordi.
Alla base delle scale viene accolta dal loro gatto Ragù, che solennemente decide di miagolare e darle una piccola testata affettuosa alla gamba, e dall'odore di bacon e uova strapazzate.

"Buongiorno tesoro, dormito bene?" domanda il padre guardandola e sorridendo come suo solito, dove prenda tutta questa voglia di essere solare anche di prima mattina Gwen ancora cerca di spiegarselo.

"Diciamo di sì." Risponde la ragazza stiracchiandosi e prendendo la sua tazza versandoci il caffè dentro.
Il caffè, una delle bevande che riesce a darle un po' di energia per superare l'ostacolo della mattina, quasi lo considera miracoloso.
Mentre sorseggia il suo caffè noto che la cucina è diversa dal solito... molto più sfocata del solito.
Decide di portarsi una mano sulla faccia per constatare se i suoi dubbi fossero veri quando sua madre l'anticipa con un: "Sì Gwen, hai lasciato gli occhiali in camera. Non sei diventata cieca improvvisamente."

***

"Sicura di aver preso tutto vero?" domanda sua madre in tono abbastanza preoccupato.

"Certo mamma" risponde Gwen guardandola accennando un sorriso "mi hai ricontrollato la valigia una ventina di volte da ieri sera, sono certa che ho tutto."

"Non scordarti Ragù" dice suo padre passandole il gatto rossiccio dal pelo lungo.
Lo prende in braccio e sente che emette un piccolo miagolio appena gli accarezza la testa.
Rimase lì a parlare con i suoi genitori finché non viene interrotta da un picchiettio sulla spalla, si gira e davanti a lei vede una delle amiche più care (non che ne abbia molte) Alex Lewis.

"Ciao Alex!" la saluta sorridendo sentendosi leggermente sollevata perché almeno ora non deve stare a sentire le infinite preoccupazioni e domande di sua madre e le inutili rassicurazioni di suo padre.

"Mi aspettavo almeno un abbraccio Gwen, inizi ad odiarmi improvvisamente?" le domanda la mora guardandola con i suoi occhi grigi e un sopracciglio alzato.

"Potrei avere un po' di problemi tecnici per farlo" afferma Gwen guardando Ragù tra le sue braccia che si è appisolato. "tipo il gatto che sta dormendo tranquillamente tra le mie braccia."
Alex sorride accarezzando la testa di Ragù che inizia subito a fare le fusa.

"Spero solo che vada d'accordo con
Anthea o potrebbe essere un problema."

La conversazione viene troncata dal fischio assordante del treno che annuncia l'imminente partenza.

"Ricordati di scriverci, okay? E soprattutto non fare casini come solito." le ricorda per l'ennesima volta la madre cercando di metterle in ordine i capelli.
"Si si mamma, lo farò."

"Ci mancherai zuccherino." Esordisce il padre davanti a tutti.
Alex cerca di trattenere la sua risata mentre Gwen lancio uno sguardo omicida ad entrambi.

"Ti ho detto che non mi devi chiamare in quel modo, soprattutto in pubblico."

"So che ti fa piacere sotto sotto, ora su andate oppure farete tardi."

***

Finiti i soliti saluti disperati le due ragazze salgono nel treno con le rispettive valigie e animali alla mano. Fortunatamente riescono a trovare uno scompartimento vuoto ma prima di entrare qualcuno da una spallata a Gwen passando correndo per il corridoio.

"Guarda dove cazzo vai, idiota." sibila la giovane serpeverde prima anche di sollevare lo sguardo per vedere chi sia stato, ma la sua risposta è stata più appropriata trovandosi il solo e unico Sirius Black davanti a lei.
La squadra con i suoi occhi grigi mentre si rimette apposto i capelli neri e facendo comparire il suo solito sorrisetto.

"Mi mancavano proprio le tue risposte Miller, quest'estate non ho saputo vivere senza di esse."

"A me non mancava per niente la tua presenza Black" dice la mora mentre appoggia Ragù su uno dei sedili "E continua a non mancarmi, quindi vattene." Finisce la frase mostrandogli uno dei sorrisi più falsi che riuscisse a fare.

"Come vuoi zuccherino." esordisce il ragazzo rivolgendole uno dei suoi soliti sorrisini beffardi.

"L'unico che non doveva sentire quel nomignolo da parte mio padre l'aveva sentito... bene." Pensa tra sé e sé Gwen.

"Non chiamarmi mai più in quel modo Black!" la mora alza la voce dirigendosi verso di lui con il dito puntato quando viene fermata da una mano sulla spalla.

"Non penso sia il caso che vi picchiate già dentro il treno, almeno aspettate di arrivare a scuola." A parlare fu Remus Lupin guardando entrambi dall'alto ed emanando il suo solito odore pungente di cioccolata tenendone sempre un po' nelle tasche.

"È lei che si offende subito, non ho fatto nulla io." Dice Sirius alzando le mani e guardando Lupin.
Nel mentre, dentro lo scompartimento, si sentono Ragù ed Anthea si agitano dentro il vagone e che soffiano.
Gwen si gira a guardare Alex e l'espressione che vede sul suo volto è la stessa che ha lei, confusione più totale.

"Cammina e smetti di fare il testa di cazzo come tuo solito" questa volta a parlare fu James Potter mentre spingeva Sirius verso lo scompartimento da loro occupato per poi rivolgersi alle due ragazze. "scusatelo, ma gli manca dare fastidio a chiunque gli capiti davanti." afferma accennando un sorriso e aggiustandosi gli occhiali per poi entrare nello scompartimento trascinando Sirius.

"Spero che queste possano appianare le cose per ora." dice Remus passandoci due barrette di cioccolato sorridendo.
Gwen accenna un sorriso prendendole e sia lei che Alex rispondono con un grazie in coro per poi salutarlo e chiudere la porta.

I due gatti si sono subito calmati appena Lupin si è dileguato, strano comportamento.

I Want It BackWhere stories live. Discover now