13. Scacchi

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Gwen

Solitamente, per Gwen, allenarsi insieme a Remus con gli scacchi è sempre stato piacevole e quasi divertente sotto certi punti di vista.
È uno dei pochi studenti che riesce a tenerle testa qui ad Hogwarts, ma oggi lo vede particolarmente permaloso e se la prende per ogni minima cosa.

Sono ad un punto morto da circa 25 minuti dove l'unica mossa intelligente che il ragazzo può fare è finire la partita arrendendosi.
Solitamente non è così rancoroso nel farlo, contrariamente alla serpeverde che cerca ogni modo per non abbandonare la partita.

“Remus… se abbandoni ne iniziamo un'altra.” Propone la mora guardando il ragazzo davanti a lei che sta fissando la scacchiera con il mento appoggiato sopra le mani intrecciate.

“No. Un modo per tirarmi fuori lo trovo.” Risponde seccamente senza neanche guardarla.

Il sangue inizia a ribollire nelle vene di Gwen, odia quando qualcuno le parla senza rivolgerle neanche una mezza occhiata e soprattutto quando non hanno ragione.

“Remus, hai perso. Abbandona e ne iniziamo un'altra.” Dice in tono secco fissandolo. “Non voglio stare qui a fissarti mentre guardi la scacchiera pensando ad altro.”

“Ho detto di no Gwen.” Afferma scrutando lo sguardo della serpeverde con i suoi occhi verdi. “Se non vuoi rimanere seduta qui ad aspettare puoi benissimo alzarti e andare a farti un giro.”

Rimangono entrambi in silenzio a guardarsi, l'aria intorno a loro due inizia a farsi pesante. Qualsiasi cosa verrà detta nei prossimi secondi sicuramente scatenerà qualche battibecco, anche la più stupida.

“E poi non sto pensando ad altro.” Ammette abbassando di nuovo lo sguardo.

“Ah no? Hai fatto errori stupidi che te non faresti mai Remus.”

“Non è nulla che ti deve interessare.”  

“Mi interessa quando ti porta a giocare da schifo, il che mi porta a pensare che sia qualcosa di serio.” Gwen si appoggia al tavolo cercando il suo sguardo.

Quell'aria di pesantezza era passata lasciando il posto alla preoccupazione da parte di lei e ad un alone di tristezza da parte del prefetto. La serpeverde osserva il suo volto che cerca di nascondere l'evidente preoccupazione, fallendo miseramente ad un semplice sguardo più attento.

La mora sposta la scacchiera da una parte e prende una mano di Remus per riavere la sua attenzione di nuovo su di lei e non su qualsiasi cosa gli stesse passando per la testa.
Si guardo intorno assicurandosi che non ci sia nessuno intorno a loro due.
Non si sarebbe mai perdonata di far vedere questa preoccupazione verso di lui, anche se lui l'ha dimostrata molte volte.

“Senti… so che io e te non siamo nei migliori di rapporti, non sono una tua amica e tu non sei il mio. Siamo semplicemente conoscenti che si accomunano in piccole cose.” Inizia a parlare continuando a tenergli la mano. “Ma se vuoi parlare di qualsiasi cosa voglio che tu sappia che con me puoi, non ti giudico e rimarrà una cosa tra me e te. Ti devo ancora un favore, ricordi?”

Sulle labbra di Remus fa capolino un piccolo sorriso che scompare quasi immediatamente.
“Non voglio coinvolgere anche te nei miei problemi. Sono miei solamente e devo affrontarli da solo.”

“Ti ricordo che te eri la persona che mi impediva di dire certe cose neanche un anno fa Remus. Sai quali sono i miei problemi e voglio ricambiare il favore che mi hai fatto più di una volta.”

“Non mi lascerai in pace finché non ti dirò di sì vero?” domanda sarcasticamente Remus alzando lo sguardo dopo quella che, alla ragazza, era sembrata un'eternità.

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