51. Mezza Verità

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Regulus

Il corvino cammina avanti e indietro per la stanza mentre si tortura nervosamente le mani.
Non ha ricevuto nessuna risposta da quando ha inviato la lettera a Gwen e questo lo preoccupa.

E se non gli fosse mai arrivata?
E se sua madre avesse aperto la lettera per semplice sfizio personale?

Il tappeto attutisce i passi veloci del ragazzo, che si aggiusta per l'ennesima volta la camicia allacciata fino all'ultimo bottone.

Riesce a sentire la voce di sua madre e anche quella di zio Alphard provenire dal salottto, ma il rumore è attutito e non riesce a distinguere bene le parole.

Si aggiusta i polsini, tirandoli leggermente più giù.
Sopratutto il sinistro.

Regulus sa che ancora non è lì, ma sente quella grande responsabilità sulle spalle dal giorno del suo compleanno.

Ricorda tutti gli occhi puntati su di lui: quelli di sua madre e suo padre fieri, con un sorriso a trentadue denti stampato in volto.
Orgogliosi del proprio figlio minore, il figlio perfetto.

Ma ricorda sopratutto i suoi.
Il suo tocco freddo sul braccio scoperto. I brividi si fanno strada di nuovo sulla sua pelle.

Occhi rossi che lo scrutano dalla testa ai piedi. Lo giudicano.
Occhi che cercano di trapelare ogni minima informazione da anche il minimo respiro del giovane.

Un bussare alla porta principale di casa lo fa sobbalzare sul posto.
La speranza che sia Gwen si fa una piccola strada nella sua mente, così decide di socchiudere leggermente la porta.

"Oh cara, hai accettato uno dei miei inviti finalmente." Dice dolcemente Walburga chiudendo di nuovo la porta.

"Emh... sì, non sapevo di precedenti inviti. Il gufo di casa inizia ad esse un po' troppo anziano." Replica la voce familiare di Gwen con una piccola punta di disagio.

Un sospiro di sollievo esce dalle labbra del ragazzo mentre si precipita, con compostezza, al piano inferiore.

Intravede la figura della sua amica mentre si guarda intorno, come se non avesse già visto l'ingresso della casa.

"Regulus, tesoro, guarda chi è passata a trovarci!" Esclama la donna sorridendo e appoggiando una mano sulla spalla della ragazza.
Gwen forza semplicemente un sorriso per poi cercare rifugio negli occhi di Regulus.

Il ragazzo trattiene una risata per poi spostare lo sguardo sulla propria madre.
"Ho notato mamma. Direi di portarla in cucina per prendere un tè, non voglio interrompere, di nuovo, te e zio Alphard."

"Va bene..." risponde poco convinta la donna, per poi prendere un tono di voce leggermente più freddo. "Sai per caso dov'è tuo fratello?"

"Forse è in camera. Sai che l'ha silenziata e non si sente nulla." Ammette il corvino per poi prendere sotto braccio Gwen portandola alle scale verso la cucina.

"Ho accettato uno dei suoi inviti per compassione, ci tengo a precisarlo." Sussurra la ragazza mentre scende l'ultimo scalino.

"Compassione per me o per lei?" Chiede Regulus facendo sedere la ragazza su una delle sedie attorno al lungo tavolo.

"Tua sopratutto, sembravi così disperato dalla lettera." Gli occhi verdi di lei scrutano l'ambiente circostante.
La cucina di casa Black non è il posto più accogliente, ma di certo è quello con meno orecchie che possono ascoltare la loro conversazione.

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