21. Scuse Futili

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Gwen

Esce a passo spedito dalla Stanza delle Necessità dirigendosi verso il dormitorio dei Serpeverde quando sene una presa decisa sul suo braccio. Si gira notando Sirius ancora leggermente sporco di sangue.

"Non ti sei pulito bene Black e se non mi lasci entro 3 secondi potresti riprendere a perdere sangue dal tuo caro naso." Dice sarcasticamente la mora guardandolo mentre lascia la presa.

"Pensavo che avessi capito che voglio parlarti."

"E da cosa dovevo capirlo? Uno sguardo sfuggente prima che la tua ragazza si mettesse in mezzo?"

"Smetti di fare la sarcastica e andiamo prima che qualcuno ci veda." Afferma seccamente Sirius iniziando ad incamminarsi verso la Torre d'Astronomia, decide di seguirlo anche se non capisce tutta questa urgenza di parlarle.
E soprattutto di cosa parlarle.

Arrivano alla torre e salgono fino in cima, si sediono a terra su quello che ormai è diventato il loro posto da qualche giorno.
Prende la sigaretta leggermente piegata dalle dita di Sirius accendendola.

"Quindi?" domanda Gwen dopo aver preso il primo tiro e osservando il ragazzo davanti a lei apparentemente tranquillo, forse fin troppo.

"Sai che succede a Regulus questi ultimi giorni?"

"Non ne ho la più pallida idea come te. Mi parla meno di prima e non so perché." Confessa la mora guardando il viso di Sirius contorcersi in un'espressione amara e non soddisfatta della sua risposta.

"Quindi non usa quel trattamento solo con me, confortante." Dice facendo trasparire un sorriso sulle sue labbra, un sorriso per nulla felice e pieno di dispiacere.

Gwen non sa cosa succeda in casa Black, cosa succede lontano dagli occhi di tutti.
Quando in quella casa sono soli insieme con i loro genitori, ma è sicura che non sia nulla di piacevole. Lo capisce dal fatto che Regulus non abbia mai voluto parlarne, dalla sua espressione quando sa che la data per tornare a casa per le feste si avvicina sempre di più. Il suo umore si incupisce e smette di essere partecipe a qualsiasi cosa lei ed Alex vogliano fare.

E molto probabilmente la stessa cosa vale per Sirius.
Il suo rimanere costantemente ad Hogwarts senza pensarci due volte, anche se rimane completamente da solo. Preferisce il grande castello semivuoto che casa sua.

E tutto questo lo capisce anche Gwen, perché spesso si trova riluttante nel tornare a casa. Tra quelle quattro mura con la sua mancanza che rende tutto più pesante e malinconico.
Nell'affrontare tutti da sola.

Così sa che le domande in questo momento sono futili, come sono delle scuse.
Scuse che non servono a nulla perché quelle parole non provengono dalla bocca desiderata.

"Che serata del cazzo." Dice improvvisamente il moro vicino a lei passandosi una mano sul viso. "Mio fratello e la ragazza che frequento si baciano e poi..." lascia morire la frase guardando la serpeverde per poi scuotere la testa e prendere un altro tiro di sigaretta.

"Poi cosa?" chiede lei aggrottando la fronte.

"Nulla."

"Dimmelo. Ormai hai iniziato la frase, finiscila." Ordina la mora iniziando ad infastidirsi dal suo solito voler fare il misterioso.

"E poi te che ti baci con quell'idiota di Barty." Confessa guardandola negli occhi. "E per mettere altro, te che vai con James."
La collera cresce nei suoi occhi grigi, nel tono della sua voce, nel suo iniziare a gesticolare con le mani e nei più frequenti tiri presi dalla sua sigaretta.

"Cosa ti interessa di quello che faccio io? Posso capire con James ma non con Barty." Replica Gwen infastidita dal discorso insensato che lui sta facendo.

I Want It BackWhere stories live. Discover now