Capitolo 11

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Mi dirigo in salotto per chiedere scusa a Dylan.

<<Ei>> dico avvicinandomi a lui.

Tossisco <<po-possiamo parlare?>> Domando a Dylan che è intento a giocare alla tv.

<<sono impegnato non vedi>> dice sbuffando <<mi dispiace per quello che ti ho detto io non->> cerco di dire ma lui mi interrompe voltandosi di scatto verso di me.

<<ragazzina non me ne frega un cazzo!>> Dice in modo scontroso <<o-okay scusa>> dico abbassando lo sguardo.

Dio che rabbia quando sono vicino a lui mi sento sempre così piccola e indifesa.

<<Perché cosa è successo?>> Domanda Marcus continuando a guardare la TV <<nulla, tranquillo>> dico rassicurandolo con un sorriso tirato.

Vedo J guardarmi come per dire "racconta ora!"

<<Noi andiamo un po' sulle sdraio bordo piscina>> dice alzandosi dal divano.

<<a fare che cosa ad abbronzarvi alla luna!?>> Afferma Tommy ridendo <<si, sai fa bene l'abbronzatura lunare dovresti provarla>> dice J prima di prendermi per il polso e trascinarmi fuori.

Ci sediamo sul bordo della piscina <<cosa è successo con Dyl?>> Mi domanda togliendosi le scarpe e immergendo i piedi nell'acqua.

stessa cosa faccio io.

<<Gli ho praticamente dato dello stupratore>> affermo seria e un po' triste.

Non volevo trattarlo così.

<<Ma-Riley...>> inizia <<lo so lo so ho fatto la stronza e non sai quanto mi dispiace... non né combino una giusta con lui! Che cosa ho che non va! Ohhh Diooooo! Ed in più non so cosa vuole fare mio padre! Quali sono i suoi piani! E la cosa mi spaventa! Non voglio che... si faccia del male carpisci? E se dovesse->> cerco di dire ma lei mi interrompe.

<<Riley non lo dire nemmeno per scherzo chiaro! Vedrai andrà tutto bene>> dice rassicurandomi.

———

Passano alcuni minuti in totale silenzio <<Posso stare un po' da sola J... per favore>> le domando dolcemente.

<<ma certo... ti aspetto dentro>> dice facendomi un sorriso ed entrando in casa.

Mi sdraio con i piedi sempre nell'acqua della piscina ed inizio a guardare il cielo stellato.

<<Cmh cmh>> sento qualcuno schiarirsi la voce di fianco a me e mi volto trovando un Dylan che si avvicina piano.

<<Ei>> dice <<Ei>>.

<<senti scusa se->> cerco di dire ma mi interrompe <<tranquilla... scusami tu se ti ho risposto male, volevi solo chiedermi scusa e sono stato uno stronzo>> afferma sedendosi di fianco a me.

Gli faccio un sorriso che lui ricambia.

Mi distendo di nuovo con lui al mio fianco ed insieme guardiamo il cielo stellato.

Si sta bene in sua compagnia lo devo ammettere, soprattutto ora che non parla!

<<A che pensi?>> Mi chiede curioso.

Come non detto.

<<Al fatto che vorrei volare>> ammetto.

Lui si mette seduto e si gira verso di me, prestando attenzione ad ogni mia parola.

La figlia del mafioso |Dylan O'Brien|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora