Capitolo 42

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Vi consiglio di ascoltare la canzone quando le scene si fanno più hot

Sgraniamo gli occhi alla vista di mio padre davanti alla porta mentre Dylan serra la mascella e dilata le narici dalla rabbia.

Mi nascondo dietro Dylan cercando di non farmi vedere, anche se ormai mi ha già visto.

Che ci fa lui qua? Perché è venuto? Non lo voglio vedere né tanto meno parlarci...

<<cosa vuoi?>> domanda freddo Dylan guardando mio padre dritto negli occhi. Stranamente mio padre distoglie lo sguardo abbassandolo e sospirando.

<<parlare con Riley>> dice sospirando una seconda volta mentre alza lo sguardo su di me. <<peccato che lei non voglia parlare con te. Ci vediamo Michele>> Dylan cerca di chiudere la porta ma mio padre mette un piede tra lo stipite e essa.

Dylan sbuffa e riapre la porta <<per favore>> dice in un sussurro mio padre, pregando Dylan con gli occhi di farlo entrare.

Dylan si gira verso di me e mi manda un'occhiata. Sospiro e annuisco...

Mio padre entra a capo basso in casa prima di alzare lo sguardo su di me. Ho la testa piegata sul pavimento e le mani che tremano intrecciate tra di loro, l'ansia di fa sentire e le lacrime minacciano di scendere. Non voglio vederlo, non ce la faccio ad alzare la testa è più forte di me. Non ci riesco...

<<possiamo parlare ?>> domanda lui. Io annuisco sempre con lo sguardo piegato...

<<Dylan per favore lasciaci soli>> dico a Dylan alzando lo sguardo su di lui e facendogli un sorriso tirato.

Lui guarda male mio padre prima di avvicinarsi a me e lasciarmi un dolce bacio a stampo... mi sorride per darmi il coraggio di affrontarlo prima di avviarsi in cucina, mandando un'ultima occhiata di rimprovero a mio padre.

<<ti prego guardami>> sussurra mio padre sconfitto <<n-non ci riesco. Scusa>> singhiozzo cercando di trattenere le lacrime.

La mia voce trema e nell'aria si alza un'atmosfera di ansia, disagio e tristezza.

Sento mio padre sospirare <<ho paura Riley>> rivela mio padre <<non voglio questa vita per te... ma allo stesso tempo so che saresti meglio di qualunque altro mafioso su questo campo>>. Alzo la testa per scrutare bene la sua espressione. Ha gli occhi puntati dietro di me, mentre una lacrima riga la sua guancia sinistra.

<<sei intelligente, furba, manipolatrice, sei forte, caparbia... sei una brava persona Riley... non meriti di certo un padre come me>> inizia a fare su e giù per la stanza abbattuto.

<<e sai ogni volta che faccio io,padre bastardo e poi torno da te a farmi perdonare, tu sei sempre qua, pronta a farlo, pronta a darmi un'altra occasione. E nonostante ciò io lo rifaccio e lo rifaccio, tradisco la tua fiducia, ancora, ancora e ancora e non voglio più questo...>> dice incrociando finalmente i miei occhi.

<<sai perché non sono mai venuto da te all'ospedale ?>> mi domanda fermandosi e con tono calmo e triste <<perché dovevi lavorare>> affermo cercando di trattenere le lacrime.

<<no... perché non riuscivo a vedere mia figlia mezza morta su un letto di ospedale>> singhiozza.

<<Riley tu sei la mia bambina. Sei mia figlia... sai cosa voleva dire per me vedere la mia bambina sul lettino di ospedale senza poter fare nulla>> il suo sguardo è perso, triste, emana mille emozioni, emozioni che non avevo mai visto in lui...

La figlia del mafioso |Dylan O'Brien|Where stories live. Discover now