Capitolo 36

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E poi buio...

Apro gli occhi e inizio a guardarmi un po' intorno.

Provo a muovermi ma sento i miei polsi legati. La mia vista è annebbiata e sento un dolore lancinante colpirmi la testa.

<<D-Dylan>> riesco solo a dire con un filo di voce.

La mia testa pesantemente all'indietro... sono distrutta, sono esausta, io e Dylan siamo stati rapiti e lui adesso non è qui con me.

Non sarà mica... no! No, lui non può essere morto non deve!

Penso mentre delle lacrime mi rigano il viso.

<<Mamma non ce la faccio a liberarmi, vuoi darmi una mano ti prego!>> Dico io a mia madre mentre mi guarda seduta sul divano con del tè in mano <<Riley, piantala di fare la bambina...>> inizia mia madre alzandosi e avvicinandosi <<ma io-io non ci riesco non ce la faccio>> dico piangendo <<ohhh, non esiste io non ce la faccio, io non ci riesco. Tu ce la puoi fare, non sei abbastanza forte per sciogliere le corde? Bene... usa questo allora ">>dice toccandomi la testa con l'indice...

Faccio un respiro profondo ricordando le parole di mamma.

C'è la posso fare, ce la devo fare... per Dylan.

<<Bene...>> dico dimenandomi così cercando di liberarmi <<okay non funziona... pensa Riley pensa>> dico guardandomi intorno.

La prima cosa che noto è una piccola telecamera in un angolino in alto alla mia destra. Alla mia sinistra c'è una porta di ferro chiusa a chiave presumo.

La stanza è piccola, sembra quasi una cella di una prigione, l'aria è fredda e fredda ed il pavimento è stranamente pulito, troppo pulito...

Continuo a cercare con lo sguardo qualcosa di affilato per tagliare le corde ma nulla. Ciò significa che c'è solo un modo per liberarmi.

<<Okay bene>> dico facendo un respiro profondo <<tre... due... uno...>> conto alla rovescia prima di lanciarmi indietro con la sedia con tutta la forza che ho.

La sedia si rompe e un gemito di dolore esce dalla mia bocca.
<<Cazzo>> dico massaggiandomi i polsi e le braccia. Speriamo che nessuno mi abbia visto e sentito.

Tolgo le corde dalle mie caviglie e mi avvio verso la porta zoppicando leggermente.

Provo ad aprirla... come non detto è chiusa a chiave.

Inizio così a frugare tra i miei capelli alla ricerca di una forcina... tolgo la forcina e con tutta la pazienza del mondo cerco di aprire la porta.

<<Avanti avanti>> dico sentendo che sto per piangere. <<Per favore>> dico mentre una lacrima mi riga il viso... <<AAAA!>> Grido appoggiandomi alla porta con entrambe le mani.

Calmati Riley, respira, concentrati... andrà tutto bene...

Faccio un respiro profondo e con molta più pazienza cerco di aprire la porta.

<<Avanti...>> dico prima di aprire la porta <<si!>> Grido Aprendola.

Mi fermo un attimo... mi giro e prendo una gamba della sedia, nel caso dovessi difendermi. Okay si probabilmente non gli farà nulla ma ehy, meglio di niente...

La figlia del mafioso |Dylan O'Brien|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora