V. Silenzi e storie

240 17 49
                                    

Capitolo di passaggio, più lungo degli altri perché non ho voluto spezzarlo. Enjoy , il prossimo arriverà fra una settimana o poco più ;)

Ps: Già che ci sono approfitto per ringraziare chi sta leggendo. So che le visualizzazioni bisogna prenderle con le pinze, comunque la storia ne ha raggiunto un buon numero in poco tempo così come i voti! Ecco, grazie soprattutto di questi ultimi che aiutano, a quanto ho capito, a rendersi più visibili al famigerato algoritmo. Grazie poi ai lettori di mie vecchie storie che, non contenti di avermi sopportato negli anni passati, si avventurano anche qui: voi sì che siete esempi di pazienza xD

Se oltre alla lettura o ai voti voleste lasciare anche un commento di tanto in tanto, nel modo peraltro a mio parere molto "sciallo" che consente questo sito, sappiate che non mordo al contrario di questi lupetti :P 


V.


C'era silenzio, un silenzio di luna.

Il lupo bianco stava dormendo nella sua gabbia, il manto candido che riluceva sotto le luci fredde del vetro. Gli occorsero alcuni istanti prima di aprire gli occhi e accorgersi della presenza di Andrej.

"Ciao" fece lui, facendo vibrare il pensiero dalla fronte alla gabbia.

Era in piedi, di fronte a lui. Il lupo lo guardò senza rispondere.

"Sei loquace, eh?" continuò.

Ancora nessuna risposta.

Andrej non sapeva come comportarsi: finora aveva avuto a che fare con esseri simili a lui, che sì, erano lupi, ma erano anche umani e con quella natura interagivano col mondo. Quel vulkulaki invece... Non fosse stato per la capacità senziente che non poteva avere un animale, sarebbe sembrato un lupo a tutti gli effetti.

Lo trovava interessante, forse ne era affascinato. Forse, ancora, lo invidiava.

"Vorrei che non mi considerassi un nemico" proseguì, sapendo benissimo che quelle parole sarebbero rimbalzate contro la gabbia di vetro. "Sto cercando di aiutarti."

"Mi hai catturato" arrivò allora la sua voce – il suo pensiero –, gelido, inclemente, pieno di rancore e astiosità.

Gli vennero in mente le parole di Lukas, dette solo il giorno prima: È stato catturato, è in balia dei Novikh, si è già scavato la fossa.

E poi: In guerra non c'è spazio per i buoni sentimenti; in guerra, come nella vita, è alla tua pelle e a quella dei tuoi compagni che devi pensare.

Queste gliele aveva sentite dire molto tempo prima.

"Tu ti sei fatto catturare" se ne uscì, allora, seguendo quel corso di pensieri.

Il lupo bianco alzò di scatto il capo. I suoi occhi erano nerissimi, ostili e inquieti.

"Sono stato catturato a causa delle armi di cui tu ti sei servito, mezzosangue."

"Andrej" gli venne quasi da pronunciarlo a voce alta. "Il mio nome è Andrej."

"Non mi importa il tuo nome."

Lui invece avrebbe voluto sapere quale fosse il suo.

"La tua cattura è stata un errore, te l'ho già ampiamente spiegato." Non trattenne un sospiro. "Ripagherò tirandoti fuori da qui. Ora devi solo avere pazienza e..."

"Non voglio avere niente da spartire con te" fu il basso sibilo accompagnato dal movimento del corpo che si girava. Il lupo si alzò e gli diede le spalle, ammantato da quell'aria fiera, di dignitosa sfida che sembrava come una seconda pelle per lui.

Wolfen - Vol. 1Where stories live. Discover now