XXII. Il Lupo randagio - terza parte

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Non senza una certa sorpresa Lukas riconobbe Yuri Petrov farsi strada tra i tavoli per raggiungerlo. Al suo fianco c'era Lara Arkainova.

«Lukas, mi sembravi proprio tu» lo salutò allegra lei e lo baciò sulle guance quando lui si alzò per accoglierla. Volse lo sguardo verso Ilyas. «Noi non ci conosciamo, vero? Anche se hai una faccia familiare.»

«Maslenitsa» si limitò a dire lui. A entrambi rivolse un semplice cenno del capo. «Ci siamo visti lì.»

«Oh, ma certo, ora ricordo, il ragazzo dei coltelli della tua druzina, Lukas. Non sapevo fossi un vulkulaki anche tu. Molto piacere di conoscerti, il mio nome è Larisa Arkainova, ma puoi chiamarmi Lara.»

Si presentò anche Ilyas, seguito a ruota da Yuri, che lo stava fissando incuriosito.

«Sei dell'Azerbaijan? O dell'Armenia? No anzi, aspetta, devi essere del...»

«Tu sei mongolo?» gli chiese lui, a bruciapelo.

Era tornato alla sua espressione dura e scazzata, seduto con le braccia incrociate, il mento alzato. Petrov rispose alla sua domanda aspra con un sorriso lupesco.

«Quasi.» Non insistette sul capire le sue origini e si rivolse a Lukas. «Scusa, compagno, se ho trovato una guida migliore di te. Lara si è offerta di accompagnarmi questi giorni in giro per Mosca e ne ho molto felicemente approfittato.»

«Certo, offerta... diciamo che mi ha tartassato per bene» ribatté lei con un sospiro. «Scusate se vi abbiamo interrotto, state mangiando, continuate pure. Volevamo solo salutarti, Lukas. Ho portato qui Yuri per un pranzo tra lupi, ma vedo che non sono stata l'unica ad avere quest'idea.»

Si guardò intorno nel locale che pareva adesso ancora più affollato rispetto a prima. Lukas fece una battuta su come i lupi fossero sempre affamati. Era pronto a salutarli, impaziente di congedarli – non che lo disturbasse la presenza di Lara, anzi, mentre non poteva dire di essere scoppiato dalla gioia a rivedere Yuri Petrov; comunque aveva fretta di toglierseli dai piedi per ritornare da solo con Ilyas –, quando fu proprio l'uomo-lupo a smontargli il piano nel nanosecondo successivo.

«Possiamo sederci un secondo qui mentre aspettiamo che qualcuno liberi un tavolo?»

Lukas lo avrebbe strozzato là sul posto – no, decisamente, dopo l'iniziale complicità aveva cambiato opinione su quel tipo – e stava per dirgli di no quando Ilyas annuì e spostò la sedia per fargli spazio.

Si ritrovò seduto con entrambi i vulkulaki, rassicurando Lara che no, certo che non li disturbavano. Yuri si alzò per andare a prendere da mangiare. Lo persero di vista quasi subito nella folla che attorniava il buffet.

Si rivolse a Lara: «Ti sei davvero fatta incastrare da quel bellimbusto?»

Lei scosse la testa, i lunghi capelli neri che le incorniciavano il viso come una Madonna di Kazan. «Non ho cambiato opinione: mi sembra sempre un mascalzone. Un mascalzone divertente però.» Accettò di buon grado la vodka che le offrì e si voltò verso Ilyas. «Non sai che piacere vedere una faccia nuova in questa bolgia di lupi moscoviti. Come vi siete conosciuti tu e Lukas?»

Ah, quella era una bella storia. Prima che potesse trattenerlo dal rivelarla tutta, Ilyas fece un cenno verso l'ingresso.

«Guardate, deve essere giorno di ritrovo oggi. C'è anche quell'altra, il braccio destro di Vosikiev.»

Lukas si sentì gelare. Ancor prima di girarsi sapeva chi avrebbe visto, ma si voltò lo stesso covando la stupida speranza di essersi sbagliato. Speranza vana. Raisa era sulla soglia del locale, inconfondibile. Era appena entrata e stava sorvolando con lo sguardo la sala. Intercettò la mano che Lara sventolò nella sua direzione. Lukas era paralizzato al suo posto.

Wolfen - Vol. 1Where stories live. Discover now