Capitolo 18

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«Non posso credere che pensasse davvero che ci saremmo sposati oggi» disse Grimaldi, mentre aspettavamo che ci ricevessero.

«Ma io cosa potevo saperne?!» esclamai per la centesima volta da quella mattina. Non ero esattamente un'esperta quando si trattava di procedure matrimoniali, era perfettamente normale che avessi frainteso!

«Ora capisco perché ieri è stata tutto il giorno in silenzio» commentò. «Mi sembrava strano che riuscisse a tenere la bocca chiusa tanto a lungo.»

«Ehi!» dissi offesa, però riconoscevo che ci aveva visto giusto. In effetti, pensare che dal giorno dopo mi sarei ritrovata sposata, quasi improvvisamente, mi aveva fatto passare la voglia di parlare e mi ero chiusa in un discreto silenzio. Con la coda dell'occhio, avevo notato più volte gli sguardi perplessi di Grimaldi, il quale lasciava periodicamente lo studio per controllare se la rigida posizione che avevo assunto sul divano fosse cambiata.

«Pensavo bastasse venire qui e mettere una firma...» sussurrai, ripensando a come il giorno prima mi ero rovinata il pomeriggio per un malinteso.

«Lei la fa troppo semplice» commentò lui, scuotendo lievemente la testa. «Come diavolo ha fatto a pensare che per sposarsi bastasse presentarsi in comune dal nulla?»

«Non lo so, va bene?! Pensavo che fosse una procedura più veloce!» Più veloce di questa attesa, sicuramente pensai dando un'occhiata all'orologio.

Stavamo attendendo da più di un'ora che qualcuno ci ricevesse per poter presentare questa benedetta domanda di matrimonio, ma nessuno si era più fatto vivo da quando ci avevano chiesto di aspettare nella sala d'attesa.

«Si sono scordati di noi» dissi, voltandomi verso Grimaldi. Era la tranquillità in persona, sembrava che la possibilità di dover aspettare un numero imprecisato di ore non lo sconvolgesse affatto.

«Non si sono scordati, Riviero. Stia buona» mi intimò, girando la pagina del libro che stava leggendo. Mi aveva risposto come se fossi una bambina che faceva i capricci, mentre lui si stava comportando come un adulto calmo e composto. Antipatico, pensai osservandolo.

«Signor Grimaldi!» disse in quel momento una voce annoiata da dentro la stanza che tenevamo sottocchio da un bel po'. «Prego, può entrare adesso.»

Grimaldi chiuse il suo libro e mi lanciò uno sguardo di incoraggiamento. La conversazione del giorno prima aveva messo in chiaro una cosa tra di noi: non eravamo felici di ciò che stava accadendo, ma entrambi avevamo compreso che non avevamo altra scelta, per cui eravamo come diventati complici.

«Piacere» disse la stessa voce di prima, solo che stavolta aveva un tono decisamente più sveglio e allegro. Una ragazza con i capelli rossi, che poteva avere qualche anno in più di me, strinse la mano di Grimaldi e ignorò totalmente la sottoscritta. «Come posso aiutarla?» chiese, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Oh, grandioso! pensai infastidita. Non c'è Barbie e c'è questa tizia. Non potevo credere che esistessero davvero soggetti tanto imbarazzanti.

«È per il nostro matrimonio» disse il mio capo. Sussultai quando pose una mano sulla mia spalla, avvicinandomi di qualche centimetro a sé.

L'impiegata mi osservò sorpresa, poi lanciò un'occhiata veloce alla mano di Grimaldi, e tornò ad osservarmi con un sorriso che, anche se cordiale, era un po' più freddo. Dopodiché si voltò, in direzione della scrivania, e io ne approfittai per lanciare a Grimaldi, la cui mano mi tratteneva ancora stretta a sé, uno sguardo che chiedeva spiegazioni. Scosse la testa, sgranando leggermente gli occhi. "Io non posso farci niente", mi stava dicendo.

Ero convinta che avrei assistito a una scena abominevole in cui l'impiegata del comune ci avrebbe spudoratamente provato col mio futuro marito davanti a me, ma fui sorpresa nel constatare che ciò non accadde. Da quando Grimaldi aveva chiarito il motivo della sua presenza, e della mia, l'atteggiamento di quella ragazza era improvvisamente cambiato, diventando professionale e distaccato. Probabilmente, avevo semplicemente sbagliato a giudicarla: si trattava solo di un'altra poveretta che era stata in balia dello sbalzo ormonale causato dall'uomo al mio fianco.

Miele nei tuoi occhiTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang