Capitolo 49

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Nadia ascoltò il mio resoconto in silenzio. Non mi interruppe neanche una volta e c'erano stati momenti in cui avevo pensato che fosse caduta la linea.

«Quella ragazza non mi convinceva, ma non credevo che la situazione fosse questa» commentò alla fine.

«Io invece sono stata proprio una stupida. Mi sono fatta fregare completamente!»

«No, Daphne» mi tranquillizzò Nadia. «Ha saputo nascondersi molto bene in realtà. Io ho iniziato a percepire qualcosa di strano solo il giorno in cui il padre di Marzio ha avuto l'infarto.»

«Cosa intendi dire?» le chiesi preoccupata. «Perché non me lo hai detto prima?»

«Perché non ne ero del tutto certa. Marzio si comportava normalmente ed era solo Elvira a comportarsi in modo insolito. Non so... Era il modo in cui gli stava accanto, come lo ha abbracciato e c'era un qualcosa di strano nelle sue parole. Era come se gli stesse dicendo qualcosa che qualcuno nella tua posizione gli avrebbe detto: qualcuno come una fidanzata, un'amica molto stretta o una confidente. Era come se in quel momento stesse facendo le tue veci. È stato strano» mi spiegò. «Ma credevo fosse tutto nella mia testa fino a quando non ho letto i giornali stamattina.»

«Io non riesco a credere come una persona possa essere così problematica» le dissi. «Vai a spiegare a Marzio la situazione, ora. Figurati se mi crede se gli dico che c'è una vipera in azienda! Non ho neanche nessuna prova concreta. Posso mai dirgli che la prova è quello che mi ha detto Lucrezia Costa?»

«Cosa hai intenzione di fare allora?»

«Devo giocare d'astuzia» risposi. «Non lascerò che Elvira crei altri malintesi tra di noi e la farò sentire con il fiato sul collo. Se quello che mi ha detto Lucrezia è vero, si comporterà come se la stessi attaccando ingiustamente e vorrà essere difesa per farmi passare per la cattiva.»

«Trovo davvero assurdo che Lucrezia ti abbia dato dei consigli su come evitare problemi» rifletté Nadia. «Deve davvero odiare Elvira se è stata disposta ad aiutare te.»

Avevo pensato esattamente la stessa cosa dopo quella discussione con Lucrezia, però, più ci riflettevo, più mi rendevo conto che era abbastanza normale per lei aver deciso di aiutarmi. Io non avevo sedotto Marzio. Ci eravamo semplicemente innamorati. Ma, con Elvira, la storia era ben diversa.

Quando la pausa pranzo era quasi giunta al termine, andai nell'ufficio di Marzio.

Rimase sorpreso dal fatto che ero andata lì e mi ero seduta sul divanetto senza dire nulla.

«Cosa?» mi chiese, come se fossi impazzita.

«Elvira sta per arrivare» risposi con mezzo sorriso. «Oggi aveva tirocinio solo di pomeriggio. La aspetto qui» decretai, accavallando le gambe.

Marzio scosse la testa. "È impazzita", sembrava pensare, ma non mi mandò via.

Puntuale come un orologio, Elvira bussò alla porta dell'ufficio.

Marzio mi rivolse uno sguardo soddisfatto. «Vedi com'è puntuale? Dovresti prendere esempio» disse. Poi, invitò Elvira ad entrare.

Il divanetto su cui ero seduta non era esattamente visibile dalla porta di ingresso, ma io avevo una visuale perfetta.

Elvira entrò con aria sicura nell'ufficio. Sembrava una donna in affari con il suo tailleur bianco e i capelli rossi erano raccolti in uno chignon basso.

«Buon pomeriggio, signor Grimaldi» lo salutò. «Spero che sia andato tutto bene con i documenti su cui abbiamo lavorato ieri sera.»

Forse erano state le parole di Lucrezia, ma mi sembrava di notare una sfumatura più civettuola nel tono che Elvira aveva utilizzato. Non mi era mai sembrato che si fosse rivolta a lui in quel modo in precedenza, ma forse il motivo era che il tono che usava in mia presenza era diverso da quello che adottava quando io non c'ero.

Miele nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now