Capitolo 63 -finale

1.7K 54 2
                                    

«Mi stai chiedendo di sposarti?» chiesi stupita.

Marzio sorrise vedendo la mia reazione e io diventavo ancor più confusa ogni secondo che passava.

«Ma Marzio» dissi. «Noi siamo già sposati.» Gli mostrai l'anello che portavo al dito, e che aveva anche lui, come se lo avesse dimenticato.

Rise a quella ovvia constatazione e passò a darmi una spiegazione veloce che potesse quietare la mia confusione.

«Non l'ho dimenticato» disse. «Ma ho pensato che ti meriti una proposta di matrimonio per come si deve.»

Ma come faceva ad essere così dolce, premuroso e meraviglioso?

Sorrisi per quelle parole e voltai la sedia di qualche centimetro verso di lui per fargli capire che aveva la mia completa attenzione.

Marzio si schiarì la voce. Probabilmente, era nervoso perché c'erano altre persone lì che stavano guardando quel che stava succedendo a pochi tavoli di distanza da loro.

«Quando ti ho visto per la prima volta, ho pensato che fossi davvero insopportabile e che sarebbe stato un incubo lavorare con te, soprattutto perché non avevi la più pallida idea di cosa fosse la puntualità.

Tuttavia, sin dal primo giorno, ogni volta che mi parlavi o che i tuoi occhi incrociavano i miei, sentivo che avrei potuto scalare una montagna e sapevo che il mio cuore non avrebbe potuto resistere molto prima di diventare totalmente tuo.

La nostra storia d'amore è talmente unica che sembra la trama di un romanzo rosa o di uno di quei film romantici che tu non sopporti. È iniziata come un incubo ma con il passare del tempo è diventata un sogno ad occhi aperti.

Svegliarmi con te ogni mattina, fare colazione insieme... ognuna di queste cose così banali con te è un sogno.

Persino litigare e poi fare la pace è un qualcosa che custodisco gelosamente.

Non riuscirò mai a vincere una discussione con te e tu non mi lascerai mai avere l'ultima parola, ma ogni volta non faccio altro che pensare "come può essere così bella quando è arrabbiata".

Abbiamo fatto tutto nell'ordine sbagliato: ci siamo messi insieme ancor prima di capire di amarci e ci siamo sposati senza neanche fidanzarci ufficialmente e, soprattutto, ancor prima che ci dicessimo due parole semplici come "ti amo". Eppure, non cambierei nulla anche se ne avessi la possibilità.

Entrambi sappiamo che il motivo per cui quel matrimonio è avvenuto è stato per salvare la Grimaldi Corporation e che nessuno di noi due ha davvero preso quella scelta, anche se l'amore c'era.

Ma ora, non c'è più un'azienda da salvare, non ci sono più costrizioni esterne. Ora ci siamo solo tu ed io qui a decidere del nostro futuro. La scelta è solo nostra.

Perciò, ti chiedo... Daphne Riviero, mi vuoi sposare?»

Marzio mi osservò, ancora in ginocchio, aspettando una mia risposta.

Io mi asciugai le lacrime che erano scese silenziose sul mio viso e non persi tempo ad abbracciarlo. Sentivo che la commozione di Marzio era forte quanto la mia: le sue mani sulla mia schiena mi stringevano come se non avesse intenzione di lasciarmi andare.

Sentii gli applausi delle persone intorno a noi diventare sempre più forti. Non sapevo quanto avessero capito delle sue parole, ma avevano di certo capito che avevo accettato la sua proposta.

«È un sì?» chiese Marzio con un sorriso.

«Sì, Marzio Grimaldi» risposi sorridendo. «Voglio diventare tua moglie. Di nuovo.» Non gli diedi neanche il tempo di mettermi l'anello al dito. Lo baciai lì, davanti a tutti, senza neanche provare a mantenere un minimo di contegno.

Quando lo lasciai libero di muoversi di qualche centimetro, i suoi occhi color del miele mi osservarono con una tale profondità e dolcezza che fui sul punto di baciarlo di nuovo.

«Ti amo» disse, esprimendo a parole quello sguardo. «E ti amerò ogni giorno della mia vita.»

«Finché morte non ci separi?» scherzai.

«Finché morte non ci separi» confermò Marzio con un sorriso.

Questa volta, fu lui a baciarmi. Prese il mio volto tra le mani e posò le sue labbra sulle mie, dando avvio ad un bacio più lento di quello che gli avevo dato io poco prima.

La mia vita era sempre stata un grande punto di domanda. Non avevo mai avuto punti di riferimento stabili ed avevo imparato presto a cavarmela da sola senza fare affidamento su nessuno.

Ma ora, per la prima volta, c'era qualcuno al mio fianco che mi avrebbe regalato una vita di certezze e felicità senza che io chiedessi nulla. Qualcuno su cui potevo contare e che non avrebbe mai tradito la mia fiducia.

Il suo nome era Marzio Grimaldi.

Miele nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now