Capitolo 31

1.3K 56 5
                                    

Aver investito tutte quelle energie nella preparazione di quella dannatissima festa, aveva lasciato tutti senza forze e completamente esausti.

«Non riuscirò mai a coprire queste occhiaie» mi lamentai con Nadia. La cosa peggiore era che chiunque lì dentro aveva la mia stessa faccia. Pierre si sarebbe ritrovato decine di zombie alla sua festa. Ma, perlomeno, era una festa in maschera.

Tuttavia, la stanchezza dell'intera azienda stonava con la faccia di pura felicità di Nadia, la stessa faccia che aveva ogni giorno Mattia.

Negli ultimi tempi, la mia amica era venuta frequentemente in azienda all'ora di pranzo per stare con lui. Mi sembrava quasi di vederla di più da quando quei due avevano iniziato a frequentarsi rispetto a quando eravamo solo vicine di casa. E il fatto che sarebbe venuta anche lei alla festa di Pierre, confermava perfettamente i miei pensieri.

«Senti un po'» le dissi, sedendomi alla mia scrivania, «com'è che per lui vieni in azienda ogni giorno, ma per me non sei mai venuta prima?»

«Sei gelosa?» mi chiese lei ridendo. Era diventata un'altra persona da quando aveva incontrato Mattia. Nadia era sempre stata allegra e positiva, ma da quando lo aveva conosciuto sembrava essere circondata da una strana aurea, fatta di pura luce.

«Beh, io pranzo da sola ogni giorno» replicai, incrociando le braccia al petto.

«Ma come? Tu e Marzio non pranzate insieme?»

Il sospiro che mi lasciai sfuggire parlò per me. Marzio era in azienda, ma non si muoveva dalla sua scrivania e, se pranzava, lo faceva mentre continuava a mettere firme o mentre leggeva. Avevo provato a fargli compagnia, ma era evidente che la mia presenza era solo una distrazione. E non era una distrazione piacevole per lui. Avevo preferito non andare più da lui di mia volontà piuttosto che aspettare che fosse lui a chiedermelo.

«Hai deciso cosa indossare stasera?» le chiesi a quel punto. Aveva detto che avrebbe pensato lei stessa al suo vestito in maschera. Probabilmente, sapeva da Mattia quanto lavoro avevamo tutti e non aveva voluto aggiungere altra fatica.

«Volevo mettere qualcosa che richiamasse l'idea del mare» rispose con un sorriso.

«Oh!» esclamai. «Sarai una sirena, allora!»

«Ho detto solo che il mio vestito richiamerà il mare» disse Nadia ridendo. «Non avrò mica la coda.»

«Metti un vestito a sirena e risolvi il problema.»

Sembrò meditare più del dovuto su quello che avevo detto. Come se l'idea non le avesse attraversato il cervello.

«Tu cosa metti?» mi chiese allora.

Quella era proprio una bella domanda a cui però non avrei saputo dare una bella risposta.

Pierre aveva chiesto di far realizzare appositamente un abito per me, ma l'idea non era piaciuta molto a una certa persona.

Gli ultimi giorni erano stati segnati da un grande malumore generale e questa questione non aveva aiutato per nulla. Solo il fatto che io avessi già detto a Pierre che non avrei indossato il suo abito aveva contribuito a non far andare Marzio completamente fuori di testa.

Ma il mio rifiuto era servito solo a non farmi avere la più pallida idea su cosa avrei indossato. Non avevo avuto il tempo di concentrarmi sul mio abito con tutto ciò che c'era da fare. Né quel pomeriggio avrei avuto il tempo per farmi venire un'idea.

Avrei finito per indossare un abito normale con una maschera che mi copriva il volto. Questa era la conclusione a cui ero giunta. Perciò fui piacevolmente sorpresa quella sera, quando Marzio bussò alla porta della mia stanza.

«Posso entrare?» chiese, aprendo la porta di qualche centimetro.

Quella sera, l'orario di lavoro era terminato in anticipo per dare il tempo a tutti di prepararsi per la festa.

«Sì, sto solo... cercando qualcosa» dissi, spiegando il motivo del caos nella mia stanza. Decine di vestiti stavano campeggiando sul letto, ma nessuno sembrava essere adatto per quell'occasione.

«È il tuo letto quello?» chiese Marzio con un sorriso.

«Divertente» farfugliai. «Rimetterò a posto per dormirci.»

«O forse potresti venire a dormire nella mia stanza» disse, sedendosi su un angolo del letto che avevo risparmiato da tutto quel caos.

La disinvoltura con cui me lo aveva detto mi aveva preso completamente in contropiede. In tutti quei mesi, mai una volta era capitata una discussione a proposito. E, anche se nelle ultime settimane il nostro rapporto era cambiato, non avevamo mai parlato di una simile possibilità. Soprattutto, dal momento che non avevamo neanche avuto il tempo di spingerci oltre un bacio con tutto il lavoro che avevamo avuto.

La nostra routine si basava sull'andare a dormire dopocena, esausti dopo giornate di lavoro sempre più stressanti. Ma, ora, mi stava chiedendo di trasferirmi nella sua stanza.

«Eh?» chiesi, tentando di metabolizzare le sue parole.

«Vuoi venire da me?» disse allora lui, alzandosi e avvicinandosi a me.

«Stanotte, dici?»

«Da stanotte» precisò con un sorriso. «Se non te la senti, non devi» aggiunse dopo, accarezzandomi i capelli.

«Me la sento!» esclamai, prima che potesse rimangiarsi le sue parole. «È solo che... non me l'aspettavo.»

A quel punto, il suo sorriso divenne ancora più accentuato e neanch'io potei evitare di sorridere.

«Ti ho portato questo» disse a quel punto, dandomi un pacco che non avevo notato.

«Cos'è?»

«Qualcosa di cui hai bisogno» disse soltanto, lanciando un'occhiata di disapprovazione al letto.

Aprii il pacco incuriosita e dentro ci trovai un vestito, perfettamente ripiegato in modo tale che non ci sarebbero state pieghe, di un bianco avorio.

«È un vestito da sposa?» chiesi confusa. Aveva detto che era qualcosa di cui avevo bisogno e ciò significava solo che le pubblicazioni erano state affisse.

Alzai lo sguardo su Marzio, cercando una conferma ai miei pensieri. Tuttavia, la sua espressione era di incredulità.

«Non è un vestito da sposa!» rispose incredulo. «Lo sposo non può vedere l'abito della sposa prima del matrimonio. Porta male!»

«Non ti facevo un tipo superstizioso» replicai divertita. «Ma allora, questo...»

«È il tuo abito per stasera» disse, completando la frase. «Spero che ti piaccia» aggiunse soltanto, prima di uscire dalla stanza con un sorriso divertito per la mia espressione di pure sorpresa.

Quando aveva avuto il tempo per pensare anche al mio abito con tutto il lavoro che si ritrovava? Quell'uomo riusciva a trovare sempre nuovi modi per scombussolarmi. 


-----------------------------------------------------

Spazio autrice

Ciao a tutti! Mi dispiace per la mia lunga assenza, ma purtroppo non potevo proprio fare altrimenti. Non ho completamente avuto il tempo di scrivere e aggiornare la storia. Ora che sono tornata, riprenderò a scrivere e aggiornare regolarmente.

Scusate ancora e grazie per non aver abbandonato la mia storia.

Origami

Miele nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now