Capitolo 34

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«Non te la cavi con un semplice sorriso, Daphne Riviero» sussurrò Marzio al mio orecchio.

Era incredibile come si potesse passare inosservati in mezzo a tanta gente che ci conosceva. Di sicuro, gli occhi più attenti potevano percepire che tra di noi non c'era un semplice rapporto capo-dipendente, ma, con la poca luce che illuminava la sala e tutte le persone vestite in maschera, anche Marzio Grimaldi in persona poteva passare inosservato.

«Quello era il mio ex ragazzo» dissi velocemente.

«Sai, lo avevo intuito» replicò Marzio con ironia. «Sembravate parecchio intimi» aggiunse dopo.

«Stavamo solo ballando» mi giustificai. Non c'era alcun motivo per mettermi sulla difensiva, ma mi era sembrato che il tono di voce che aveva usato, per pronunciare quelle poche parole, fosse un tantino accusatorio.

«Non credevo di avere un altro problema oltre il francese» bisbigliò tra sé e sé.

«Intanto, il francese non si è ancora avvicinato questa sera» chiarii. «E Dylan non è un problema perché scomparirà e non lo vedremo più.»

«Quindi vuoi dire che se non dovesse andarsene, sarebbe un problema» replicò Marzio, fermandosi all'angolo della pista da ballo.

«Non ho detto questo.»

«Se vuoi scusarmi, c'è ancora molta gente che devo salutare» disse semplicemente e si allontanò. Lasciandomi lì. Ero sul punto di avere una crisi di nervi. Quella serata era iniziata troppo bene per sperare che si concludesse nello stesso modo.

«Signore e signori» disse improvvisamente Pierre dalla scalinata centrale. Non era salito fino in cima, ma si era fermato circa a metà, in modo tale che tutti potessero vederlo.

«Prima di riprendere le danze, cambiando ritmo» esordì, indicando la postazione di un deejay che stava per essere allestita ai piedi della scalinata, «vorrei approfittare di questa breve pausa per ringraziarvi nuovamente per essere venuti questa sera.»

Tutti applaudimmo brevemente, dal momento che Pierre aveva fatto volutamente una pausa per dare avvio a quell'applauso.

«È mio piacere presentarvi il mio nuovo socio per un'azienda che ho deciso di aprire qui in Italia» affermò con un largo sorriso.

Ricordavo vagamente il progetto di cui Pierre mi aveva parlato una volta quando io ed Elvira eravamo a pranzo con lui. La mia mente allora era però presa da altro.

Mi volati verso la causa delle mie continue distrazioni. Marzio non aveva fatto in tempo ad allontanarsi ed era lontano da me solo di qualche passo. Tuttavia, non avevo alcuna intenzione di avvicinarmi.

«Vi prego di fare un applauso per il signor Dylan Toronto» esclamò Pierre. Mi voltai di scatto verso la scalinata, mentre gli applausi risuonavano a rallentatore nella mia testa.

Ma come diavolo faceva Pierre? Come? Forse Marzio non aveva poi tutti i torti a preoccuparsi del mio amico francese.

Ma si era quantomeno informato sulla persona a cui stava vendendo le azioni della sua società? Io non me ne intendevo, ma non ero poi tanto sicura che vendere delle azioni a qualcuno la cui società in Brasile era fallita fosse una buona idea.

«Grazie mille» disse Dylan, prendendo il microfono che Pierre gli stava porgendo. «È un onore per me entrare a far parte della società del signor Chevalier» disse con quel tono odioso che aveva sempre quando era sicuro di sé. Gli applausi cominciarono di nuovo a risuonare per la sala, ma stavolta io non mi unii.

«Daphne» disse Elvira, richiamando la mia attenzione. Quando si era avvicinata a me? Non me ne ero proprio resa conto. «Conosci quell'uomo?» mi chiese. Non aveva indossato una maschera, ma aveva un trucco abbastanza pesante che la faceva sembrare una persona del tutto diversa rispetto alla tirocinante che incontravo ogni giorno in azienda.

Non feci in tempo a risponderle dal momento che la voce di Dylan attirò nuovamente la mia attenzione.

«Inoltre, volevo invitarvi a fare un brindisi per la Grimaldi Corporation» esordì. «Ho avuto l'onore di conoscere il signor Grimaldi solo questa sera e sono davvero sorpreso dei risultati incredibili che la sua azienda ha raggiunto con questa serata.»

Mi voltai verso Marzio e, nonostante il suo volto fosse parzialmente coperto dalla maschera, potevo vedere la sua mascella serrata.

«Non mi fraintendete» riprese a dire Dylan. «Non intendevo dire che il signor Grimaldi non sarebbe stato all'altezza! Ma sappiamo tutti che le relazioni sul luogo di lavoro possono creare notevoli problemi, ma la Grimaldi Corporation ha dimostrato di non assecondare queste visioni ormai superate!»

Un brusio si levò nella stanza, dopo quelle parole.

Oh no, pensai soltanto.

«Perciò» continuò, «è il caso di fare un applauso al signor Grimaldi non solo per il successo della sua azienda, ma anche per quello nella sua vita privata.»

Dylan si voltò verso Marzio e sollevò il bicchiere, invitando gli altri a fare lo stesso.

Decine di persone si voltarono verso l'uomo che fino a poco prima era passato del tutto inosservato, grazie al fatto che lo sguardo di Dylan si era posato su di lui come una grossa freccia segnalatrice.

Marzio era rimasto immobile, dopodiché si tolse la maschera e con un'espressione impassibile fece un cenno del capo come ringraziamento.

«Daphne, stai bene?» mi chiese Elvira. Probabilmente la mia faccia non era una maschera di impassibilità come quella di Marzio. «Non dirmi che...» sussurrò Elvira.

Non era difficile fare due più due a quel punto. Mi diedi un'occhiata intorno e vidi alcuni dipendenti dell'azienda nelle vicinanze che spostavano lo sguardo da me a Marzio e viceversa.

Dylan aveva parlato chiaramente di una relazione sul luogo di lavoro e non era difficile capire, per chi lavorava in azienda, che ero io l'altra persona coinvolta. Persino Pierre, dalla scalinata, mi stava fissando. Ma, considerando tutto il tempo che aveva passato alla Grimaldi Corporation nelle ultime settimane, era naturale considerare il suo livello di intuizione alla pari di quello di tutti i dipendenti.

L'unico motivo per cui non era l'intera sala a voltarsi verso di me era il fatto che Dylan aveva quantomeno avuto la decenza di non fare pubblicamente il mio nome.

Mi voltai verso di lui. Aveva abbassato il capo di qualche millimetro, probabilmente nel tentativo di nascondere il sorriso divertito che gli era comparso sulle labbra. Dopodiché, mi rivolse uno sguardo che stavolta non celava per nulla il divertimento per quella situazione che aveva volutamente creato e sorseggiò il suo spumante senza distogliere gli occhi da me.

Miele nei tuoi occhiTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang