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I corridoi della scuola erano affollati, come sempre d'altronde. Cercai Ash, ma della sua bandana non c'era traccia.
-Oi, Amanda.- Thomas mi raggiunse, mentre la campana suonava. Matematica. Okay, sarei stata fuori, no problem.
-Thomas, vai, la campana è suonata.- dissi, distaccata. Non era mattina, avevo le ovaie altamente girate, ero incazzata con il mondo intero e avevo veramente voglia di uccidere qualcuno.
-Penso che starò fuori con te.- si avvicinò, mentre io indietreggiavo.
-Sono grande abbastanza per saper badare a me stessa, Thomas.- gli dissi, acida.
-Mi sono rotto di aspettare. Sempre no, è sempre un rifiuto.- ghignò, mentre io continuavo ad indietreggiare.
-Vattene.- una voce maschile mi fece voltare, quasi sorpresa. Skinny jeans neri, canotta nera pure quella e quel maledetto ciuffo all'insù.
-Hemmings?- Thomas lo squadrò, con faccia impassibile. Gli elefanti mi ballavano nello stomaco allegramente, con un bellissimo tutù rosa e le maracas in mano. Cosa c'era di meglio di prima mattina, quando sei incazzata con il mondo intero?
-Mi hai visto. Ora vattene.- si mise davanti a lui. Notai solo ora che Luke superava Thomas in altezza, cosa abbastanza inquietante per l'ottavo nano di Biancaneve qui presente. Il ciuffo di Luke faceva ombra ai capelli neri corvini di Thomas, mentre io guardavo impassibile la scena.
-Perchè dovrei? Sto chiedendo ad Amanda solo un'uscita, non me la sto scopando.- si difese, non perdendo la sua sicurezza. Solo sentendo 'scopando', vidi Luke sbattere con ira Thomas contro gli armadietti, facendomi sussultare. Respirava irregolarmente, mentre una vena si stava gonfiando piano, sul suo collo.
-Non la devi nemmeno toccare, è chiaro?!- sibilò, vicino alla faccia del poveretto.
-Posso fare quello che voglio.- ribattè l'altro, stupidamente. Ma porca di quella troia, sei schiacciato da uno più grande, che ti ha preso per il colletto e potrebbe tranquillamente farti svenire con un pungo, che cazzo lo istighi? Era come gettare benzina sul fuoco, perchè Luke, ancora più arrabbiato, lo sbattè nuovamente contro gli armadietti, facendo un rumore secco.
-Amanda è mia.- disse, a pochi centimetri dalla sua faccia. Sussultai a quella frase, sgranando gli occhi. Mi mancò il fiato per pochi secondi, mentre il rumore del sangue che scorreva, mi rimbombava nelle orecchie. L'aveva detto veramente?
-Vattene, prima che faccia qualcosa di cui potrei pentirmi.- si staccò, lasciando correre via Thomas. Mi voltai, facendo per andarmene tranquillamente.
-Io e te non abbiamo ancora iniziato.- disse, freddo.
-E non inizieremo mai.- risposi, indifferente. Le sue dita si attorcigliarono attorno al mio polso, facendomi gemere dal dolore a contatto con le cicatrici. Mi sbattè contro un armadietto, come con Thomas ma più delicatamente.
-Dobbiamo chiarire alcune cose, Amanda.- puntò i suoi occhi nei miei. Erano blu, blu come il mare in tempesta. Più scuri rispetto al solito, che erano azzurri e cristallini. C'era un velo nero che nascondeva la calma che tanto amavo, la calma che cercavo quando stavo male. Strinse i miei polsi, e a quel gesto, strizzai gli occhi, mentre un forte dolore si espandeva nella zona stretta. Sentii un gemito percorrermi la gola. Strinsi con forza il mio labbro, fermando quel suono strozzato dentro me.
-Luke, mi fai male.- dissi, forzata. Forse era una delle poche volte che mi avrebbe sentito implorare di lasciarmi andare. Ma ero troppo forte, stringevo così forte il mio labbro che potevo giurare che un rivolo di sangue sarebbe sceso, silenzioso.
-Parliamo allora.- alleviò la stretta, facendomi tirare un sospiro di sollievo. Notai sulla sua mano dei piccoli segni di sangue. Il mio sangue.
-Di che vuoi parlare?! Uh?!- chiesi, tornando la solita scorbutica del cazzo.
-Tu non hai capito un cazzo!- sbattè la mano contro l'armadietto, poco lontano dalla mia testa. Sussultai credendo che il pungo fosse diretto a me.
-Fai quello dolce, quello interessato alla mia vita solo per aumentare il piacere. Ti eccita che io ti tenga testa, ti eccita il fatto che non te la do solo dopo dieci minuti. Ecco qual è la verità.- sibilai, guardandolo ridere quasi malignamente. Quasi possessivamente, infilò la sua lingua tra le mie labbra, lasciandomi senza fiato. Le sue mani piano piano andarono sui miei fianchi, mentre il suo bacino si muoveva contro di me. Intrecciai le mie dita nei suoi capelli dannatamente morbidi, facendolo gemere sulle mie labbra. E mi sentivo strana. Era come se stessi baciando la morte. Baciando colui che mi faceva del male, ma che con un solo bacio cancellava tutto. Le sue labbra si muovevano ritmicamente con le mie, mentre le nostre lingue erano impegnate in una danza tutta nostra, tutta nuova sia per me che per lui. Quel bacio aveva davvero poco di casto, era un miscuglio di passione, voglia e desiderio. E a me piaceva così, rude, passionale. Si spostò sul mio collo, facendomi uscire un gemito strozzato.
-E' questa la verità Amanda.- disse, fra un bacio e l'altro.
-Devi starmi lontano, Luke.- ansimai, ancora arrabbiata.
-A riuscirci.- sorrise, contro la mia pelle bollente. Un sorriso si fece spazio sul mio volto, facendomi sentire la persona più fortunata del mondo.
-Lo so che tu mi vuoi, lo sento nei tuoi baci, lo vedo nei movimenti. E io ti voglio Amanda, più di qualunque altra cosa.- ansimò, premendo il suo bacino contro il mio. Si stava formando un erezione notevole, che cresceva con i baci che lasciava sulla mia pelle, ormai rossa. A quel contatto gemetti, sentendo un forte calore espandersi per tutto il mio corpo.
-E' presto Hemmings, non so se ne sei al corrente, ma non sono facile come ragazza da conquistare.- ghignai, tra un sospiro e l'altro. Il suo braccio si intrecciò sotto al mio ginocchio, facendomi sollevare la gamba.
-Credi che non lo sappia? Ho avuto più erezioni insoddisfatte con te in tre giorni che erezioni soddisfatte nella mia vita.- mi fece notare, staccandosi. Mi leccai il labbro, per provocarlo. Per tutta risposta mi alzò dal pavimento, prendendo sotto all'altro braccio, la gamba che stava ancora a terra. La sua erezione pulsante sfregò contro la mia intimità non appena mi sollevò, senza alcuna fatica. Gemetti scandalosamente a quel contatto, facendolo sorridere compiaciuto. La mia schiena sbattè contro l'armadietto, quando le labbra di Luke presero ad armeggiare con le mie. Spingeva con il bacino verso la mia intimità, facendomi scappare qualche suono non proprio casto a mio svantaggio.
-Ah, Luke..- sospirai, sotto i suoi baci. Sentii un pezzo di pelle tirarsi, mentre le sue labbra succhiavano il mio collo. -Sarà troppo evidente, fermati.- cercai di bloccarlo.
-Tu sei mia Amanda. E devono saperlo tutti.- mi guardò negli occhi. Erano azzurri. Erano cristallini. Il nero era scomparso, lasciando spazio a quel colore che tanto amavo. Era bellissimo. Le labbra gonfie, i capelli arruffati e le guancie leggermente più rosee del solito. D'istinto gli morsicai il labbro, ricevendo apprezzamento dai piani bassi. Catturai le sue labbra velocemente, sentendo il mio labbro inferiore catturato tra i denti di Luke, che sorrideva contro la mia bocca. La sua lingua passò dove prima vi erano i denti, come ad alleviare quel dolore che si nascondeva sotto la veste di piacere.
-Passerei tutto il giorno a baciarti. Dannazione se lo farei.- imprecò, tra un bacio e l'altro. Istintivamente sfiorai la gobba che si era creata nel cavallo sei suoi jeans. Strabuzzò gli occhi, mentre io percorrevo il mio dito per tutta la lunghezza.
-N.non puoi farmi questo.- gemette, buttando la testa all'indietro.
-Hai ragione, quindi per evitare di contaminare di sperma le tue mutande, è meglio se mi lasci giù.- lo provocai, leccandogli il collo, fino a mordere il lobo dell'orecchio. Deglutì, mentre gemeva quasi peggio di me. Quasi. Delicatamenete toccai terra, mentre i suoi occhi azzurri non abbandonavano il mio corpo nemmeno per un secondo.
-Sappi che per me non sei solo una scopata, tu sei molto di più Amanda.- sussurrò al mio orecchio, facendomi venire i brividi. Risposi con un altro tocco, leggermente più deciso sul suo membro.
-Corri Hemmings.- risi, sentendolo irrigidirsi.
-Sappi che non finisce qua, piccola.- mi lasciò un ultimo bacio, sparendo tra i corridoi. Il sorriso che avevo stampato in faccia era da vera ebete, ma non ci potevo fare nulla. Non ero solo una semplice scopata per lui, e come aveva detto Ash, non riusciva a starmi lontano. Luke Hemmings, il sogno erotico del liceo aveva scelto me, me in mezzo a tante. Cosa impensabile, perchè non sceglierei mai me, nemmeno se fossi l'ultima ragazza sulla Terra. Ma questi sono dettagli, no?

try hard[efp]Where stories live. Discover now