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-Merda! Merda! Merda!- esclamai, facendo avanti e indietro per la stanza.
"Suvvia, cerca di stare calma." la voce di Beth uscì dal telefono, arrivando direttamente nel mio orecchio.
-Come faccio? Beth, sono nella merda totale!- mugolai, facendo scivolare la schiena contro la parete.
"Dovresti dirglielo, Amanda." sentenziò, dopo lunghi attimi di silenzio. Persi un battito. Un altro. Un altro ancora.
-Non se ne parla.- il tono non fu duro come volevo che fosse. Era più da sgretolamento.
"E cosa intendi fare, allora?" fu come averla davanti, e guardare i lunghi capelli biondi ricaderle su una spalla, mentre inclinava la testa. Sorrisi, per poi tornare cupa.
-Sinceramente? Pensavo di scappare in Messico, crearmi una falsa indentità sotto il nome di Miguel, comprarmi un sombrero e mangiare un burrito su una panchina di Tijuana.- lasciai andare un sospiro pieno di ironia.
"Sei seria?" la voce apparve dura e mi fece sentire per poco sotto processo.
-Hai ragione.- sospirai. -Penso che il Mozambico sia meglio.- alla fine decretai.
"Amanda!" mi rimproverò. Anche a distanza, restava la solita Beth. "Comunque, sai che odio con tutta me stessa dirlo, ma.." prima che potesse finire la frase, mimai con le labbra un 'avevo ragione'. "..avevo ragione." dal tono di voce potei immaginare un ghingo dipingerle il volto.
-Ti prego.- mugolai, mettendo la testa fra le gambe.
"Tesoro" mi prese dolcemente "dovresti dirglielo, davvero." il suo tono di voce era calmo, e potei percepire il suo profumo attraverso la cornetta.
-Preferisco aspettare.- già, aspettare qualcuno che non arriverà mai. -Non credo che ricambi il sentimento.- sospirai, tremendamente afflitta.
"Come mai parti già negativamente? Amanda!" mi rimproverò.
-Oh ma dai, pensaci! Sono ricaduta in quella schifezza dell'amore! Io, Amanda Colson, presidente della campagna contro l'amore, mi sono innamorata di un coglione patentato! Figuriamoci per Luke, non sa nemmeno l'esistenza del verbo 'amare'.- buffai, sentendo una forte fitta al cuore. 'Okay, abbiamo capito che hai ripreso vita, ma amore mio, calma i tuoi battiti.' rivolsi uno sguardo omicida al mio petto.
"Tesoro, io devo proprio andare." sbuffò "Ci vediamo non appena torno da Londra, e miraccomando. Fa la brava" mi salutò, mandandomi un bacio. Ricambiai il saluto, e non appena posai il telefono sulla moquette della mia vecchia camera, presi fra le dita i miei capelli lunghi e lisci. Gli occhi se ne stavano sul letto dalle lenzuola colorate. Quelle stesse lenzuola dove vi era stato Luke, stanotte. Dove vi eravamo stati noi due, noi due uniti in una cosa sola. Mi alzai, piano. Tracciai la linea delle coperte con un dito, volevo solo sfiorarle. Sfiorarle per sentire ancora quei brividi veloci, sfiorarle per poter percepire un poco di quel calore del corpo di Luke.
-Amanda, possiamo parlare un attimo?- l'alta figura di Joseph entrò in stanza, accomodandosi sulla sedia girevole.
-Cosa c'è?- cercai di nascondere la mia indifferenza, poggiandomi al muro.
-Si tratta di Luke.- mi si gelò il sangue nelle vene.
-Ancora con questa storia?- sorrisi falsamente.
-No, sarò più chiaro. Non voglio che frequenti quel ragazzo. Da quello che Catherine mi ha detto, suona in una band da quattro soldi, non ha futuro. Tu hai grandi capacità, non puoi perdere tempo dietro a un musicista.- il tono si fece così duro che per poco pensai che volesse tornare alla vecchie abitudini.
-Spero tu stia scherzando.- dissi a stento, un groppo in gola mi bloccava la voce.
-No, mi hai sentito. E' il tuo futuro Amanda, tu prenderai una strada e lui un'altra.- spiegò, impassibile.
-Non voglio lasciarlo andare.- abbassai il mio sguardo verde alle Nike. -E non lo farò.-
-Ti lascerà indietro Amanda, fanno sempre così.- ringhiò, gelandomi con i suoi occhi grigi.
-Non lo farà.- ricambiai il tono, incrociando le braccia al petto.
-Ne sono sicuro che non lo farà.- sorrise, sghembo. Che aveva fatto? -Ma tu si, quindi spero tu mi abbia sentito bene.- si alzò, e senza dire nulla, uscì.

-Ciao Amanda.- una voce piccola e dolce mi fece alzare lo sguardo, facendolo distogliere dalla televisione spenta.
-Lucie.- le sorrisi, andandole incontro.
-Mi hanno detto che stasera parti.- disse, con tono triste.
-Si, ma non devi essere triste. Tornerò io, oppure verrai a Sydney.- mi inginocchiai a lei, guardando in quei pozzi azzurri chiari.
-Davvero posso venire?- una scia di felicità le trapassò il viso, facendola sorridere quasi emozionata.
-Quando vuoi.- ricambiai il gesto, stringendola a me.

try hard[efp]Where stories live. Discover now