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-Ash!- non appena staccai le labbra da quelle di Luke, mi gettai letteralmente tra le sue braccia.
-Ero così preoccupato.- affondò un piccolo sospiro tra i miei capelli. -Stai bene?-
-Si ora si.- gli sorrisi, debole.
-Un'altra ricaduta?- lessi nei suoi occhi preoccupazione, tristezza.
-Si, ma sto bene, ora sto bene.- ripetei, facendo passare a raffica le immagini di poco prima.
-L'hai aiutata tu, Luke?- gettò lo sguardo dietro alle mie spalle.
-Potevate parlarmene prima. Mi sono sentito inutile.- il suo non era un lamento, ma bensì una frase detta con tono triste.
-Amico, non è facile. Soprattutto per lei.- e hai ragione Ash, hai completamente ragione.
-Okay, ora sto bene. Quindi smettiamola di preoccuparci e andiamo di sotto. Qua fa freddo.- sorrisi a tutti e due, mentre mi dirigevo verso le scale, con un paio di pantaloni larghi e una maglietta tra le mani.
-Io e te dobbiamo parlare.- sussurrò Ash, al mio orecchio. E forse sapevo anche l'argomento.

-Amanda!- e dopo quell'urlo il buio. Il buio frastagliato da ciocche bionde, lisce come spaghetti.
-Oh Beth, anche tu mi sei mancata.- spiaccicai, contro la sua spalla.
-Tu devi dirmi tutto, di ieri, di oggi..- non appena si staccò da me, vidi i suoi occhi scuri lucidi. Non sopportavo vedere la gente piangere, soprattutto se la causa ero io.
-Vi lasciamo sole, donzelle.- detto questo, Ash trascinò via Luke dal salotto.
-E' vero che stavi per scoparti Luke sul cofano di un auto abbandonata?- cominciò la lunga serie di domande.
-Ma tu come..-
-Ti hanno vista, e le voci girano.- tagliò corto. -Ora, è vero o falso?- chiese Beth, detta anche Sherlock Holmes in abiti femminili.
-Vero. Ma ero ubriaca.- mi difesi prontamente, aspettandomi qualche reazione da parte sua.
-Oh, era ora.- la chioma bionda oscillò piano, mentre annuiva.
-Scusa?-
-Andiamo Amanda, è due mesi che quel povero picio ti corre dietro. Non serve un genio per capirlo!- gesticolò, presa dall'emozione.
-No, aspetta. Capire cosa?- prontamente la bloccai.
-Che siete fatti l'uno per l'altra!- esclamò, come se fosse la cosa più facile del mondo. Bum. Il mio cuore si fermò per pochi secondi. Io la metà di Luke?
-Quindi perchè un ragazzo non si scopa una ragazza per due mesi, diventano uno la metà dell'altra?- incarnai un sopracciglio. Quella conversazione si stava facendo interessante.
-No, idiota!- si battè una mano in fronte. -I vostri sguardi, i baci, le risate che fate insieme. Pure un bambino lo capirebbe, ma voi no. Voi no, avete il vostro orgoglio del cazzo per ammetterlo, ovviamente.- sottolineò l'ultima parola con ironia.
-Semplicemente non sono la tipa che si innamora.- feci spallucce, tranquillamente. Ed era vero. Io con l'amore avevo chiuso i battenti, messo lucchetti per chiuedere ancora meglio e gettato la chiave in Mozambico. Per rendere l'idea.
-Ah-ha.- quando faceva così, stava tramando qualcosa. E non era mai qualcosa di bello, mai.
-Beth, mi aspetta un altro interrogatorio con Ash, possiamo riprendere dopo a parlare?- le mie dita massaggiarono nervosamente le tempie, cercando sollievo a tutto quel caos che ormai governava in testa.
-Te lo chiamo.- si alzò e uscì dalla sala. Non mi vedevo affatto come la metà di Luke, era abbastanza ridicola come cosa. Anche se quando lo baciavo sentivo veramente gli elefanti nello stomaco, le cellule nervose scatenarsi a ritmo di 'We Are One', staccando così ogni minimo contatto con il cervello. E mentre gli elefanti ballavano e le cellule si scatenavano, io non ragiovano più.
-Perchè?- oh, quanta delicatezza, Irwin.
-Cosa?-
-Stavi baciando Luke.- fece spallucce.
-Ecco, beh, vedi..- le mie gambe incrociate sopra ai morbidi cuscini del divano si rilevarono interessantissimi.
-Dimmi che andrà tutto bene a Parigi.- quasi supplicò. Era una moda quella di cambiare discorso così velocemente?
-Intendi con Luke? Stai tranquillo, non ho perso la verginità quando ero ubriaca, e a casa sua, figurati se la perdo in Francia, a casa di Joseph.- il mio viso si contorse in una smorfia nel pronunciare il suo nome.
-Starò tranquillo. Ma ora devi spiegarmi cosa è successo con Luke.-
-Non lo so Ash. Lui è entrato, mi ha tirato su da terra e mi ha medicata. Mi abbracciava, diceva che andava tutto bene, mi rassicurava in maniera così dolce, premurosa.- sorrisi al solo pensiero.
-Ti piace?-
-Chi? Luke?- alzai un sopracciglio, l'aria indagatoria.
-Si, lui.- i suoi occhi si fissarono nei miei, un legame tra il marrone chiaro e il verde.
-Non lo so. Hai presente cosa vuol dire avere tanti pinguini che strillano contemporaneamente in testa? Ecco, mi sento così.- poggiai la spalla contro allo schienale, mentre un sonoro sbuffo usciva dalle mie labbra.
-Pinguini?- mi squadrò, con un sorriso indecifrabile in volto.
-Si.- il mio sguardo da detective stava su di lui, misterioso.
-Luke adora i pinguini.- sorrise, sghembo.
-Oh, fanculo.-

try hard[efp]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora