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-Mmh.. Proprio adesso?- mugolò, soffiando così aria calda sul mio clitoride, ancora coperto dal pizzo. Non ce la facevo più, desideravo d'andare oltre.
-No, continua cazzo.- strinsi in pungo le lenzuola nere, buttando a lato la testa.
-Brava la mia bimba.- lo sentii ghignare, mentre riprendeva quella dolce e lenta tortuta. Con cautela, sfilò le mie mutandine, gettandole a terra, e il calore della sua lingua tornò sulla mia intimità. Gemetti, trattenendo il labbro tra i denti per evitare di svegliare sua madre. Fece saettare su e giù la sua calda lingua, facendo così propagare un caldo piacere nel mio basso ventre. Mai avevo provato sensazioni così piacevoli, così intense. Mandai il gola un piccolo urlo quando la sua lingua roteò attorno al clitoride, succhiandolo leggermente.
-Mi stai facendo impazzire.- sibilai tra i denti, incarnando la schiena.
-Non sai quando mi piace, piccola.- introdusse in dito in me, e mi ci volle tanta forza di volontà per non urlare il suo nome. Dopo piccole mosse, sentii anche il secondo entrare in me, mentre la sua lingua continuava i suoi movimenti circolari. Pompò velocemente, staccando la lingua per salire velocemente, sentendo che stavo per venire. Tappò il mio urlo con le sue labbra, accogliendolo nella sua bocca.
-Dobbiamo fare piano.- anniccò, leccandosi poi le labbra. -Tu non hai idea del buon sapore che hai.- sfilò delicatamente le dita da me, stendendosi al mio fianco. Incastonò i suoi occhi nei miei dando così vita a una lunga serie di sguardi. Io, ancora ansante, sentivo il cuore in gola. Pulsava freneticamente, bloccando tutto il vomito di parole che volevo dirgli.
-Allora, cosa mi volevi dire, prima?- sorrise senza mostrare i denti bianchissimi, mentre si sistemava comodamente.
-Io, ecco.. Nulla, nulla di importante.- respirai profondamente.
-Bugiarda.- m'incolpò, mettendosi seduto sul materasso.
-Volevo che mi parlassi del tour.- sputai la mezza verità che mi era venuta in mente.
-Del tour? Adesso? Davvero?- alzò un sopracciglio, guardandomi sorpreso.
-Sì, davvero davvero.- lo imitai, facendo sfiorare le nostre ginocchia.
-Beh, so che partiamo tra due giorni.- dopo lunghi attimi di silenzio lancinante, sospirò, parlando piano. -Ma sarà per un mese, al massimo due. Dopo tornerò, te lo prometto.- a quelle parole, dette con così tante velocità ed emozione nella sua voce, tremai un poco. Il cuore aumentò ancora i battiti, e per poco credetti davvero di sentirlo scoppiare da lì a poco. Sospirai rumorosamente, a pieni polmoni, come a volerli liberare da tutto quel peso che sentivo su di essi. Mi bruciò la gola, un calore provocato dalla verità che arrivava direttamente dallo stomaco. Un vomito di parole, che incontrò un ostacolo. Fu come se, non appena aprii la bocca, svanirono nella calda atmosfera che vi era nella stanza di Luke. Dissolse, come se non fossero mai esistite. Fu così che mi ritrovai con la bocca aperta, un groppo alla gola, un peso sul petto e amare lacrime agli occhi.
-Tornerai, e a me va bene.- riuscii a dire, ancora con gli occhi incollati alle mie mani.
-C-cosa? Davvero?- sembrava incredulo.
-Luke, è il tuo sogno. Il tuo futuro, cazzo. Io non posso mettermi in mezzo, sarà solo..- tutta la vita -un mese, due al massimo. E a me va bene, davvero.- trovai la forza di alzare lo sguardo. Sussultò quando vide le mie lacrime.
-Non piangere, ti prego.- i suoi palmi caldi e grandi si posarono sulle mie guancie, umide. Come potevo non piangere? Avevo davanti il ragazzo che amavo, con tutta me stessa. Ed ero consapevole che tutti quei momenti, quei nostri, piccoli momenti insieme, si sarebbero cancellati nel giro di poco tempo. Due giorni.
-Mi mancherai.- singhiozzai, portandomi il polso sotto al naso. E non mentivo, stavolta. Mi sarebbe mancato da morire, sapevo com'era andata a finire l'ultima volta che ci eravamo allontanati. E non era nulla di buono, se proprio dobbiamo essere sinceri. Ormai ero una nullità senza lui. Non ne esci intero, se trovi la tua metà.
-Anche tu, piccola mia. Non sai quanto.- mi avvolse tra le sue braccia muscolose, respirando a fondo nei miei capelli. -Starai bene, ne sono sicuro.- sussurrò, stringendo ancora di più sul mio corpo.
-Ci proverò.- dissi debolmente, stringendomi contro il suo petto caldo.
-Mi devi promettere una cosa, però.- sembrò serio quando sciolse l'abbraccio. -Al mio ritorno, i tuoi polsi dovranno rimanere tali.- prese delicatamente tra le sue mani il mio polso, sfiorando la pelle chiara con il pollice. -Anzi..- si alzò dal letto, cercando qualcosa sulla scrivania. Tornò da me con un pennarello nero. Prese ancora il polso tra le sue dita affusolate e sottili, e con molta delicatezza, tracciò a figura stilizzata di un omino. Disegnò anche un piccolo cerchio al labbro sorridente del disegno, per poi tracciare la sagoma di un ciuffo all'insù. 'Luke :)' scrisse poi, sotto all'omino.
-Ripassalo ogni volta che vedi che sta venendo via. Anche dopo la doccia.- istruì, gettando a terra il pennarello nero. Annuii, con le lacrime agli occhi. -Un taglio, uno solo e anche piccolo, e mi ferisci.- sussurrò, prendendo il mio viso tra i suoi palmi grandi. Affogai dentro a quegli occhi azzurri come l'oceano, perdendomi ad ammirare le mille pagliuzze che li rendevano ancora più belli. Mi aggrappai fortemente al suo petto, stringendolo più che potevo a me. Inspirai a fondo il suo profumo, che subito mi inebriò la mente.
-Ti amo, Luke.- mi lasciai sfuggire, contro la sua maglietta. -Non sai quanto.- lasciai che un'ultima lacrima varcasse il mio occhio.
-Se per fartelo dire devo andarmene, beh, partirò per un tour più spesso.- ridacchiò, lasciandomi un bacio sulla guancia.
-Fallo, e ti ritrovi castrato Hemmings.- gli intimai, staccandomi dal suo petto caldo. Lui ghignò, maliziosamente, mentre si passava eroticamente la lingua sul labbro inferiore.
-E poi con cosa ti diverti tu?- sembrava farlo apposta, mentre si passava il pollice lungo il contorno del labbro inferiore.
-Sei un pervertito.- buffai, guardando altrove per evitare di saltargli addosso.
-Eppure non ti tiri indietro quando..-
-Luke!- gli schiaffeggiai il petto, evitando che finisse la frase.
-Non posso credere che dopo tutto quello che abbiamo fatto, tu sia comunque in imbarazzo.- ghignò, avvicinandomi a lui.
-Non posso credere che da uno dei rari momenti teneri, stiamo parlando di sesso.- roteai gli occhi al cielo.
-Piccola, tutte le conversazioni con le finiscono nell'argomento del sesso.- ci buttammo sul materasso, e mentre lui alzava le coperte su di noi, io sospirai, travolta da un'ondata di sonno improvvisa.
-Non mi piace chiamarlo sesso, comunque.- disse, facendomi accoccolare contro il suo petto. -Quello che facciamo noi non è.. sesso.- pronunciò l'ultima parola con tono quasi sprezzante. -Noi facciamo l'amore. Che è molto meglio.- concluse, baciandomi la tempia. Sorrisi, stringendomi meglio a lui, che bastò come risposta. Ero quasi completamente nel mondo dei sogni, quando la voce di Luke riempì l'aria. Il cuore smise di battere, l'ossigeno di circolare nei polmoni. Sgranai gli occhi, sentendo davvero lo stomaco contorcersi in mille acrobazie. Speravo non fosse stato un sogno, tanto che non potei negarmi un sorriso da ebete stampato in volto.
-Buonanotte, amore.- aveva sussurrato.

try hard[efp]Onde histórias criam vida. Descubra agora