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-Ha visto Sarah.- sputò, mentre il mio cuore si fermava.
-Cosa?- quel poco filo di voce si udì appena. Non ci potevo credere.
-Hai capito, Amanda.- la voce di Ash parve udibile solo per poco, mentre io ero ancora intenta ad assimilare la notizia.
-Vado a cercarlo.- dissi, d'impulso.
-Amanda!- le sue dita si attorcigliarono attorno alla benda che portavo al polso. Era una moda prendere la gente per i polsi?
-Scusa.- mi baciò la guancia, forse rendendosi conto del suo gesto. -Ma devi ascoltarmi, davvero. Diventa un'altra persona, perde il controllo se dici qualcosa di sbagliato. Vuole stare solo, credimi.- disse dolcemente.
-Credimi tu, Ash, quando dice così, vuole solo che qualcuno vada da lui.- e detto questo, me ne andai, in cerca di un paio di occhi azzurri e un ciuffo biondo. Sorpassai gente, mi scansai di dosso persone ubriache che volevano attaccare bottone, quando scorsi una ragazza dai capelli corti e castani stringere il braccio di Luke. Era lei la famosa Sarah? Era abbastanza alta, dalla pelle abbronzata, i corti capelli castani le incorniciavano due occhi neri come la pece. Deglutii pensando a cosa fare. Starmene lì così o andare ad aiutarlo?
#Luke
-Cosa ci fai qui?- chiesi duro.
-Voglio solo parlarti.- i suoi occhi neri squadravano il mio viso con attenzione. -Sei così cambiato, Lucas.- sorrise, provando a sfiorarmi la guancia. Spostai bruscamente la sua mano, impedendole di toccarmi. Provavo ribrezzo per quella ragazza, solo ribrezzo.
-Cosa vuoi Sarah?- mantenni il mio tono distaccato, mentre l'unica cosa a cui pensavo era di andarmene.
-Voglio avere una seconda chance con te.- andò dritta al punto, facendomi quasi strozzare con la mia stessa saliva.
-Sei così ingenua.- finsi la sua voce, con amarezza. Lei si limitò a ridere. Aveva quel non so cosa di malvagio, qualcosa da cui stare alla larga.
-Sappi solo che ti avrò, in un modo o nell'altro.- sussurrò al mio orecchio.
-Scordatelo. Ho una vita adesso, degli amici fantastici e una ragazza stupenda al mio fianco.- non ero ben sicuro dell'ultima parte, ma Amanda ormai era una droga per me. Eravamo fidanzati? Persone che non sanno stare lontane uno dalle labbra dell'altro? Meglio la seconda, decisamente.
-Hai una fidanzata?- incrociò le braccia al petto, mentre con aria di sfida alzava un sopracciglio.
-Brucia, Sarah?- ricambiai senza paura il suo sguardo.
-Sei mio Luke, e se non lo accetti ora, farò in modo di fartelo entrare in testa. A te e alla tua ragazza.- disse, duramente, mentre i suoi occhi percorrevano ogni centimetro del mio corpo. Scossi la testa, e per evitare di non fare qualche casino proprio la sera dedicata ad Amanda, usai un'uscita secondaria per prendere una boccata d'aria fresca. Era tornata. Più della metà del mio passato ora voleva me, voleva riportarmi al punto di partenza, che in quel momento non era stato più lontano. Tornare con lei sarebbe stato come essere nel bel mezzo di una corsa, fermarsi improvvisamente e tornare indietro. Calciai una lattina, prendendo un grande respiro. Era riuscita a rovinarmi la serata e l'unica cosa a cui pensavo era a lei. La porta sbattè, mentre un rumore di tacchi si avvicinava a me. Non alzai nemmeno la testa, non volevo vedere nessuno, nè parlare con nessuno. Avevo solo bisogno del mio tempo, del mio spazio.
-Luke..- solo nel sentire la sua voce sbarrai gli occhi, voltandomi a fissare due occhioni verdi, incollati su di me. Solo in quel momento potei vederla meglio. I tacchi neri la slanciavano perfettamente, mentre il vestito rosso metteva in risalto le sue curve, facendole apparire ancora più belle. Il trucco non era nemmeno pesante, solo un filo di eyeliner e un po' di mascara. Le labbra carnose erano ricoperte da uno strato di rossetto rosso scuro, e solo Dio sa cosa pensai non appena le vidi.
-Che ci fai qui?- chiesi, fissando il muro dinanzi a me. Si avvicinò, arrivando poco distante dal mio corpo.
-Io..- cercò le parole, sospirando. -Sei sparito così, all'improvviso, e ti ho visto uscire poco fa.- si morse il labbro, spostando il peso da una gamba all'altra.
-Ti ha detto tutto Ash, non è così?- capii al volo, voltandomi verso di lei.
-Scusa.- abbassò la testa, torturandosi le dita. Era un suo brutto vizio, ma quando lo faceva era dannatamente tenera. Sorrisi appena, quando lei alzò il capo, tuffandosi nei miei occhi azzurri.
-Non fa niente.- le parole uscirono di getto, senza che io me ne potessi rendere conto.
-Quindi..- si schiarì la gola, in imbarazzo. -Stai bene?- il suo tono era premuroso, cosa che non mi sarei mai aspettato da lei.
-Ehm.. No.- sospirai pesantemente, scuotendo il capo. -Per niente.- aggiunsi, mordicchiandomi nervosamente il piercing.
-Se questo ti può aiutare, non mi è mai stata simpatica.- commentò, facendomi spuntare un sorrisino divertito. -E personalmente, non ci vedo nulla di speciale.- riuscì a farmi sorridere completamente con quella frase. -Cioè, aspetta, non che io voglia criticare i tuoi gusti, ma sto dicen..- farfuglio gesticolando nervosamente.
-Amanda, ho capito.- la bloccai, accennando una risatina.
-Ti ho fatto ridere!- esultò, puntandomi il suo indice contro. Quanto era vero. Nemmeno dopo due minuti dall'incontro con Sarah, lei era riuscita a strapparmi un sorriso. -Sono un boss, ammettiamolo.- si lodò ironicamente. Scoppiai a ridere, mentre il peso opprimente che sentivo sul petto svaniva piano. Era quasi una bella sensazione, il petto libero e i polmoni capaci di respirare normalmente.
-Senti Luke, io..- cominciò, sorridendo, ma io fui più veloce a zittirla. Un mio passo avanti, le sue labbra sulle mie. Giocavano, si rincorrevano, mentre le sue mani mi accarezzavano il collo. Okay che Sarah mi aveva scombussolato, ma di certo non mi ero dimenticato delle sue parole. "Pure io Luke, pure io." Amanda mi voleva quanto io volevo lei. Era così semplice, era dannatamente semplice. Allora perchè era sempre titubante quando si trattava di certi argomenti? Quel suo gemito, quel suo sussurro sembrava quasi una confessione proibita, una cosa che era più grande di lei, una cosa che non poteva fare. Ma poco importava in quel momento, era lì, era tra le mie braccia e stava baciando me, Luke Hemmings. Il cuore mi esplodeva in petto, battendo rumorosamente contro le costole. Era fastidioso da un certo lato, ma era anche bellissimo dall'altro. Ti faceva sentire vivo, ti ricordava che forse potevi provare qualcosa, potevi lasciarti andare in balia delle emozioni, e non pensare alle conseguenze. Ma era anche brutto, perchè sapevo di per certo che dopo Sarah non volevo relazioni fisse. Volevo notti bollenti, baci passionali, la camera delle ragazze piena di gemiti. Volevo svegliarmi presto, raccattare le mie cose, e farmi quelle lunghe camminate verso casa, con l'aria della notte che si mischiava con quella del mattino. Volevo svegliarmi da solo, perchè di mattina ero davvero ingenstibile. Volevo stare solo, solo con i miei amici, la mia chitarra, la mia musica. Non ero il tipo da relazioni sentimentali lunghe, non ero il ragazzo che sapeva prendersi cura di qualcuno. Semplicemente non ero quello giusto. Cosa dovevo fare con Amanda? Era da due mesi che la desideravo, la bramavo più di ogni altra cosa. Ci scambiavamo baci rubati di volta in volta, ma io e lei, cosa eravamo? Se questa notte lei si fosse concessa a me, con cosa mi sarei trovato alla fine? Un letto vuoto? Un'Amanda terribilmente delusa da me, dato che le avevo detto più volte che il mio scopo con lei non era il sesso? O magari un letto pieno, una chioma ramata accanto a me, e la consapevolezza che Amanda Colson era mia? Non ero quello per lei, io lo sapevo e anche lei lo sapeva. Eppure non se ne era andata, prendeva (anche se raramente) l'iniziativa di baciarmi, e anche ora, le sue mani vagavano nei miei capelli, mentre non aveva intenzione di staccare le sue labbra dalle mie. Ero così confuso, non sapevo cosa fare. Magari la cosa migliore era lasciarla in pace, in modo che lei potesse trovare il ragazzo veramente giusto per lei, farsi una famiglia e vivere senza i problemi che io potevo darle. Al solo pensiero di lei con un altro uomo che la baciava, che le sussurrava cose dolci sotto le coperte, mi irrigidii di colpo.
-Luke, stai bene?- sussurrò, non molto lontano dalle mie labbra. Gli occhi verdi mi scrutavano, mentre le labbra rilasciavano piccoli sbuffi che sapevano di vodka. Stavo bene? Stavo davvero bene? E la risposta era no, e lo si poteva capire anche in fretta.
-Luke.- mi spronò, allontanandosi di poco. Ma non reagii. Stetti immobile, a fissare l'unico luogo dove mi sentivo veramente al sicuro. Quel verde che metteva allegria solo a guardarlo, lo sentivo mio. Era come se mi appartenesse, lasciarlo andare significava rompermi in mille pezzi. Forse erano quegli occhi a tenere insieme i cocci del mio cuore. Forse era quella risata che fungeva da spazzino, a portare via il peso che avevo sul petto. Forse erano quelle labbra che scacciavano i pensieri più brutti non appena toccavano le mie.
Forse era lei che mi faceva stare bene.
-Non ho dimenticato quello che mi hai detto prima, anzi..- mi morsi il labbro, facendole sbarrare gli occhi. -Non faccio che pensarci.- avanzai verso di lei.
#Amanda.
Dovrebbero darmi il Nobel per l'intelligenza, a patto che ne esista veramente uno. Ero stata davvero così stupida da dirglielo? Okay che era dannatamente attraente, ma non serviva sbandierarglielo in faccia in maniera così diretta.
-Sei un bastardo.- riuscii a bofonchiare, mordicchiandomi le unghie.
-Che desideri.- soffiò, furbamente.
-E che palle Luke! Si okay, l'ho detto!- scoppiai, facendolo sorridere sornione. -Quindi ora andiamo dentro, ci prendiamo da bere e andiamo a ballare.- decisi, mentre mi dirigevo verso la porta. Senza paura mi diressi la bancone, ordinando un'altra vodka, sia per me che per Luke, che arrivò poco dopo di me. Non appena vidi il bicchiere colmo di quella sostanza trasparente, pensai che anche se mi ubriacavo non sarebbe successo niente. O almeno ci speravo, perchè, sotto i cristalli di Luke, bevvi in grandi sorsi tutta la mia vodka.
-Un altro.- dissi al barman, mentre la gola chiedeva l'intervento dei pompieri. La testa cominciava a girare, e non appena bevvi un sorso del terzo bicchiere, aumentò quella sensazione fastidiosa.
-Amanda, non credo sia una buona idea.- Luke mi guardò, quasi premurosamente.
-E' la mia serata, e poi non riesco a smettere di pensare al viaggio che dovrò farmi. Devo solo pensare ad altro.- mi giutificai, mandando giù buona parte di vodka.
-Ne sei sicura?- alla sua domanda, finii il mio bicchiere, sentendo una fitta alla testa.
-Mai stata più sicura.- mi alzai, sistemandomi il vestito. -Vuoi ballare con me?- gli chiesi, con fare galante.
-Ripeto: non so se è una buona idea.- rise, guardandomi barcollare.
-Fidati. Non te ne pentirai.- sussurrai al suo orecchio, mentre gli prendevo le mani. Lo portai in pista, dove ballai per quasi un'ora senza mai smettere. Non avevo notizie degli altri, ma in quel momento poco mi importava. Ballavo senza mai stancarmi sulla musica che veniva accompagnata dalle luci a intermittenza, con le mani di Luke che mi carezzavano i fianchi in maniera abbastanza rude. Non capivo più nulla, sentivo solo la musica che guidava i miei movimenti, costantemente sotto gli occhi vispi di Luke. A un tratto, sentii il suo indice percorrermi il braccio puntato verso l'alto, provocandomi dei brividi leggeri. Seguii la linea delle mie ossa, arrivando al polso, coperto dalle solite bende. Intrecciò le sue dita alle mie, portando lungo il mio fianco la mano.
-Andiamo fuori da qui.- sussurrò rude al mio orecchio. Lo stomaco fece una doppia capriola, mentre i corpi della gente sfioravano il mio.
-Ehi.- una voce maschie, dolce quasi. Mi voltai, lasciando la presa di Luke dalla mia. Aveva i capelli neri, ordinati in un ciuffo laterale. La corporatura abbastana muscolosa, gli occhi di un marrone sfumato al..giallo? -Io sono Ryan, piacere.- mi porse la mano.
-Scusa, ma devo andare.- dissi semplicemente, sentendo Luke affiancarsi a me.
-Si, Tinth, lei è con me.- non avevo mai visto Luke così. I muscoli tesi, la mascella serrata e gli occhi vuoti. Se non lo conoscessi bene, potevo dire che quel ragazzo era morto.
-Oh, ehm.. H-hemmings..- balbettò Ryan, facendo due passi indietro. -Non lo sapevo, amico.- tentò di sorridere. Scoprì una fila di denti bianchi, dalle labbra sottili e grandi. -Senza rancore?- tentò, sempre mantenendo quel sorriso malato in volto.
-Avvicinati una sola volta a lei, e stai certo che sarà l'ultima cosa che farai.- ruggì, stringendomi la mano. Quel ragazzo era davvero bipolare, e a volte sapeva mettere veramente paura alla gente. Difatti Ryan si dileguò, uniformandosi alla massa di gente. E poi, senza dire nulla, uscì dalla discoteca, anche dopo i miei ripetuti richiami. Non appena l'aria fresca mi si buttò in volto, feci quasi fatica a respirare. Un piccolo brivido mi scosse da capo a piedi, e nonostante l'alcool in eccesso, riuscii a muovere qualche passo per spostarmi dalla fila di gente che parlava, fumava o addirittura sboccava. Una smorfia si dipinse sul mio volto, mentre barcollavo alla ricerca di quel cretino di Luke. Mi fermai solo per togliere i tacchi, che iniziavano a fare male. Uno sguardo veloce all'orologio, che segnava le cinque meno venti, e mi incamminai per la strada illuminata solo dalle luci pallide dei lampioni. Era una zona che si affacciava sul mare, che non faceva che schiantarsi contro la spiaggia, producendo il rumore più bello della mia vita (forse leggermente confuso dall'alcool). Mi girava la testa, non facevo che barcollare e in più volevo trovare quel ragazzo. A casa mia, non sembrava affatto così. Era dolce, preoccupato, premuroso. E in quel momento invece? Rabbioso, frustato, nevrotico. Imboccai un vialetto illuminato solo da un lampione dalla luce arancione sfumato, scorgendo un ragazzo biondo.
-Luke Hemmings.. sbiascicai, mentre mi appoggiavo al muro. -Mi hai detto di uscire dalla discoteca, e poi te ne sei andato da solo. Che storia è questa?- feci cadere fiaccamente il dito che avevo portato in alto poco fa, mentre i suoi occhi azzurri mi scrutavano freddi.
-Che hai?- mi misi in piedi, ancora con la testa che girava vorticosamente. -Non è colpa mia se quel tizio ci ha provato con me!- esclamai indignata, osservando la sua alta figura venire verso di me. Mi sollevò senza fatica per i fianchi, facendomi sedere sul cofano di un auto parcheggiata lì.
-Ti piace Ryan.- sibilò, premendo le sue lunghe dita nei miei fianchi. Aprii la gambe dandogli così libero accesso per insinuarsi in mezzo, cosa che fece in meno di mezzo secondo.
-Non so chi sia quel tizio.- cercai di rimanere seria, ma era impossibile. Okay che ero ubriaca, ma non potevo farmi piacere uno con cui non avevo mai parlato. Era semplicemente ridicolo.
-Vuoi baciare le sue labbra, ammettilo.- altro sibilo. Sbuffai, mentre i suoi polpastrelli si facevano spazio lungo la mia pancia.
-Luke Robert Hemmings.- cominciai, cercando di non trascinare le parole. -In questo momento, le uniche labbra che voglio baciare sono le tue. Quindi datti una mossa, piuttosto di continuare a sparare cazzate.- il mio indice gli percorse il collo, mentre un sorriso si apriva sul mio volto. Non se lo fece ripetere due volte. Con una violenza mai sentita, affondo le sue labbra nelle mie, soffocando un bacio con un'intensità che non avevo mai provato. Lasciai cadere i tacchi a terra, insinuando le mie dita nei capelli leggermente umidi di Luke. La testa continuava a girare, con più violenza di prima. E in quel caso, credo che l'alcool centrasse davvero poco. Non mi aveva mai baciata così, con così tanto trasporto, con così tanto desiderio. E nemmeno io mi ero mai spinta così oltre. Non era solo un semplice contatto, il nostro. Era pura droga, qualcosa di cui devi nutrirti, qualcosa che ti serve per stare in vita. Le solite formiche percorsero la mia schiena, mentre appoggiavo i piedi sul metallo freddo, proprio davanti ai fari di quell'auto, che avrebbe custodito per sempre quei sussurri, quei baci rubati. Sapevo meglio di chiunque altro che era sbagliato concedermi a lui, non dovevo e non potevo. Ma i suoi occhi blu mi attiravano come una calamita. Eravamo così diversi l'uno dall'altra, come potevamo stare bene solo se insieme? Non sapevo cosa avesse in mente di fare Luke, ma sentivo che quel ragazzo biondo, con un dannato piercing al labbro e due occhi colore del mare, mi aveva rubato il cuore, facendomelo scoppiare. Perchè in quel momento, potevo davvero sentirmi scoppiare il cuore in petto. Ma non dal dolore, o dalle delusioni. Ma dalle troppe emozioni. L'aveva gonfiato così tanto che stava scoppiando, esplodendo in migliaia di fuochi d'artificio. Era una sensazione dannatamente schifosa, ero felice. Sorridevo sulle sue labbra, mentre non avevo più dubbi sul da farsi. Erano sfumature dell'alcool? Stavo veramente guardando quel ragazzo attraverso le lenti che si erano create con i tre bicchieri di vodka?
Lui mi voleva?
Allora mi avrebbe avuto.
-Luke.- mi staccai, con il fiato corto.
-Che c'è?- il suo tocco sul mio braccio mi fece rabbrividire.
-Ti voglio.- sussurrai lussuriosa sulle sue labbra. Chiuse di colpo le palpebre, sospirando irregolarmente.
-Sei ubriaca.- i suoi occhi azzurri si aprirono di scatto, scontrandosi con i miei.
-E tu bellissimo. Siamo pari, no?- chiesi vittoriosa, mentre accarezzavo il suo collo, passando le dita tra i capelli corti
-Mi vuoi, Hemmings?- ripetei quel gesto, notando piccole scosse in Luke, segno d'apprezzamento.
-Non perdere la testa, ti prego.- prese un bel respiro, cercando di calmarsi.
-Mi è difficile quando sono con te.- sussurrai, piano. -Sei tu che mi mandi fuori di testa.- poggiai una guancia sulla sua spalla, chiudendo le palpebre. Lo sentii respirare irregolarmente, mentre mi prendeva per i fianchi, facendo aggrappare le mie gambe al suo bacino. Gli cinsi le spalle con le mie braccia, mentre inalavo beatamente il prufumo che amavo tanto. Anche dopo una nottata passata in discoteca, lui profumava di cose belle. Era un po' come rientrare a casa dopo una lunga giornata di lavoro, e trovare una cena calda, una coperta e un DVD. Era rilassante stare aggrappata a lui in quel modo, le sue mani grandi e calde non facevano che riempire il mio corpo di attenzioni, e ad ogni suo tocco io mi accendevo sempre di più.
Era anormale l'effetto che aveva su di me.
Mi sentivo schifosamente felice, non avevo mai provato emozioni così. E sinceramente, non m'importava molto se ero ubriaca o no, in realtà non lo sapevo nemmeno io, ma lo volevo. Ne avevo il bisogno.
Luke era la mia più grande necessità.
-Amanda.- i miei piedi tornarono a terra, seccamente. -Non posso, sei ubriaca.- scosse la testa, allontanandosi.
-Non m'importa. Sto per impazzire Luke, ho bisogno di te.- raccolsi i miei tacchi, passandomi una mano tra i capelli spettinati.
-Non sai quello che stai dicendo.- sospirò, sistemandosi il ciuffo con le dita.
-Non sono così stupida da concedermi per la prima volta a qualcuno quando sono ubriaca.- sputai secca, appoggiandomi al muro. Stette fermo per pochi attimi, poi, quando assimilò la mia frase, lo vidi avanzare verso di me, gli occhi spalancati.
-Tu sei..- la sua grande mano coprì la bocca aperta. Non se lo aspettava, era evidente. Ma almeno un po' di fantasia, Luke.
-Si, grazie per averlo evidenziato così.- dissi con tono abbastanza scocciato. Feci in modo di nascondermi con i capelli, mentre i miei piedi scalzi si stavano rilevando parecchio interessanti.
-Un altro motivo per rifiutare la tua richiesta.- alzò le mani, come a difendersi. Eh no, dopo tanto tempo che cercava di farmi sua e poteva avermi, negava così?
-Fammi capire. Tu hai davvero passato due mesi così?- risi. Perchè ridevo? L'alcool aveva strani effetti su di me.
-SI, più o meno.- un sorriso sghembo si fece spazio sul suo viso, illuminando quei due cristalli che mi scrutavano attentamente.
-Bene.- mi avvicinai a lui, con passo delicato. Capovolsi i ruoli, sbattendolo al muro. I pungi chiusi attorno al colletto della sua camicia, le mie punte dei piedi slanciate verso il corpo caldo di Luke, le mie labbra a un centimetro dalle sue.
-Sono tua, Hemmings.- sussurrai, mentre i miei occhi verdi guardavano attentamente le sue labbra rosee, leggermente gonfie per i baci precedenti. -Ho perso completamente la ragione, può essere, ma infondo che importa? Sapevamo tutti e due che sarebbe finita così, quindi perchè perdere tempo?- soffiai, mantenendomi in equilibrio sulle punte. Stava per dire qualcosa, probabilmente per cercare di farmi ragionare, ma le mie labbra tapparono quel fiume di parole, soffocandole in un bacio quasi di supplica.
-Andiamo a casa.- sussurrò con voce rotta.

doppio aggiornamento just for you! xx

try hard[efp]Where stories live. Discover now