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Us.
01\01\2015 - 01\03\2015
Ecco quello che le luci bianche e calde componevano. La scritta 'us' contornata da foto su foto, scattate in quei tre mesi.
-Io.. Luke, sono..- cercai di dire qualcosa, con scarsissimi risultati. Ero davvero stupefatta, una lacrima sgorgò dal mio occhio. -Eri nervoso per questo?- chiesi incredula, voltandomi a guardarlo.
-Piccola, è la prima sorpresa che faccio a una ragazza. Capiscimi.- ridacchiò. Gli cinsi il collo con le mie braccia, avvicinando il mio viso al suo. Mi era davvero impossibile non sorridere da ebete, così lo baciai. Lo baciai con quanta più dolcezza riuscii a mettere, fino a quando i miei piedi non toccarono più terra, ma le mie gambe si ritrovarono incrociate attorno al suo bacino. Ecco, in quel momento del mio bacio dolce vi furono solo dolci, dolcissimi ricordi. Perchè i suoi denti presero a mordicchiarmi il labbro inferiore, facendomi gemere piano. Tornò a baciarmi con la stessa intensità, facendo schioccare più volte le nostre labbra. Vi era solo il rumore del mare come sottofondo, ed era davvero rilassante come cosa.
-Auguri, allora.- ansimò contro alle mie labbra, regalandomi uno di quei sorrisi che uccidono.
-Auguri anche a te.- sussurrai, più felice che mai. I miei occhi verdi andarono oltre le sue spalle, scorgendo in lontananza la casa del custode. -Aspetta un attimo..- scesi velocemente a terra, scrutando bene il posto.
-Sapevo che l'avresti riconosciuto.- ghignò, passandosi il pollice lungo il contorno delle labbra. Fu così, infatti. Mi portai una mano alla bocca, incredula di essere davvero lì.
-Non ci credo.- sussurrai, scrutando il mare brillare sotto i raggi della luna.
-This is everything I didn't say.- intonò dolcemente al mio orecchio.

Me ne stavo seduta tranquillamente sul divano, aspettando che il campanello suonasse. Duo giorni dopo la sorpresa di Luke in spiaggia, Brad mi aveva scritto dicendomi che doveva dirmi un paio di cose. Sfogliai svogliatamente le pagine di una rivista su bebè, di mia mamma, che parlava dei biberon e del latte che bisognava comprare. La sua pancia cresceva sempre più, e non appena Philip, il fidanzato di mia mamma, sarebbe tornato da Londra, l'avrei sicuramente conosciuto. Il campanello suonò, e come una furia corsi ad aprire.
-Ehi! Entra, vieni.- aprii la porta, facendo entrare Brad. Era un ragazzo abbastanza giovane, capelli castani chiari e gli occhi che sembravano di ghiaccio, azzurri intensi. Ci accomodammo in cucina, dove misi un po' di acqua nel bollitore e feci partire.
-Allora, Amanda.- cominciò, cauto. -Sai bene che dovevo, anzi, devo parlarti.- incrociò le dita sul tavolo, guardandomi negli occhi.
-Si, lo so.- annuii, prendendo una bustina di thè e una tazza. -Vuoi qualcosa?- domandai, mentre versavo l'acqua non troppo calda nella tazza nera.
-No, grazie.- sospirò. -Si tratta dei ragazzi.- disse, d'un colpo.
-Oh.- mi uscì dalle labbra, mentre lo stomaco cominciava a contorcersi. -Non dirmi che Michael ha fatto un'altra delle sue cazzate.- sbuffai, portandomi una mano in fronte. Brad ridacchiò, ma sembrava più una forma per lasciare andare il nervosismo.
-No, no, Mike non centra nella faccenda. Sto parlando di un ragazzo. Il tuo.- e dopo quella frase, sentii come una palata di cemento sulle mie spalle. E se mi avesse tradita?
-Luke? C-che ha fatto?- iniziai a sudare freddo, mentre un lieve tremolio si impossessava di me.
-Luke non ha fatto niente, Amanda.- abbassò lo sguardo. deglutendo. Riportò l'attenzione a me, mentre assumeva un'espressione molto più seria e distaccata.
-Quindi? Brad, non tenermi sulle spine.- spazientita, il mio fu solo un sussurro. Si alzò, sistemandosi la cravatta blu al petto.
-Da quando le fans sanno che Luke è impegnato, abbiamo contato un abbassamento di ascolti, di pubblico ai loro concerti.- colpo al cuore. Camminò per la cucina, guardando dritto avanti a sè.
-E' una cosa stupida. Nessuno ascolta una band solo perchè i componenti sono belli e single.- ringhiai, mettendomi subito sulla difensiva.
-Amanda, ti prego.- mi riprese, fermando così il suo camminare. -Stavo dicendo, che dopo gli ultimi dati ricevuti abbiamo avuto una bella notizia per i nostri ragazzi..- lasciò in sospeso la frase. -ma una brutta per te.- secondo colpo al cuore.
-Cosa stai dicendo?- qualcosa nel mio cervello stava già elaborando una possibile risposta, ma era troppo dolorosa da accettare. Cercavo in ogni modo di reprimerla, respirando a pieni polmoni e cercando di regolarizzare il battito cardiaco.
-I ragazzi partono per un tour Europeo, ecco cosa sto dicendo.- sempre tenendo lo sguardo avanti, pronunciò quelle parole con così tanto disinteresse, che mi veniva davvero voglia di chiedergli perchè faceva quel lavoro.
-E'.. E' magnifico.- sussurrai, portando una mano al petto.
-Ma tu dovrai lasciare, troncare, uccidere..- sibilò, spostando lo sguardo a me -la tua relazione con Luke.-
-Cosa?!- esclamai. Il suono della mia voce venne coperto dal rumore della tazza, che schiantandosi al suolo si rompeva in mille pezzi, se non più. Mi sentii improvvisamente debole, forse troppo debole. Mi aggrappai al lavandino dietro a me, rischiando davvero di cadere come un peso morto.
-Mi dispiace.- la sua voce roca echeggiò nella stanza, e fu solo un pugno nello stomaco in più.
-Stronzate.- sibilai, respirando a fatica. Sentivo davvero un buco nel petto, lì dove vi era il cuore. Il cuore, quel muscolo che quel ragazzo mi aveva appena strappato dal petto.
-Devo andare.- disse cupo, alzandosi e andando verso l'uscita. -Fanne parola con Luke, e sei spacciata.- intimò, puntandomi il dito contro.
-Ne parlerò sicuramente con lui, stronzo!- sputai con rabbia, verso l'uomo che stava cercando di uscire.
-Ascoltami bene, ragazzina.- sibilò, avvicinandosi a me. -Io ho i ragazzi in pugno, posso fare quello che voglio, quando voglio. Forse non hai capito che qui comando io, sono io che tengo le redini del gioco. In un modo o nell'altro, vi separerete, non puoi farci niente. Tu parlane con lui, che casualmente in tour finirà con così tante ragazze, in così tanti letti, che il nome di Amanda sparirà. Per sempre. Puf!- rise, malvagio. -Quindi ora parte il conto alla rovescia. Hai una settimana, buona fortuna.- picchiettò sulla mia testa, con un sorriso sghembo in volto.
-Spero che la fortuna ti sputi in un occhio, Brad.- sibilai, cacciandolo fuori dalla porta.

try hard[efp]Onde histórias criam vida. Descubra agora