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-Calum, il DJ ci sarà.- un ghigno si dipinse sul suo volto angelico, scoccando occhiataccie a me.
-Luke..- il tono di Calum era basso, lo stava quasi richiamando alla lucidità.
-E' bastato poco per convincerla.- continuò, impassibile, avanzando verso di noi. -Non ci siamo nemmeno sprecati di prenderci una stanza.- il secondo ghigno fece capolino. Magari si divertiva a raccontare della sua scopata a Calum. Magari lo faceva apposta, anzi. Lo faceva apposta. Non ne avevo dubbi.
-Non ne possiamo parlare dopo?- Calum deglutii, affiancandosi a me. Si vedeva che era nervoso, ogni suou piccolo muscolo era incredibilmente teso.
-Perchè? Non sei comodo qui?-
-Basta Luke.- tuonò, facendo sorridere ancora di più il biondo.
-Prendi anche le difese della piccola adesso?- chiese sfacciatamente.
-Cristo, ora basta!- urlò, mentre io sussultavo. -Amanda, raggiungi Ash e Mike, devo parlare con Luke.- il tono mutò completamente, divenendo dolce e premuroso. Percorsi velocemente il salotto, e non appena imboccai le scale, sentii Calum iniziare a parlare con Luke.
-Ma cosa cazzo ti salta in mente? Lo sai quanto cazzo ci sta male?!-
-Ah si? Lei sta male? Dio santo, Calum! E' lei quella che ha voluto troncare il nostro rapporto, lei mi ha detto che non provava nulla per me! Non dovrebbe stare male!- si difese il biondo.
-Tu non sai cosa c'è dietro, quindi perfavore, evita di sbandierare ai quattro venti che ti sei scopato il DJ, okay?- sospirò.
-Si, va bene.- lo sentii sbuffare sonoramente. Dei passi mi fecero correre in camera, dove Ash e Mike stavano chiaccherando tranquillamente.
-Ma cosa..-
-Ssh!- zittii il biondo, fiondandomi in parte a lui. Feci finta di niente, quando Calum e Luke entrarono in camera.
-Luke, amico! Pensavo ti fossi perso.- gli sorrise Mike.
-Avevo da fare, uhm.. Per la festa, sai, il DJ..- disse vago, sedendosi a terra. Distolsi fastidiosamente lo sguardo. Okay che non era più mio, ma sapere che era seduto sul pavimento della mia camera, dopo aver scopato con una zoccola, non mi andava giù. Anzi, mi rodeva proprio.
-Oh, capito.. Quindi, ci stiamo tutti?- fu ancora Mike a prendere parola. Un coro di 'si' si alzò nell'aria pesante della mia stanza, aggiungendosi al mio consenso. Dopo varie chiacchere, Ash propose di noleggiare un film e prendere delle pizze.
-Andiamo io e te amico?- propose Mike, guardando il riccio, che a sua volta guardò me. Annuii, sapendo che non stava tranquillo lasciandomi lì con Luke. Ma vi era anche Calum, sarei andata a farmi una doccia per evitare quella situazione imbarazzante.
-A dopo ragazzi.- Mike mi lasciò un tenero bacio sulla guancia, mentre usciva
-Mi raccomando, niente cazzate.- sussurrò Ash, tra i miei capelli. Avevo voglia di restare per sempre in quell'abbraccio, ma purtroppo doveva davvero andare. Restai con Calum e Luke a guardare un film. Mia mamma era molto probabilmente con Philip, il futuro padre del mio futuro fratellino, o futura sorellina. Il film che davano alla tele ormai era trascurato, io ero troppo presa dai pensieri per occuparmi della trama. Pensavo a mamma, pensavo all'uomo, pensavo alla festa di capodanno, pensavo a Luke. Distolsi lo sguardo dallo schermo, giusto per godermi i suoi lineamenti per poco tempo. Ma non appena incontrai la sua figura, lo colsi a guardarmi. E fu così che cominciò una lunga serie di sguardi silenziosi, sguardi muti, sguardi carichi di parole che avevamo paura di dire. Nei suoi occhi non scorgevo le solite emozioni che amavo guardare. Vi era solo quel bellissimo azzurro, vuoto, Terribilmente vuoto, un vuoto spaventoso, inquietante. I lineamenti tirati in un'espressione seria, dura. Le labbra contratte, le braccia incrociate al petto. Una voglia matta di correre da lui e baciarlo si fece spazio nella mia mente. Sospirai, reprimento quel sentimento troppo sbagliato per me.
-Vado a farmi una doccia.- dovevo scappare, e dovevo farlo velocemente, prima di cadere tra le braccia del biondo. Sgattaiolai in bagno, svestendomi completamente per poi gettarmi sotto all'acqua calda. Scorreva per tutto il mio corpo, scivolando veloce. Mi sentivo completamente incompleta. Vuota. Così vuota che non riusivo nemmeno a versare una lacrima ancora. Quelle piante in quei quattro giorni, da quando ero corsa via da Luke, erano bastate, e avanzate. Mi insaponai, chiusi la manopola dell'acqua e uscii, avvolgendo il mio corpo accaldato e bagnato nell'asciugamano color corallo. Era tutto così strano. Non avere più Luke accanto a me faceva male, perchè ormai io dipendevo da lui. Ero dipendente dalle sue labbra, non potevo farci niente. Lui era ferro, ed io ero calamita. Il ferro attira la calamita, non vi era forza che potesse separarli, e per quanto dolore mi provocasse, la voglia di abbracciarlo era tanta. Stare tra le sue braccia, respirare il suo fresco profumo. Dovevo assolutamente togliermelo dalla testa, faceva troppo male e sarei sicuramente finita col diventare pazza. Ancora immersa nei miei pensieri, sobbalzai non appena sentii la porta aprirsi e chiudersi in due secondi. Mi voltai, e..
-Dio santo! Luke!- imprecai, cominciando ad indietreggiare. Il cuore mi balzò in gola, cominciando a pulsare velocemente.
-Sono diventato così spaventoso?- ghignò, appoggiandosi alla porta. -Non voglio farti niente Amanda.- altro ghigno. I suoi occhi azzurri si impiantarono nei miei, verdi e spaventati. -Almeno, non per adesso.- arricciò le labbra in una smorfia non appena fece cadere lo sguardo sul mio polso, velato di cicatrici.
-Cosa vuoi allora?- usai il tono più freddo possibile, non volevo fargli capire che stavo letteralmente tremando dentro di me.
-Spiegazioni.- e senza che lui me ne diede, in pochi secondi fu davanti a me, forse troppo vicino al mio corpo. Sussultai, mentre stringevo l'asciugamano.
-Io non..- cominciai, deglutendo quel poco di saliva che mi era rimasto in bocca.
-Andava tutto maledettamente bene.- stese il braccio, con un brusco scatto. -Andava tutto..- respirò profondamente. -Così bene. Io stavo bene con te, e tu stavi bene con me. Allora dimmi, piccola Amanda, cosa ti ha fatto cambiare idea?- poco alla volta, si avvicinò a me, sempre più nervosa e spaventata. Cazzo.
-Vattene Luke.- dissi, il tono freddo e distaccato. L'altra faccia della medaglia, in pratica. Dentro piangevo, urlavo, urlavo i miei sentimenti verso lui. Ma quel coraggio, quelle parole, si bloccavano in gola, morendo piano e dolorosamente. Perchè era stra maledettamente doloroso amare qualcuno e non essere ricambiato.
-Perchè dovrei? Hai detto che per me non provi nulla, no? Quindi che problema c'è se faccio un altro, piccolo passo?- il sopracciglio biondo incarnato accentuò il tono di sfida.
-E tu mi odi. Quindi lasciami sola.- mi strinsi nell'asciugamano color corallo, cercando di fermare il cuore che palpitava dalla voglia di sentirsi contro il suo.
-Oh, Amanda. Puoi stare certa che per te provo tutto, ma non odio.- ghignò, poco prima di lasciarmi letteralmente senza fiato in gola. Non ci potevo credere. Rimasi ferma. Gli occh sgranati. Il petto fermo. Le labbra contro le sue. Un semplice contatto, un semplicissimo e casto contatto che rischiava di farmi svenire. Non avevo più controllo di me stessa, il cuore era partito con un biglietto di sola andata, il cervello in letargo. Come se fosse un'abitudine, infilai le dita nei suoi capelli biondi, corti, accarezzandogli la nuca.
-Mi devi dimenticare. Ed io devo dimenticare te. Non sei d'aiuto.- il respiro affannoso si confuse con il suo.
-Non puoi entrare nella mia vita senza chiedere il permesso, cambiarmi, e poi andartene così. Lo capisci?- le sue mani fredde accarezzarono il mio collo caldo.
-Io.. Scusa, ma non posso. E nemmeno tu puoi. E' per il nostro bene, ti prego, cerca di capire.- sussurrai, ammaliata da quegli occhi colore dell'oceano.
-Per il mio di bene, devo stare con te. Tu stai bene, Amanda?-
-Luke, devi andartene.- scossi la testa.
-Perchè io non sto bene per niente.- mi imitò, tracciando con l'indice la linea della guancia. Mi sentii scoppiare il petto a quella frase. Lui non stava bene, e il motivo ero io. Un altro piccolo scoppio. Desideravo veramente sparire, desideravo non aver mai conosciuto Luke, desideravo di tornare indietro nel tempo, e bloccare quelle labbra che baciarono le mie, su quella fottuta cabina del treno.
-Tornerai a stare bene, ma adesso..- non mi lasciò finire, poggiando un suo dito lungo e ossuto sulle mie labbra.
-Accetterò la cosa.- disse, di scatto. -A una condizione.- aggiunse, poggiando la mano libera in parte al mio collo, contro la parete blu notte.
-Sarebbe?- mi lasciai ammaliare da come muoveva le labbra quando parlava. Era un'ossessione cazzo. Lui lo era.
-Baciami.- stette fermo, in attesa di una mia risposta. -Per un'ultima, nostra, dolorosa volta. Fammi del male, perchè quando lo fai tu non riesco a provare dolore. Quindi baciami, te ne prego.- fece aleggiare le ciglia, sussurrando piano. Restai ferma per pochi istanti, ad assimilare le parole che Luke aveva appena detto. 'Perchè quando lo fai tu, non riesco a provare dolore.' ecco la vera bomba. Con titubanza, sotto i suoi occhi azzurri, mi avvicinai alle sue labbra, calde e morbide. E poi fu come una piccola esplosione di una supernova. Feci scontrare le nostre bocche in un lento, dolce bacio. Pensare che sarebbe stato l'ultimo, mi faceva davvero voglia di far fermare il tempo. Una lacrima varcò silenziosa il mio occhio, mentre Luke mi baciava, coprendo di attenzioni il mio corpo. Le sue mani grandi passarono dal mio collo ai miei fianchi. E questo era l'ultimo. Colui che chiudeva una lunga serie di baci, una lunga serie di attenzioni particolari, di sorrisi sinceri, di risate buttate al vento, di parole dette sinceramente, come a voler dire 'ehi, sono io, sono qui'.
-Amanda.- si staccò, percorrendo lo zigomo con l'indice, facendo così velare il mio corpo di pelle d'oca.
-Luke.- dissi a mia volta, osservandolo uscire dalla stanza.
-Sappi solo che non ti dimenticherò facilmente.- un pallido sorriso illuminò il suo volto. E fu lì che scoppiai davvero, lasciandomi scivolare lungo la parete. Credevo davvero che le lacrime sarebbero finite? Beh, era solo l'inizio questo. Accovacciai la testa sulle ginocchia, chiudendo per un attimo gli occhi.
"
-E' buffo pensarci.- sospirò il biondo, facendo alzare il petto coperto solo dalle lenzuola.
-A cosa?- alzai il mio volto, staccandolo dai suoi addominali.
-Non avrei mai immaginato di finire qui, con te, realmente.- altro sospiro. -L'ho capito subito che eri una testa dura, ma aspettare due mesi..- ridacchiò.
-Oh Luke andiamo, io non sono come le troiette che ti portavi a letto.- gli schiaffeggiai il braccio, facendolo ridacchiare una seconda volta.
-Grazie a Dio, non sei come loro.- sorrise, senza scoprire la fila di denti bianchi.
-Sai, non credevo di essere il tuo tipo. Insomma, loro sono belle, sono magre, sono alte, sanno soddisfarti meglio di me.- sospirai, poggiando il mento contro al suo petto.
-Amanda, tu sei molto più bella di quelle Barbie, e non osare dire che non sei magra! Per l'altezza, beh.. Ci possiamo lavorare.- scherzò, facendomi il verso.
-Ah si? La metti così?- risi fingendo di essere offesa.
-Posso solo dirti che è bello poter abbracciare qualcuno che è di gran lunga più basso.- mi lasciò un casto bacio sulle labbra, facendo ampliare il mio sorriso.
-Sono felice. Sono felice qui, nudo, avvinghiato a te, con solo una calza addosso.- portò le mani sotto alla testa, ridendo.
"
Nemmeno mi accorsi di singhiozzare al solo ricordo dell'ultimo nostro momento intimo, in Francia. La sua risata echeggiava nella mia testa, pungendo dolorosamente il mio povero cuore, che di dolori così non ne poteva più. Rivolsi un stanco sguardo al polso. Chi curava ora le mie cicatrici? Forse Calum e Ash avevano ragione. Dovevo dirglielo. E al più presto.

vi andrebbe di passare a leggere il prologo di 'gym' tra le mie opere e dire cosa e pensate?
baci xx Juz

try hard[efp]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora