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-Jasmine, che ci fai qui?- Ash accorse in mio aiuto, cercando di sorridere.
-Ho visto le luci ancora accese e ho pensato di venire a trovarvi, dato che ero sola a casa..- giocò con una ciocca di capelli. -Luke!- si gettò tra le braccia del biondo. Non fu il suo gesto che mi sorprese tanto, ma la reazione di lui. La abbracciò. E mentre le sue braccia stringevano lei, il mio cuore cadeva a pezzi. Quattro braccia mi sdradicarono dai miei pensieri, avvolgendomi dolci.
-E' un coglione patentato.- sussurrò Beth, mentre i suoi capelli mi facevano ombra.
-Hai noi.- gli fece eco Ash. Risi alle loro parole, abbracciandoli.
-Quindi ti fermi o era solo un saluto?- Calum staccò gli occhi dallo schermo del cellulare, svogliatamente.
-Mi fermo solo dieci minuti dai.- sorrise, mettendosi in parte a Luke. Era brutto da dire, ma cominciava davvero a bruciarmi il culo.

-Sbaglio o aveva detto 'dieci minuti'?- Ash sussurrò al mio orecchio, mentre io sbadigliavo sonoramente.
-Sfrattala amico, sfrattala.- sbiascicai, mentre la incenerivo con lo sguardo. E se un'ora fa cominciava a bruciarmi il culo, ora dovevo seriamente chiamare i pompieri. Potevo mandare a fuoco la casa, perchè la bella Jasmine non aveva fatto che sbattere in faccia il suo poco seno a Luke, che sembrava una via di mezzo tra l'interessato e il disinteressato.
-Stai al gioco.- sussurrò Calum, mentre si alzava. Lo guardai interrogativa, fino a che si alzò dal divano, stiracchiandosi.
-Mamma mia che sonno!- esclamò, mentre con la mano fece un gesto a Michael.
-Si, sono esausto.- sbadigliò, falsamente.
-Sto veramente morendo di sonno, accipicchia!- Ash si alzò, sgranchendosi le schiena. Quell'accipicchia però era il top, ammettiamolo.
-Jasmine, non voglio essere scortese, ma noi dobbiamo andare a letto, quindi che ne dici di andartene?- mi alzai, dirigendomi alla porta.
-Oh, okay.- mi raggiunse, mentre gli altri esultavano dietro a lei. Mi lasciai scappare una risatina che non passò inosservata alla nostra cara amica.
-Che c'è?- si voltò, mentre i quattro facevano finta di niente. Calum e Michael finsero di stiracchiarsi, Ash di grattrsi la nuca e Luke di sistemarsi il ciuffo. Proprio con loro dovevo capitare? Ovvio.
-Nulla, buonanotte.- le sorrisi, mentre lei salutava tutti.
-Non ce la facevo più!- Calum si buttò a peso morto sul divano, seguito da Luke.
-A parte gli scherzi, andiamo a letto?- propose Ash, sbadigliando.
-Hai fatto il mega letto, vero?- intimò Luke, puntandogli l'indice contro.
-Mi conosci biondo sexy.- gli battè il cinque. Il mega letto consisteva nel regalo di Natale di Ash. Era un letto normalissimo, solo che potevano dormirci in dieci perchè dire che era enorme era dire poco. Lo usavano spesso, mentre per me era solo la seconda volta. Arrivati nella camera di Ash, mi buttai sul materasso.
-Montone!- urlarono, gettandosi su di me. Venni letteralmente schiacciata dai ragazzi, che sembravano più bufali in queste situazioni. Capii chi era colui che stava sopra di me dalla risata. Il cuore accellerò paurosamente, mentre mi venne da ridere nervosamente.
-Mi lasciate respirare? Grazie.- bofonchiai, mentre si alzavano. Presimo posto sotto le coperte, e io mi assicurai alla mia sinistra Beth, e alla mia destra Ash. Gli altri tre erano un po' sparpagliati per il materasso, loro tipico.
-Se tiro calci a qualcuno, sappiate che non è colpa mia.- avvertii, facendoli ridere.
-Buonanotte persone sexy.- sbiascicò Ash, ormai addormentato.
-Notte.- dissi, mentre qualcuno si spostava sotto ai miei piedi. Chi era quel feticista incallito? Due labbra e un piccolo cerchio freddo mi lasciarono un bacio sulla gamba, per poi tornare al loro posto. Non sentivo più nulla, il cuore faceva così tanto rumore che nemmeno Ash con la sua batteria sarebbe riuscito a coprirlo. Chiusi gli occhi, frenando la scarica di adrenalina mentre cercavo il sonno.

-Amanda.- il mio sonno venne interrotto, una voce così lontana da poterla udire solo di poco -Apri questi cazzo di occhi, dai.- mi scosse la spalla. Ash. Solo lui era così fine quando doveva svegliare qualcuno.
-Che cavolo c'è?- mi misi a mezzo busto, strofinandomi gli occhi.
-Ha chiamato tua madre, devi raggiungerla il più presto possibile.- mi urlò, mentre scendeva le scale. Sbiascicai qualche parola, mentre pigramente lo raggiungevo.
-Oh, buongiorno comunque.- non appena misi piede in cucina, Ash mi lasciò un dolce bacio sulla guancia, facendomi sorridere. -Ora vai a vestirti, coraggio, tua madre sembrava abbastanza preoccupata.- mi spronò, prendendo la mia borsa.
-Buongiorno!- esclamò Calum, che entrò in cucina a torso nudo.
-Hai manie di nudismo, amico?- tuffo al cuore. Non poteva fare così però, e che cazzo. Perchè diamine doveva essere bello pure di mattina? Un Luke spettinato e veramente troppo sexy fece capolino nella stanza, squadrando Calum. Scansai tutti, dopo aver detto un 'buongiorno' con tanto di sorriso mattutino, e seguita da Ash, andai in camera.
-Cosa pensi di fare con Luke?- il riccio si sedette sul letto, mentre io mi cambiavo in fretta e furia.
-Mi spieghi una cosa? Prima eri contro a lui, non volevi che nemmeno mi sfiorasse, e ora? E ora cerchi anche di farci fare pace.- chiesi. Era da un po' che quella domanda mi ronzava in testa, insistente.
-Amanda, ho solo parlato con Luke.- disse cauto, mentre io riponevo il mio pigiama nella borsa.
-Non lo so, è tutto così confuso.- sospirai, mentre stendevo un velo di mascara sulle mie ciglia.
-Ne parleremo un altro giorno, andiamo ora.- mi cinse le spalle con un braccio, mentre il mio telefono si mise a suonare.
-Pronto?- scesimo le scale, velocemente.
"Amanda! Oh tesoro, ma dove sei?" esclamò mia mamma, allarmata.
-Sto partendo da casa di Ash!- esclamai, mentre lui cercava le chiavi all'ingresso.
"Veloce perfavore, è un'emergenza!" disse ancora, con tono grave. Non appena alzai lo sguardo, un paio di occhi color ghiaccio mi spezzarono il fiato.
-Che sta succedendo, mamma?- le domandai, respirando irregolarmente. Mise giù. -Merda!- esclamai, buttando il telefono nella borsa.
-Ragazzi, torno tra poco.- disse Ash, e dopo aver salutato tutti, uscimmo di casa.
-Che ti ha detto?- mise in moto, mentre una scarica di brividi mi percorreva la colonna vertebrale.
-E' un'emergenza.- mordicchiai nervosamente le unghie.
-Stai tranquilla piccola, andrà tutto bene.- mi carezzò una gamba, mentre con l'altra mano guidava.
-Ash, ho paura che sia lui.- trattenni le lacrime, facendolo sospirare.
-E' in Francia, è una cosa impossibile che sia qui.- tentò di rassicurarmi, ma senza risultati. Solo lui era al corrente dei problemi che avevo avuto con quella persona.
-Nulla è impossibile.- abbassai la testa, mentre imboccava il vialetto di casa mia. Cominciai a torturami la camicia rossa a quadri neri, mentre fissavo le Nike che un tempo erano bianche.
-Credo sia meglio se entri.- la calda voce di Ash tagliò quel silenzio veramente troppo opprimente.
-Non voglio.- scossi la testa. Sembravo davvero una bambina, ma il fatto è che la paura mi stava divorando letteralmente.
-Tua madre ha bisogno di te.- strinse la mia mano, mentre i suoi occhioni nocciola mi guardavano.
-Vado.- sospirai profondamente, quando le braccia di Ash mi abbracciarono, affettuose.
-Sii forte per me, piccola.- sussurrò, sui miei capelli. -Sei la mia roccia, ricordalo.- lasciò un morbido bacio sulla mia fronte, mentre il suo pollice asciugava una piccola lacrima, scivolata silenziosa sul mio volto. Annuii, guardandolo negli occhi.
-Ti voglio bene.- sussurrai, lasciandolo a bocca aperta. Non ero tanto il tipo da smancerie, non ero il tipo che esprimeva i suoi sentimenti a parole.
-Pure io, tanto.- mi sorrise. Tirai su con il naso, curvando la bocca. Percorsi il vialetto con il cuore in gola, mentre le gambe mi tremavano paurosamente
-Temevo non saresti più arrivata!- mia madre aprì la porta di scatto, facendomi sussultare spaventata.
-Entra tesoro. C'è una persona che vorrebbe parlarti.- dopo vari minuti di silenzio, mia madre mi prese le mani, stringendole tra le sue. Volevo piantare le mie radici lì, e non muovermi più. Non volevo entrare, ero sicura che c'era lui dentro a quella casa. Una strana sensazione prese posto nel mio stomaco, mentre sentivo la testa girare. Il profumo familiare di casa mi inondò, e per un piccolo lasso di tempo, giurai di sentire placata quell'ansia che mi stava divorando. Camicia bianca. Giacca nera. Cravatta blu. Scarpe nere laccate.
-Ciao, Amanda.- e mentre la sua voce riempiva l'aria, i miei polmoni faticavano a prenderla.

salve salvino
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baci xx

try hard[efp]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora