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-Luke, ma che stai dicendo?- chiese, curvando di poco la bocca all'insù, Sapevo che si stava trattenendo dal sorridere, ormai la conoscevo come conoscevo me stesso.
-Ci ho pensato molto, credimi, non immagini quanto. E ho capito che due, tre mesi sono troppi per me. Finirò con il diventare matto, lo so. Ma ormai il danno è irreparabile. Quindi si, vorrei tanto averti con me nel nostro primo tour.- annunciai, emozionato. Spalancò gli occhi, così come la bocca, mentre calava un pensante silenzio nella stanza. -Sempre che tu voglia, non ti devo ob..-
-No, no! Certo che voglio, per me sarebbe una cosa..- ridacchiò, portandosi davanti alla bocca una mano, forse non trovando nemmeno le parole per descriverla. -Ma sai anche tu che come cosa è abbastanza complicata. Dovrei interrompere gli studi, dovrei anche lasciare mamma acasa con Philip a occuparsi del suo pancione. Dobbiamo pensarci bene, prima. E soprattutto parlarne con i manager, con mia mamma e con la scuola.- ragionò, provando a regolarizzare il respiro.
-Si, hai ragione.- le sorrisi di sbieco, osservando come i suoi occhi paressero più rilassati, calmi. Calò il silenzio, ricoprendo quello strato pensate di domande che sapevo di per certo che Amanda voleva farmi. Tentennò un attimo, sistemandosi sul materasso bianco, per poi aprire bocca.
-Perchè?- domandò solo, portando i suoi occhi terribilmente verdi nei miei, terribilmente azzurri.
-Forse dovrei chiedertelo io.-
-Te l'ho detto, Luke. Sotto minaccia ho perso completamente la ragione. Sono una stupida, avrei dovuto parlartene da fidanzata spaventata a fidanzato, lo so. Piuttosto, correre per una casa discografica e picchiare il tuo superiore non è stata un'ottima idea.- sorrise, voltando il viso verso la finestra alla sua sinistra.
-Ho agito d'impulso, vorrei dire che mi dispiace, ma non è così.- scrollai le spalle, sotto al suo sguardo mezzo divertito. -Ti amo, e non accetterei mai di vedere la nostra relazione andare in fumo solo per un bastardo accecato dal potere di far soldi.- conclusi. Notai un luccichio strano nei suoi occhi, mentre si torturava le mani nervosamente.
-Proprio non ci riesco.- sospirò, sorridendo furba.
-A fare cosa?-
-A odiarti, o anche solo ad avercela con te per quello che è successo. Hai praticamente scatenato un putiferio, lo sai?- scosse la testa. Prese a mordersi il labbro inferiore, sicuramente per evitare di sorridere.
-Ne sono consapevole, ma l'unica cosa che mi dispiace sei tu. Non saresti qui se avessi reagito meglio.- abbassai lo sguardo, evitando il suo.
-Sono solo svenuta. In parte la colpa è mia. Se avessi mangiato in questa settimana, saremmo tutti a casa.- dichiarò tranquillamente. Stavo per dirle qualcosa, quando sentii la porta aprirsi.
-Sei viva!- incoraggiante, Michael.
-Ciao anche a te, unicorno.- ridacchiò Amanda, abbracciandolo. Abbracciò anche gli altri ragazzi, quando anche Helena fece il suo ingresso. Sotto il mio sguardo divertito, stritolò la figlia in un abbraccio che più amorevole non si può.
-Non hai idea dello spavento che ci hai fatto prendere.- mormorò, tra i suoi capelli.
-Ma dai, per un pugno non si muore. Ho solo sbattuto la testa.- ridacchiò Amanda, smorzando la tensione che si era creata.
-Idiota.- la beffeggiò Calum, facendola ridere di gusto.

#Amanda
I ragazzi se ne andarono poco prima dell'ora di cena, letteralmente buttati fuori da Luke. Anche mia mamma, che mi guardava con occhi spalancati e l'espressione di chi non ci sta capendo niente. Cenai velocemente, mangiando a fatica il purè che un infermiere mi aveva gentilmente portato. Alla tele davano un vecchio film, che guardavo disinteressata. Luke non so dov'era sparito, probabilmente a parlare con qualche dottore. Pensai a lungo, assorta nel silenzio che le pareti di quella stanza conteneva. Mi sentivo ancora leggermente scossa, avevo molta più paura ad essere sinceri. Il taglio sollo zigomo bruciava quando muovevo la bocca, ma era un dolore sopportabile. Le immagini delbiondo, furiosamente accanito contro Brad se ne stavano davanti ai miei occhi, incollate. Per non parlare della sua proposta. Io? In Europa con lui? Sicuramente le fan mi avrebbero ammazzata, poco ma sicuro.
-Ti ho detto che sto bene.. Si, okay.. Mmh, va bene, te la saluto.. No, sto qui per stanotte.. Te l'ho detto!.. Ah, okay, a domani allora.- sentii la voce di Luke per il corridoio, quando una testa bionda fece irruzione nella mia stanza. -Eccomi.- sorrise ampiamente, chiudendo la porta dietro a sè. -Che guardi?- velocemente, prese una delle sedie lì vicino e si posizionò accanto a me. Io me ne stavo con il cucchiaio sospeso a mezz'aria, intenta a guardare un piccolo livido violaceo che spiccava, sulla pelle lattea della sua fronte.
-Luke.- sospettosa, posai il cucchiaio nel piatto, abbandonandolo al comodino che avevo vicino al letto. Mi spostai al bordo, lasciando penzolare le gambe a raso terra. Lui non faceva che guardarmi confuso, gli occhi assottigliati e le ciglia aggrottate.
-Che hai adesso?-
-Brad ti ha colpito?- domandai, guardandolo negli occhi. Vi fu silenzio, gli occhi di Luke sembrarono rilassarsi mentre esplorava i miei.
-SI, l'ha fatto.- sospirò, passandosi una mano tra i capelli biondi e spettinati.
-Cristo.- imprecai, chiudendo gli occhi. -Non dovevi accanirti così su di lui.- gemetti, preferendo il nero al suo viso.
-Amanda, lui ti ha dato un pugno. Cosa dovevo fare? Dirgli che era una persona cattiva?- rispose atono, forse infastidito. -Ho perso le staffe.- concluse, sospirando ancora.
-Luke..-
-Ehi, ti stai preoccupando per me?- lo sentii ghignare. Come diavolo faceva a cambiare umore così velocemente?
-Sei il mio ragazzo, diamine! E' ovvio che lo faccio!- mi buttai a peso morto sul materasso, sospirando.
-Suona così bene detto da te.- mugolò, stendendosi al mio fianco.
-Luke, sono molto arrabbiata con te.- cercai di rimanere concentrata, ma il suo profumo era così maledettamente buono, così fresco e dolce.
-Ah si? E come mai?- voltò la testa verso la mia.
-Si, lo sono. Perchè t..- ma non appena mi voltai, le mie labbra furono catturate dalle sue, che smorzarono tutto il fiume di parole che volevo dirgli.
-Arrabbiata o no, resti sempre bellissima.- schioccò un bacio sulle mie labbra, mentre sorrideva. Si mise su un fianco, poggiando automaticamente la mano sul mio, mentre la sua lingua chiedeva l'accesso alla mia bocca, che acconsentì velocemente. Mi erano mancate così tanto le sue labbra. Così morbide e delicate, si muovevano in sincronia con le mie.
-Era da un po' che non ti baciavo.- ridacchiò, poggiando la fronte contro la mia.
-Ieri sera, magari..?- alzai un sopracciglio.
-Oh, zitta.- mi attirò ancora una volta a sè, baciandomi solo come lui sapeva davvero fare. Prese a mordermi delicatamente il labbro inferiore, accogliendo il mio gemito d'apprezzamento.
-Non hai idea della voglia che ho di te. Adesso. Qui.- la sua voce roca arrivò direttamente al mio orecchio, mentre saliva a coprire il mio collo di attenzioni.
-Luke, siamo in ospedale..- mugolai d'apprezzamento, cercando di riportarlo alla lucidità.
-Non l'ho mai fatto in ospedale.- rise, tornando con il viso all'altezza del mio.
-Quanto sei stupido, Hemmo.- lo derisi, sedendomi a gambe incrociate sul morbido materasso.
-Come mi hai chiamato?- sgranò gli occhi, sedendosi vicino a me. Mi morsi istintivamente il labbro, chinando la testa.
-Hemmo.- ridacchiai, tenendo gli occhi fissi sulle mie gambe.
-Mi piace.- decretò poi, mentre mi alzava il viso, per posarmi un dolce bacio sulle labbra. -Ma preferisco Lukey.- ammiccò maliziosamente.

try hard[efp]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora