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-Luke, calmati. Ti prego.- sobbalzai indietro nel vederlo così arrabbiato. La mia calligrafia era accartocciata sotto il suo grande palmo.
-Mi spieghi come cazzo faccio?! Hai appena buttato al vento la nostra relazione! Il nostro amore! Te ne rendi conto?!- il respiro affannoso, gli occhi semi lucidi e la sua solita vena gonfia sul collo fecero sprofondare ancora di più il mio cuore. Sospirai, cacciando indietro le lacrime brucianti.
-E' meglio se usciamo da qui.- dissi, mantenendo la calma. Chiusi la porta dietro di me, avviandomi per il vialetto in ciottolato. Nervosamente, feci scorrere le dita tra i capelli ramati, dalla base fino alle punte, mettendo tutta la mia buona volontà per non piangergli addosso.
-Esigo spiegazioni, Amanda.- tuonò, dietro alle mie spalle.
-Diglielo Amanda, digli quello che hai detto a me.- una voce dolce e calma, ecco quello che udii.
-Beth? Cosa ci fai qui?- mi voltai verso lei, incredula.
-Siamo qui per sistemare le cose. Devi solo dirgli la verità.- sospirò Ashton, guardandomi teneramente.
-Ash? Anche tu?- gemetti, deglutendo a vuoto.
-Coraggio dolcezza, è un bene per tutti.- mi spronò, mentre la mia amica annuiva. Respirai profondamente, voltandomi per incontrare gli occhi lucidi e azzurri di Luke.
-Di che verità stanno parlando? Uh?- provò ad avvicinarsi, ma come spinto da una barriera indietreggiò paurosamente. Cercai di prendere quanto più ossigeno potei, inalando l'aria pesante e afosa di Sydney, che quel giorno era coperta da pesanti nuvoloni grigi.
-Mi ha minacciata.- cominciai, tortutandomi le dita. -Mi ha minacciata e sono andata nel panico, okay? I-io non volevo che le cose andassero così, ma ho avuto paura e..- farfugliai, prima di essere interrotta dal biondo.
-Aspetta, cosa? Chi ti ha minacciato, Amanda?- stavolta non si fece scrupoli ad avvicinarsi, con occhi assottigliati.
-Lui mi ha detto che da quando la nostra relazione è pubblica, l-le fan sono diminuite. Voi dovete partire per un tour in Europa, così mi ha detto di a-allontanarmi da te, o gli affari sarebbero crollati.- l'ossigeno stava diminuendo sempre più, la figura di Luke non migliorava le cose.
-Lui chi? Mi serve un nome!- aveva la voce incrinata, ecco perchè non alzai nemmeno lo sguardo. -Amanda, piccola. Ti prego.- sussurrò, più dolcemente.
-Non posso, mi ha minacciata e io.. Ho paura, tanta.- lasciai cadere la prima lacrima lungo la guancia, silenziosa e dolorosa.
-Possiamo risolvere questa situazione insieme.- sospirò, e in quel momento alzai lo sguardo. Vi era una linea non regolare, bagnata, che percorreva la sua guancia leggermente rosea, forse per via dell'agitazione. Luke Hemmings, il ragazzo dal cuore di ghiaccio, stava piangendo.
-Diglielo, forza.- la dolce voce di Beth mi spronò, potevo sentire l'eccitazione macabra scorrerle nelle corde vocali.
-Brad.- sganciai la bomba. D'un tratto tutto taque. Il rumore delle auto. Il suono delle foglie che sbattevano le une contro le altre, a causa del vento. Era tutto silenzioso, come se fossimo in una tomba. Il tempo fermato, il respiro bloccato in gola, a bruciare le pareti di essa. Poi eccolo. Un sospiro, deciso, intenso, di Luke.
-Ti ha detto di lasciarmi per far si di guadagnare di più?- questa era la finta calma che il biondo usava quando era arrabbiato, tanto arrabbiato.
-Si. Ha detto che se ne facevo parola con te sarei stata spacciata.- gemetti, lasciandomi andare in un pianto liberatorio. -Mi dispiace tanto Luke, non puoi nemmeno immaginare.-
-Puoi anche scordarti che io ti lasci andare così.- scosse la testa vigorosamente, dirigendosi lungo il marciapiede.
-Dove stai andando?- urlò Ashton, rincorrendo pre un breve tratto l'amico.

Ogni tentativo di fermare Luke fu inutile. Ci trovammo sotto l'edifico della casa discografica con il fiatone, in cerca di un ciuffo biondo dannatamente alto quando bello. Percorsa la rampa di scale, lo vedemmo, e con uno scatto svelto da parte mia lo raggiunsi velocemente.
-Fermati, ti prego.- implorai quasi, tirandolo per una spalla. Ma nulla, continuò il suo passo deciso fino all'ufficio che portava la targhetta color argento. Bradley Mansob. Il rumore della porta che si aprì rimbombò nella mia testa, mille e mille volte.
-COSA CAZZO TI DICE IL CERVELLO?!- aprii di scatto gli occhi non appena sentii la voce di Luke alzarsi di troppo. Ma questa non era una di quelle volte dove sentivo la sua voce alzarsi per raggiungere note alte, no. Il suo timbro era qualcosa da farti accapponare la pelle. Corsi dentro alla stanza, afferrando Luke per un braccio per evitare che facesse cose poco lucide.
-Luke, amico.- Brad si alzò, con totale tranquillità. -Mi dici che succede? Oh, ciao Amanda.- spostò i suoi occhi color ghiaccio su di me.
-SEI UN FOTTUTO FIGLIO DI PUTTANA! COME TI SEI PERMESSO?! COME?!- urlò, liberandosi dalla mia presa, per prendere l'uomo per il colletto della camicia
-Woah, aspetta un attimo biondino, calma i tuoi bollenti spiriti.- poco a poco sembrò rendersi conto della situazione. -Potresti, ecco, lasciarmi a terra?- i suoi occhi chiari si rabbuiarono, passando velocemente da me a Luke, che poco dopo lo posò sui suoi piedi. -Amanda.- scandii bene il mio nome, facendo tremare ogni piccola cellula del mio corpo. -Ti avevo detto..- sospirò, trocando la frase. -Ti avevo detto di stare zitta. Le conseguenze non saranno delle migliori, e anche questo lo sapevi.- non appena mosse il corpo verso di me, uscendo da dietro alla scrivania, quello di Luke mi si parò subito davanti.
-Osa toccare lei, e sei davvero morto.- scandì bene la parole, spingendo il mio corpo leggermente indietro.
-Non voglio toccarla, devo solo parlarle.- rise, gesticolando. Avanzò verso di me, scansando Luke. Il biondo grugnì, voltandosi verso di noi. Ero spaventata, non capivo più nulla. Era tutto un grandissimo caos nella mia testa. Tremavo e di sicuro la sua vicinanza non avrebbe aiutato molto.
-Sei stata avvertita, stronza.- sputò acidamente. Poi tutto avvenne diviso in frazioni di secondo. Il suo pugno colpì il mio viso, facendomi sbattere contro al muro freddo. Iniziai a vedere doppio, a vedere due Luke prendere due Brad per le spalle. Gettarlo a terra. Sedersi su di lui. Colpirlo senza pietà.
-NON DEVI PERMETTERTI DI TOCCARE LA MIA FIDANZATA, MI HAI CAPITO?!- urlò il biondino, sferrando un pugno sul naso del ragazzo. Lo colpì altre due volte, sullo zigmo, sul labbro. Barcollando, raccattai le forze che mi erano rimaste in corpo
-No!- gridai, cercando di fermare il biondo. -Fermati Luke!- urlai ancora, ma niente. Il ragazzo dolce e calmo che conoscevo non era quello che vedevo in quel momento. La testa girava, le figure continuavano a sfocarsi. -Lo ucciderai così, basta Luke.- gli dissi, inciampando nei miei stessi piedi. Caddi a terra, mentre tutto diveniva confuso, lontano, scuro.
-AMANDA!- un urlo straziato, forse. Le palpebre erano troppo pesanti per reggere tutto quel dolore.
#Luke
-Mi senti? Piccola, sono io! Luke!- urlai, tenendola tra le mie braccia.
-Ho chiamato un'ambulanza, dovrebbe essere qui tra poco.- disse Beth, con il fiato corto.
-Respira ancora.- sussurrò Ash, dopo averle appoggiato due dita sotto al mento. -Ma Brad.. sembra senza forze.- notò, volgendo lo sguardo all'uomo disteso a terra. Grugnii, ripesando al dolore nel trovare quella fottuta lettera sul mio comodino. Al dolore che provai quando mi svegliai, in un letto terribilmente vuoto.
-Starà bene, vero?- la bionda in piedi davanti a noi si lasciò andare in un pianto liberatorio.
-Ce la farà.- sussurrai, lasciando cadere piccole lacrime. -Resisti, amore. Stanno arrivando per prendere te.- tirai su con il naso. Le palpebre restavano chiuse, le labbra semi aperte e il viso pallido, se non per varie tracce di sangue. Una volta che raggiunsero la nostra stanza, i medici legarono Amanda su una barella, portandola fino all'ambulanza.
-Devo andare con lei.- decretai, mentre osservavo alcuni medici medicare Brad.
-Scusa ragazzo, ma non può venire con noi quando la paziente è priva di sensi.- mi infermò una donna, con un sorriso triste sulle labbra.
-Sono il suo fidanzato, io devo andare con lei!- mi dimenai, mentre Ash mi tirava indietro per le spalle. Ma niente. Le porte si chiusero, e a sirene accese, l'ambulanza partì. E con lei, si allontanò anche una parte del mio cuore, quella più grande. Qualcosa si stava spezzando, dentro di me. La paura di non vedere più quel bellissimo sorriso sopravvalse, facendo aumentare i battiti del mio cuore.
-Andiamo da lei.- sussurrò Ash, spostando la mano sulla mia spalla.

try hard[efp]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora