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-Sei qui. Sei tu.- mi feci stringere tra le sue braccia coperte da una camicia bianca, inalando il profumo dolce che si portava appresso.
-Julie, sto soffocando.- risi, facendo ridere anche lei.
-Ma dove sei finita? Sei andata via così, di punto in bianco.- disse, l'accento francese marcava molto le parole, ma gli occhi verdi come i miei erano sempre quelli. Vispi e allegri.
-Abito a Sydney ora, con mia mamma.- spiegai, mentre il suo sguardo ancora incredulo passava per tutto il mio corpo.
-Dio quanto sei cambiata, è da due anni che non ci vediamo. Devi raccontarmi tutto, e io anche, poi.. Oh, lui chi è?- guardò alle mie spalle, verso Luke.
-Oh, giusto.- risi appena, voltandomi verso Luke. -Julie, lui è Luke. Luke, lei è Julie. La mia amica d'infanzia.- li presentai, guardando come i capelli neri le erano cresciuti, come gli zigomi si erano messi in risalto, come le gambe avevano preso slancio, come le dita le si erano affusolate leggermente. Era bellissima.
-Sei il fidanzato di Amanda?- una sua dote, era quella di essere sempre schietta. Voleva sapere qualcosa? Non si faceva problema ad andare velocemente al succo della questione.
-Qualcosa di simile.- sorrise, magnetico. "Eh no Hemmings, cuciti quella bocca, che se no finisce che qualcuno oggi ti addocchia." pensai, mordendomi l'interno guancia. La mora emise un suono intenerito, mentre il sangue che avevo in corpo si concentrava esclusivamente nelle guancie.
-Siete così carini.- rise, mentre le brillavano gli occhi verdi. -L'ora sta per finire, che ne dite se andiamo in giardino? Tanto c'è sempre qualcuno che esce, anche con questo freddo.- il suo sorriso vispo mi fece rallegrare per un attimo.
-Andiamo, allora.- la osservai esultare in francese, per poi cominciare a spiegare le modifiche fatte durante quegli anni.
-Da quando siamo una coppia?- bisbigliai a Luke, intendo a scrutare i muri verdi. Lo vidi ghignare.
-Volevi davvero perdere dieci anni della tua vita, e di conseguenza farli perdere alla mia, per spiegare quello che siamo a Julie?- il tono era di uno che la sa lunga, e per quando mi facesse rodere ammetterlo, aveva ragione.
-Sono troppo orgogliosa per darti ragione, Hemmings.- buffai leggermente, fissando la punta delle mie scarpe, una volta bianche.
-Come mai me lo aspettavo?- mi fece buffare una seconda volta. Sentii le sue dita lunghe e magre attorcigliarsi alle mie. Sgranai gli occhi. Il cuore si fermò. Era la prima volta che mi prendeva per mano in pubblico. Era una strana sensazione, da molto tempo non la provavo. Non camminavi solo, vi era qualcuno pronto a tenerti in piedi, nel caso dovessi cadere. In fondo Luke faceva questo. MI stava accanto, non mi faceva toccare il suolo.
-Ed eccoci, vedi? Alcuni ragazzi sono già qui.- Julie spalancò le porte che davano sul giardino. Una folata di vento gelido mi fece strizzare nella felpa azzurra. Il cielo si era rabbuiato, coperto da pesanti nuvoloni grigi. Molto studenti mi riconobbero, mi salutarono, mi chiesero che fine avevo fatto, e altre ragazze (delle quali ignoravo l'esistenza) si dimostrarono felicissime di rivedermi. Ma la vera domanda era.. Chi erano? Decisi di non pensarci più di tanto, continuando la mia sfilza di 'Si, sto benone.' messi accanto ai 'Ora abito a Sydney' e ai 'Fa parecchio caldo là, ho fatto fatica con il fuso orario, ma è fico stare in Australia.'. Julie se ne stava a chiaccherare con Luke, che di volta in volta mi lanciava sguardi indecifrabili. Ma una ragazza attirò la mia attenzione. Portava dei leggins neri, tirati così in su da dividerle il fondoschiena. Una canottiera rossa le fasciava il busto, mettendo in risalto il push-up che era solita spacciare come 'il-suo-seno'. E pensare che io avevo freddo con addosso una felpa piena di pelo caldo, figuriamoci lei che girava con una semplice canotta.
-Oh, guarda chi si rivede. Colson, come mai da queste parti?- mi squadrò, facendo cadere in avanti alcune ciocche rosse fuoco. Ero solita ad adorare l'accento francese, ma la sua erre moscia mi faceva venire il ribrezzo, la sua voce anche.
-Chi non muore si rivede, o sbaglio?- cercai di mantenere la calma. Laurienne era solita a esercitare il controllo su ogni minima forma di vita. Non mi sarei scandalizzata se l'avessi trovata in giardino, intenta ad urlare a una formica di fare qualcos'altro da quello che faceva in quel momento. Era fatta così, la reginetta della scuola. Una cosa tipica, penso. In ogni liceo vi era la stronzetta di turno. Con la piccola differenza che Laurienne si era limitata a dei piccoli baci a due ragazzi. Aveva paura, paura di baciare a fondo un ragazzo. Oh, povera ochetta.
-Per nostra grandissima fortuna, aggiungo.- commentò, mentre Angèline e Gàia la raggiungevano. Oh dio, si porta anche l'esercito, non è grande abbastanza per poter difendersi da sola.
-Anche a Eduardo mancavi tanto..- arricciò il naso, sembrava convinta di aver toccato un tasto dolente. Eduardo, un ragazzo brasiliano con due anni in più di me. Si divertiva a darmi il tormento, per qualsiasi cosa facessi o dicessi. Tutto dopo che rifiutai la sua richiesta di fidanzamento.
-Ma dai, non dirmi che Mr. Coerenza ci degna ancora della sua presenza.- sgranai gli occhi verdi, visibilmente divertita.
-Già, all'ultimo anno. Pft, dovresti sentire quello che dice di te, davvero.- Angèline mi guardò, con i suoi occhi marroni, pieni di falsa compassione.
-Non è qui per lui.- Julie arrivò dietro a me, digrignando i denti dalla rabbia.
-RImangono sempre le stesse, eh?- un piccolo sbuffo lasciò le mie labbra fredde per via dell'aria che vi era.
-Pensa che bello passare le giornate qui, senza un'Amanda che commenta ironicamente ogni cosa che fanno.- storse la labbra, mentre io le sorridevo.
-Ma che state dicendo?- squittì Laurienne, gli occhi scuri pieni di rabbia rappressa.
-Uhm, che sei un'acida schizofrenica insopportabile, magari?- feci spallucce, mentre la risata divertita di Julie arrivava dritta nelle mie orecchie. -Oh, nulla, tesoro.- la rassicurai. I suoi occhi furiosi passarono alle mie spalle, o meglio.. A qualcosa che vi era dietro ad esse. Sentii un caldo contatto sul mio fianco destro, mentre cinque dita fredde cercarono conforto nelle mie, dentro le maniche della felpa.
-Chi è quella?- sussurrò, facendomi partire una serie di brividi sotto pelle.
-Una troia.- la incenerii con lo sguardo, mentre il suo era fisso, e dico FISSO su Luke. Strinsi le mani in due pugni, stritolando forse troppo le dita del ragazzo dietro a me. Come cazzo si permetteva?
-Nome?- ghignò, visibilmente divertito dalla mia reazione.
-Fattelo dire da lei.- sibilai, il tono sprezzante era chiaramente noto.
-E tu chi sei?- con telepatia, Laurienne si attorcigliò una ciocca di capelli strinati dalla piastra, con fare altamente civettuolo, non spostando lo sguardo dal biondo. Con fare abbastanza scocciato, distolsi quel caldo contatto delle nostre dita, sbattendo il braccio verso il basso.
-Nessuno che ti può interessare.- Julie mi difese, prontamente, mentre gli occhi scuri della ragazza non si spostavano di mezzo millimetro. Il sangue mi stava letteralmente bollendo nelle vene, come si permetteva quella sottospecie di ragazza? Come si permetteva di mettere gli occhi sulla mia merce? Strinsi involontariamente i pugni, mentre praticavo esercizi di respirazione per mantenere la calma.
-Esatto. Nessuno. Che. Ti. Deve. Interessare.- scandii bene le parole, potei giurare di vedere traccie di fumo uscirmi dal naso. Mh, interessante.
-Okay furia scatenata, andiamo. il biondino rise, prendendomi per un braccio e trascinandomi dentro all'edificio. Sentii le ciglia coperte dal mascara sfiorarmi la pelle non appena chiusi gli occhi, strizzandoli appena. Dovevo calmarmi. Dovevo far abbassare la temperatura del mio sangue, avrei dato di matto se no.
-Amy, calmati.- sussurrò Julie, l'accento francese spiccato. -E' una troia, la conosci.- la sua mano avvolta dalla camicia mi sfiorò la schiena, per calmarmi un po'.
-Era l'unica persona di cui non sentivo la mancanza, diamine.- imprecai, buttando i capelli all'indietro. -Come fai a non averle ancora spaccato la faccia?- il mio borbottio fu più un misciglio di parole che uscirono a malapena dalle labbra semi chiuse.
-Qualche buon anima avrebbe la pazienza di dirmi cosa sta succedendo?- la voce calda di Luke mi arrivò dritta nelle orecchie, mentre il suo sopiro di infrangeva sul mio collo.
-Quella ragazza, Laurienne, stava già puntando gli occhi su di te.- spiegò brevemente la mia amica.
-Ew.- emise, il tono sprezzante. Si, certo. Ew.
-Non ci credo, Amanda Colson in carne ed ossa!- l'accento brasiliano mischiato a quello francese mi fece contorcere le labbra in una smorfia.
-Cos'ha il mondo contro di me? Non bastava quella brava ragazza, no! Ci si mette pure lui!- sotto le risate di Julie e di Luke, imprecai a bassa voce. Mi voltai, facendo ondeggiare la folta e ribelle chioma ramata. Due occhi neri come la pece si dirigevano verso di me. L'andatura sicura. Il cappellino ad ala piatta verde militare gli copriva quella sottospecie di ananas che lui chiamava 'capelli'. La carnagione scura e le labbra aperte in un sorriso sghembo. Ma non appena i suoi buchi neri mi squadranono, lo vidi deglutire nervosamente. Avevo fatto molti cambiamenti, in prima liceo ero bassa (come se non lo ero pure in quel momento), portavo gli occhiali ed ero solita farmi le treccine ai capelli corti, fino alla spalla. Ero la reincarnazione di Patty de 'Il mondo di Patty', uno dei tanti motivi per il quale mi dava il tormento. Ero anche più cicciottella, ma con i problemi che passai, diventai magra come uno stecchino. A sbattermi violentemente giù dai pensieri, ci pensò la mano di Luke, che prepotentemente si attorcigliò attorno al mio fianco, facendomi sbattere quello libero contro al suo. I muscoli tesi mi fecero capire che qualcosa non andava. Aspetta..
-Chi guarda chi, ora?- sibilò, facendo perdere quel sussurro nei miei capelli ramati.
-Ma sei davvero tu?!- si avvicinò. Il suo solito profumo nauseabondo mi fece arricciare il naso.
-No- mi sbattei una mano in fronte. -sono un fottuto ologramma.-
-Resti sempre la stessa acida insopportabile, neh?-
-Solo per te.- gli sorrisi nella maniera più falsa che potessi, mentre la stretta di Luke si intensificava.
-Lui chi è?- alzò il mento, indicando con la testa il biondo.
-Il mio ragazzo.- passai un braccio attorno al suo bacino, sotto lo sguardo verde e fiero di Julie. Al mio tocco, i muscoli di Luke si addolcirono, come si addolcì la presa sul mio fianco.
-Eduardo.- gli porse la mano, spavaldo solo come lui poteva essere.
-Luke.- la presa fu forte e decisa, mentre il nero di inabissava nell'azzurro. L'aria era gelida, e non solo perchè la fottuta bidella lasciava le finestre aperte, ma perchè quei due si stavano guardando negli occhi da troppo tempo. "Vedi che si dichiarano gay tra poco" pensai, ironica.
-Non è stato un piacere vederti, abbiamo un volo da prendere e, uhm.. Basta, ciao.- lo liquidai, prendendo Luke per mano, mentre Julie rideva dietro a noi.
-Basta, davvero. Io vengo con voi a Sydney.- rise la mora, fermandosi in corridoio.
-Magari potessi! Conosceresti Ash, Calum, Michael, Beth..- sospirai. Julie mandò uno sguardo interrogativo a Luke, che mimò con le labbra 'amici'.

try hard[efp]Where stories live. Discover now