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L'aria mi solleticava leggermente il viso. Mi ero quasi abituata alle temperature di Parigi, ma quel vento tiepido non poteva che piacermi. Vi era sempre quel fastidioso vortice nello stomaco dovuto alla sua vicinanza. Camminava in silenzio. le mani in tasca, la testa bassa, il respiro calmo. Perchè era calmo, lui. Era calmo perchè il suo cuore non batteva come faceva il mio. La parole di mio padre mi balzarono in mente. Se dovevo allontanarmi da lui, l'avrei fatto per le mie scelte. Ero ancora troppo ferita per amare ancora.
-Allora..- cominciai. Mi schiarii la voce, cercando di opprimere il nervosismo. -Cosa dovevi sapere?-
-Non chiedermi il perchè, ma sono cominciati a venirmi dubbi su dubbi.- si voltò verso di me. Teneva le mani nelle tasche, gli occhi cercavano i miei, però impegnati a guardare in basso.
-Perchè io? Perchè quella notte? Perchè?- solo alle sue domande alzai lo sguardo. Sospirai.
-Non lo so, Luke.- altro sospiro. -Non lo so.- bugia. Lo sapevo eccome. Anche se ignara ancora di tutto, io, quella notte, mi ero affidata a lui perchè sapevo che sarebbe stato l'unico a farmi provare quei brividi, l'unico che mi avrebbe fatta sentire così bene, così sua.
-Amanda, non sei d'aiuto.- il tono freddo. Quel tono mi gelò il sangue nelle vene.
-Cosa siamo?- deviai il discorso, avendo però come risposta solo il silenzio totale, tagliato dalle macchine che passavano di tanto in tanto.
-Cosa intendi?- chiese stranito.
-Io e te Luke, cosa siamo? Non siamo amici, non siamo fidanzati..- un groppo alla gola rese difficile continuare -Quindi, io mi chiedo, cosa siamo realmente io e te?- il mio sguardo triste si insinuò nel suo, freddo.
-Non siamo nulla.- il mio fu un sussurro. Un sussurro scivolato dalle corde vocali alle labbra, disperso nell'aria di Sydney. Un sussurro, un soffio, che fece sgranare gli occhi di Luke.
-Non voglio che lo pensi.- un suo passo avanti. Un mio indietro.
-Ti prego.- ecco, le sentivo. Sentivo le lacrime salire piano, silenziose, minacciose. -Luke, sarebbe meglio se..- cominciai, ma la voce sparì in gola non appena la prima lacrima fece il suo ingresso.
-Non dirlo, Amanda. Non farlo.- serrò le labbra in una linea sottile, tesa.
-Io non posso continuare così, non posso.- lasciaia scappare un piccolo singhiozzo dalle labbra.
-Non ti è mai importato di me.- disse calmo, le braccia stese lungo i fianchi, i pugni chiusi. 'Di te mi è importato forse troppo.' mi ritrovai a pensare. Ma stetti in silenzio. Incapace di contraddire quell'enorme bugia. Non ce la facevo, era troppo per me.
-Io.. Io non sono la ragazza che fa per te, non voglio farti soffrire.- mi strinsi nella maglietta, cercando di farmi piccola piccola.
-Non capisci che soffro solo senza te? Non lo capisci?- urlò, mentre sul collo si gonfiava una vena.
-Non rendere tutto più difficile, tu non capisci!- sbottai, mentre le lacrime nere stendevano righe sulla pelle.
-Provi qualcosa per me, Amanda?- abbassò notevolmente la voce, si passò una mano tra il ciuffo, nervosamente. 'Si, si e si.'
-No.- un rumore secco mi fece rabbrividire. Mille tintinnii. Il mio cuore spezzato a terra. Faceva male. Faceva dannatamente male. Era quella la vera domanda: era il cuore di Luke o il mio?
-Perfetto.- inspirò fortemente, volgendo lo sguardo al cielo. -Ma come ho fatto a pensare, anche solo per un attimo, che potevo affidarmi a te? Come?!- urlò. Tremavo, avevo male alla testa per il pianto che andava avanti ininterrotto, una morsa al petto mi stava sgretolando lentamente, dolorosamente.
-Ti sei fidata di me, hai cercato me quando eri in difficoltà, ti sei concessa a me per la prima fottutissima volta! Cos'è cambiato, Amanda? Dimmelo, cos'è cambiato?!- urlò, in preda alla rabbia. 'E' cambiato il fatto che ti amo, tutto qui.' avevo davvero voglia di urlarglielo, urlargli in faccia che lo stavo facendo per non farci soffrire, ma la voce era morta.
-Devi scordare tutte quelle cose.- indietreggiai, in preda a un tremolio per niente piacevole.
-Cosa stai dicendo?- la sua voce fredda mi penetrò nelle ossa, facendomi rabbrividire.
-Dimenticami, ti prego. Dimenticami e basta.- singhiozzai, mentre altre righe nere segnavano le mie guancie. Non volevo sentire altro, ero letteralmente a pezzi. L'unica cosa che sentivo di fare era correre via, era correre via dai suoi occhi, dalle sue labbra, dal suo profumo, dai suoi abbracci, dai suoi baci, dalle sue carezze.
L'unica cosa che sentivo di fare era correre via.
Correre via da Luke Hemmings.

try hard[efp]Where stories live. Discover now