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-Ragazzi! Che ci fate voi qui?- esclamò la donna, poggiando la borsa Michael Kors su una poltrona libera.
-Noi studiamo, qui.- deglutì Luke, un lampo di eccitazione gli passò attraverso gli occhi. Pensava a quello che stavo pensando io.
-Oh, avete combinato qualche?- sorrise maliziosa, appendendo il cappotto nero.
-No, non esattamente.- mormorai.
-Elena, tesoro.. La signorina Colson e la madre stavano chiedendo un piano di studi per la signorina.- spiegò velocemente il preside, sorridendo alla presunta moglie. -Ma tor..-
-Perfetto! Posso prepararlo io! Non sarebbe la prima volta, no tesoro?- esclamò raggiante Elena, sorridendo all'uomo.
-Cosa?!- esclamai, prima di ricordarmi di collegare bocca e cervello. -Cioè, lo farebbe davvero?- regolai il volume della mia voce, deglutendo appena.
-Certo che si! E' il minimo che potevo fare.- mi sorrise dolcemente, scoprendo appena i denti bianchi. Ad osservarla meglio era così diversa da quando la vidi in ospedale. I lunghi capelli biondi erano raccolti in una crocchia ordinata e ben sistemata, il rossetto rosso faceva risaltare le sue labbra, fini ma decisamente belle. Indossava un tailleur rosa opaco, con dei tacchi neri, non tanto alti. Sembrava tutt'altra persona delladonna in camicia verde, scandalizzata e pallida. -Sai, John, Amanda e Luke hanno trovato Emily in ospedale, dopo..- le si mozzò il fiato, e per poco vidi un lampo rabbuiare il suo sguardo. -dopo l'incidente.- deglutì, sorridendo al preside Raise.
-Sono loro i due ragazzi, dunque?- sgranò gli occhi, guardando prima Elena, poi me.
-Si. Mi ero promessa di potermi sdebitare il prima possibile, e ora ne ho l'occasione.- sembrò supplicare l'uomo.
-Elena, questioni private e questioni scolastiche sono due cose da tenere separate, lo sai.- il mio cuore,che prima stava allegramente fluttuando sulle parole della donna, cadde al suolo, rompendosi in mille e mille pezzi.
-Ma John! Non sarà sola, studierà con Luke!-
-E non è solo, ci sono altri tre ragazzi.- intervenne astutamente mia madre. I piccoli pezzi del mio cuore stavano cominciando a risalire, piano, ma ce la stavano facendo. Raise sembrò dubitare, il suo silenzio era una pena straziante per me.
-No, sono cinque in tutto i piani preparati.- sospirò, correggendo mia madre Chi era allora il quinto?  -Sappi che te ne dovrai occupare te.- borbottò poi, sistemandosi la giacca blu.
-Sapevo che avresti capito.- Elena lo abbracciò, mentre io cercavo di metabolizzare il tutto. Poi sentii solo due braccia, forti e lunghe, che mi cinsero la vita, e un profumo familiare si unì al mio.
-Ce l'abbiamo fatta, amore.- Luke sussurrò al mio orecchio, facendomi completamente sciogliere il cuore, che poco prima era tornato intatto. Non feci che annuire, stringendolo di più a me.

Una volta fuori dall'ufficio del preside, salutai mia madre, pronta a tornare alle solite giornate scolastiche.
-Amanda!- quella era sicuramente la voce di una bionda pazza, che cingendomi da dietro rischiava di farmi prendere un infarto.
-Beth, piano con gli spaventi!- risi, girandomi per abbracciarla meglio.
-Devo parlarti, è una cosa piuttosto importante e voglio che tu ne faccia parte.- sospirò, non appena mi fui staccata. -Tra me e Ash le cose sono diventate abbastanza serie.- iniziò, cominciando la solita tortura alle dita. -Io lo amo, e lui ama me. Quindi, lui dovrà partire e, ecco.. Io andrò con lui.- disse, titubante. -Voglio convincere tua madre a farti venire, poi penseremo al preside.- disse subito, come a rimediare a qualche errore. Un'ondata di felicità mi pervase ogni muscolo, ogni vena, ogni cellula.
-Ti abbiamo preceduta sul tempo, Beth.- dissi, un groppo di felicità alla gola. I suoi occhi color nocciola divennero grandi il doppio, la bocca assunse la forma di una 'o'.
-Cosa?!- esclamò, cominciando a saltellare. La abbracciai, stringendola di più a me, sentendo davvero di essere felice.
-Andiamo in Europa, amica. sussurrai, eccitata all'idea di prendere un aereo con il ragazzo che amavo e i miei migliori amici.
-Oh cazzo, puoi dirlo forte!- esclamò invece lei, attirandomi in quella specie di saltello spastico.
-Qualcuno dovrebbe chiudervi in un manicomio. Davvero.- ci fermammo nel sentire l'arrivo dei ragazzi.
-Disse quello che si tinse i capelli dei colori più stravaganti possibili.- gli feci la linguaccia, raggiungendo l'unicorno dai capelli blu.
-Che succede?- chiese Calum, osservandoci divertito.
-Ehm..- lanciai un'occhiata a Luke, che sorrideva enigmatico.
-Amico, non saremo soli in Europa.- annunciò Ash, sorridendo come un completo idiota. Nemmeno il tempo di annuire alla sua affermazione, che mi ritrovai stretta in un abbraccio di gruppo. Una cosa restava certa: nessuno avrebbe potuto mai cambiarli.

-Hai finito in bagno?- urlai, per farmi sentire. Stavo per superare il mio record a Subway Surf, quando un Luke seminudo entrò in camera. Rischiai di strozzarmi con la mia stessa saliva nel vederlo bagnato, con le goccioline che dalle punte del suo ciuffo cadevano sul suo petto.
-Si, come puoi vedere.- sorrise, avvicinandosi al mio viso. -Ah, e non sbavare sul mio letto.- sorrise maliziosamente, stampandomi un bacio sulle labbra.
-Non stavo assolutamente sbavando, Lucas.- lo ripresi altezzosamente.
-Ah no? Cosa allora, illuminami.- sembrò divertito.
-Stavo per superare il mio record.-
-Mh, qualcosa mi dice che hai perso.- sbirciò sullo schermo.
-Perchè qualcosa mi ha distratto.- sorrisi, spingendomi verso di lui.
-Chissà cosa..- sussurrò, prima di baciarmi a fondo.
-Hai preso tutto, Hemmings?- domandai, per riprendere fiato.
-Si, dovrei.- mi sorrise. -E' buffo, sai? Appena mi hanno detto che non sarebbe stata una buona idea portarti con me avrei fatto di tutto per riuscire nel mio intento. Pure chiuderti nella valigia.- rise appena, sfiorandomi lo zigomo con il pollice. -Ma sei qui, e so per certo che domani mattina su quell'aereo ci sarai anche tu, al mio fianco.- sussurrò, come stregato. I suoi occhi azzurri erano sempre troppo belli, sempre troppo azzurri per i miei verdi.
-Sempre se non scappo dalla finestra, stanotte.- ridacchiai, poggiando i miei palmi sul suo petto bagnato.
-Non lo farai.- sussurrò, raggiungendo lentamente l'orlo della mia canotta. Cominciavo già a sentire caldo.
-Chi te lo dice?- sussurrai, mentre le sue mani portavano sempre più in alto il mio indumento.
-Ho i miei metodi per far restare le ragazze, Colson.- ridacchiò, prima di lasciare il mio petto solo coperto dal reggiseno rosso. Ansimai quando portò le labbra sul mio collo, lasciando una scia bollente di passione mista ad amore, il mio mix preferito. Troppo presa da quel vortice di emozioni, non mi resi conto di essere già distesa sul letto, priva di reggiseno. Gli occhi di Luke non faticarono a trovare i miei, ardenti di passione.
-Vorrei stare sopra, se non ti dispiace.- mormorai, trovando il coraggio in non so quale parte del mio corpo.
-Oh, beh.. Come vuoi, Amanda.- sembrò davvero sorpreso, quando mi lasciò sedere a cavalcioni su di lui. Senza pensarci due volte afferrai l'asciugamano che aveva legato in grembo, scoprendo così la sua erezione. Sorrisi, mordendomi il labbro, mentre la temperatura nella stanza aumentava sempre di più. Si mise seduto, reggendomi dalla schiena con una delle sue grandi mani. Sfilò piano le mutandine rosse, gettandole a terra con noncuranza.
-Sarà interessante, Colson.- sorrise, portando le braccia alla mia schiena, nuda ed esposta a lui.
-Ti amo da morire, Luke.- sussurrai, a fior di labbra.
-Da vivere Amanda, ti amo da vivere.- sorrise, prima di catturare le mie labbra tra le sue.

mi dispy,ma la storia sta per finire

try hard[efp]Where stories live. Discover now