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-Pensvo che l'avessi visto prima.- ghignò, stccando il caldo contatto tra i nostri corpi per prendere quell'enorme borsa.
-Che ha dentro?- mi sporsi un po', anche solo per cercare di vedere quello che teneva fra le braccia. Vi erano palline oro e rosse, luci raggomitolate in piccoli cerchi, e tanto, tantissimo verde.
-Luke, è un..-
-Albero di Natale, si!- squittì, non riuscendo a contenere l'entusiasmo.
-E come mai tu porti le cose per fare un albero di Natale il 3 gennaio?- lo ammetto, ero abbastanza scettica al momento.
-Se c'è una cosa che amo fare è l'albero.- cominciò, sorridendo. -E l'altra cosa che amo sei tu. Quindi se unisci le due cose sai cosa viene fuori?- mi fece sorridere da vera ebete. -Viene fuori un Luke felice. Quindi noi domani pomeriggio faremo l'albero, anche perchè non l'abbiamo fatto per Natale..- mi sorrise, mostrando la fila di denti bianchi e perfetti.
-Mh, se tanto ci tieni..- risi, vedendolo preso da quella questione.
-Tu no?-
-Si, non fraintendere.- dissi velocemente. -Solo che non ho fatto molte volte l'albero..- ammisi, a testa bassa.
-Cosa? Perchè?- potevo benissimo capire la sorpresa nella sua voce.
-Beh ecco, diciamo che non sono mai stati anni facili per noi. Abbiamo passato per tre volte il Natale con uno psicologo, non l'ho mai sentito veramente come una festa bellissima, avevo mia mamma e Ryan. Ma non una famiglia che si riunisce a mezzanotte sotto l'albero ad aprire i regali. L'unica cosa che facevano era aprirmi il cervello, e mettermi dentro frasi del tipo "devi mangiare Amanda, non puoi vivere ad acqua." o meglio ancora "devi farlo per te, lo sai che tagliarti non farà molto per migliorare le cose."- mi ascoltò attentamente, e mentre la mia voce riempiva il silenzio che si era creato, percepivo la pesantezza dei suoi occhi su di me. Non era facile parlarne, ma ormai con lui potevo fare e parlare di tutto.
-Ti prometto che le cose cambieranno.- sussurrò, dopo una manciata di secondi. Sentii le sue braccia avvolgermi in tutto quello di cui avevo bisogno. Un abbraccio. -Ora hai me. Hai i ragazzi. Non sei più sola Amanda, ora sarà diverso, okay? Ti fidi di me?-
-Si Luke, mi fido.- sussurrai a mia volta, contro il suo petto. Il passato era passato ormai, e le uniche persone che erano riuscite a portarlo via completamente da me, erano i ragazzi. Sentivo davvero il cuore scoppiarmi in petto, nella testa solo la sua voce bassa e roca.
-Direi di andare a letto, ora.- bofonchiai, staccandomi dal suo petto, coperto solo da una canotta. Presi distrattamente il labbro inferiore tra i denti, guardando altrove.
-Dio santo.- lo sentii imprecare, la voce gutturale. Riportai i miei occhi verdi sui suoi azzurri, squadrandolo con curiosità.
-Non puoi. Non puoi dirmi 'direi di andare a letto' con quella voce dannatamente sexy, e non puoi morderti il labbro subito dopo!- gesticolò. -Sai cosa vuol dire?- vidi i suoi occhi azzurri brillare per pochi secondi.
-Illuminami.- buffai appena, capendo già quello che voleva dire.
-E' un chiaro invito per fare l'amore. E di certo io non mi tiro indietro.- con fare provocatorio, ammiccò, per poi prendermi per mano e trascinarmi verso l'interno della casa.
-Luke! C'è mia madre, non possiamo..- era un'abitudine forse, o una moda per lui. In due secondi, si girò e attaccò le nostre labbra in un caldo bacio.
-Cerca di non urlare, piccola.- sentii i suoi denti tirarmi il labbro inferiore, e non appena lo rilasciò, corse verso la mia camera. Era un casino. Il letto ancora disfatto, i vestiti sparsi sul pavimento, la finestra ancora spalancata.
-Luke, ne avremo di tempo, ma non stasera.- lo implorai quasi, fermandomi di scatto.
-Posso farti cambiare idea.- le infinite sfumature dei suoi occhi erano ancora più visibili sotto i raggi lunari. Il naso all'insù sembrava ancora più bello. Il contorno della sue labbra, rosee ed evidentemente morbide era ancora più in vista. Assomigliava tanto alla perfezione, dubbi non ne avevo.
-Penso prorpio di no.- sussurrai, incantata dalla sua bellezza.
-Oh, non era una domanda.- il tempo di ritrovarmi con la schiena al muro, che il suo fiato picchiettò sulla mia mascella. Girai di scatto la testa, consapevole che se avessi guardato ancora un secondo i suoi cristalli azzurri, sarei caduta ai suoi piedi troppo facilmente. Le sue labbra cominciarono a posare umidi baci lungo la mia mascella, e a quel contatto sentii le gambe cedere. Ricoprì il mio collo di attenzioni, facendomi gemere internamente. Sentii la mano, che poco prima stava sul mio fianco, scivolare sempre più giù, per poi percorrere tutta la mia coscia con una lentezza quasi snervante. Subito la pelle si velò di brividi, il cuore accellerò paurosamente e il respiro cominciò ad essere pesante. Non appena arrivò all'inguine, sentii davvero il fiato bloccarsi nella gola, e a quella sensazione sbarrai gli occhi, in attesa di un suo movimento.
-So che lo vuoi.- il suo fiato caldo colpì il mio orecchio, facendomi sussultare di poco. -Dillo.- trattenni il labbro tra i denti, bloccando il gemito che picchiettava per uscire. -Dillo Amanda, dillo.- finalmente mosse la mano, facendola scontrare con la mia intimità. Cominciò a muovere un dito su di essa, mentre le sue labbra non abbandonavano il mio collo. Riuscii solo a biascicare il suo nome, e il resto.. Beh, il resto potete immaginarlo.

try hard[efp]Where stories live. Discover now